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Vanessa Quaranta
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ROSETO. “Secondo noi,
dopo il caso della sentenza del TAR che ha bocciato per eccesso di
potere il regolamento del consiglio comunale, la presidente Gabriella
Recchiuti, dovrebbe dimettersi”.
È quanto hanno
dichiarato questa mattina alla stampa Vanessa Quaranta, presidente
dell'associazione “Si-Amo-Roseto”, Teresa Ginoble, rappresentante
in consiglio di “SiAmo”, Francesco di Giuseppe, consigliere
comunale di Fratelli d'Italia, ed Umberto Valentini, segretario
comunale di Fratelli d'Italia.
Ora, è chiaro –
per dirla con l'ex-direttore del Corsera, Paolo Mieli – che
le dimissioni si chiedono quando si possono ottenere. E Gabriella
Recchiuti non si dimetterà mai, specie se la richiesta arriva da
Teresa Ginoble e Franceso di Giuseppe. Ma qui l'invito va letto in
chiave politica. Come un ritiro sostanziale della fiducia a suo tempo
accordata. Perché l'avvocato Gabriella Recchiuti fu nominata
presidente del consiglio comunale con il voto di tutti i consiglieri,
compresi Ginoble e Di Giuseppe.
I quali, però, mai
avrebbero immaginato di trovarsi di fronte ad una pasionaria
di fatto della maggioranza. La quale arrivò nel marzo dello scorso
anno a “presiedere” una conferenza stampa – che di conferenza
stampa non aveva nulla tra l'altro – in cui, nell'aula del
consiglio comunale, veniva “processato” il consigliere Di
Giuseppe in sua assenza, reo di aver presentato gli
emendamenti sul regolamento che oggi il TAR ha cassato con
considerazioni durissime verso che lo aveva approvato.
Questa mattina
Francesco di Giuseppe, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, ha
ricordato quell'inconcepibile episodio. Quando tutti gli uomini e le
donne di “Azione” (e da quel processo il leader di
“Azione”, Giulio Sottanelli, non si è mai dissociato), diedero a
Di Giuseppe del goffo e dell'abusante dei suoi diritti ed una
assessora di “Azione” lo insultò pesantemente addirittura in
Aula.
Ma le dimissioni
sarebbero dovute, secondo Teresa Ginoble, anche per la grossolana
interpretazione che, sempre nel marzo scorso, attraverso un
escamotage d'Aula di cui fu protagonista l'ex-sindaco Enio Pavone,
oggi candidato di punta di “Azione” alle regionali, furono
scambiate le denominazioni in numeri con altre in lettere per saltare
gli emendamenti di Francesco di Giuseppe e stravolgere il regolamento
all'epoca vigente. Punto codesto su cui la sentenza del TAR ha
fortemente censurato il Comune. Condannandolo anche alle spese legali
di 3 mila euro, cui si aggiungono, hanno detto questa mattina Vanessa
Quaranta e Teresa Ginoble, circa 9 mila euro che il Comune ha impegnato per rivolgersi
ad un avvocato di fiducia senza nemmeno affidare la causa al legale
dipendente dell'Ente.
Ed adesso, ha
aggiunto Vanessa Quaranta, ci saranno anche le spese per l'appello.
Perché la presidente Recchiuti, insieme al sindaco Nugnes, hanno già
annunciato appello pur dichiarando (vedi immagine in questa pagina)
che il regolamento non è questione che interessa i cittadini né
incide sull'amministrazione della città. Una contraddizione enorme,
perché se non interessa per quale motivo è stato cambiato a tutti i
costi e vantato come una riforma storica?
Se si dice difatti che poi
non serviva a molto questo regolamento perché – ha osservato
Vanessa Quaranta – fare appello e non tornare invece in Aula a
trovare un compromesso politico? È qui, infatti, in questo rifiuto del dialogo, in questa ricerca costante del muro-contro-muro –
evidenziata anche da Valentini – che si scorge la raffigurazione in
controluce di un “cattivismo” politico fuori luogo e fuori
contesto. Che mette a rischio, oltretutto, gli atti adottati in base
al regolamento dichiarato illegittimo dal Tar, qualora eccepiti
naturalmente. Perché l'eccesso di potere è configurazione molto
grave in termini di procedure amministrative.
Ma in controluce si
vede anche un'altra cosa. Un aspetto che le interessate non
ammetteranno mai. E che invece non sarebbe male avvenisse. Vale a dire
l'incrociar di fioretto tra due donne “toste” (uso il termine in
senso non solo buono, ma elogiativo). Due donne appassionate di
politica. Due donne quasi coetanee, conterranee, Colognese della
Spiaggia l'una, del Paese l'altra. Due donne diversissime tra loro, su
fronti opposti, che hanno ruoli completamente diversi, ma che la politica amano e piace fare, ovvero la presidente
di “SiAmo”, Vanessa Quaranta e la presidente d'Assemblea
consiliare, Gabriella Recchiuti.
Loro non
confermeranno mai questo antagonismo. Ma è un rischio ed una licenza
giornalistica che queste righe si prendono. Perché a chi scrive le
donne che fanno politica e la fanno in maniera così intensa,
affascinano. Sono convinto che di loro sentiremo parlare a lungo. O
almeno è quel che spero. Ed è un augurio sincero che rivolgo ad entrambe, davvero.