Grillina, seppur moderata, la prima presidente donna della Sardegna Todde, ex-accademico molto vicino a Luciano D'Alfonso, l'abruzzese D'Amico. Per tradizione “autonomisti” i sardi, per antonomasia romano-dipendenti gli abruzzesi, almeno per la parte interna. Fiera la Todde di fare una campagna elettorale senza i leader nazionali accanto, continuamente al seguito dei leader nazionali, anche di secondo piano, D'Amico. Malamente digerito come “Meloniano” Truzzo, Meloniano a 360 gradi Marsilio, ma con robusti innesti nelle liste di ex-democristiani e persino qualche ex-socialista. Del tutto diverso il sistema elettorale, qui senza voto disgiunto.
Il punto comune è la scarsa amministrazione. Chiunque abbia avuto la sventura di ricorrere ad un pronto-soccorso in Abruzzo ha dovuto raccomandarsi l'anima alla buona sorte. La nostra sanità è pessima dal punto di vista organizzativo. E Marsilio avrebbe fatto bene a frequentare qualche presidio sanitario con visite a sorpresa piuttosto che tagliare nastri con applausi in favore di telecamera.
La partita è quindi aperta. Politicamente, l'Abruzzo è stato sempre contendibile, quasi spaccato a metà come una mela tra destra e sinistra.
Ciò detto, veniamo un attimo qui a Roseto. Dove è una gara anche tra ego. Ma non solo. Ci sono robuste ragioni politiche dietro gli stessi, pur smisurati, ego. Il Comune è un monocolore di “Azione”, che ha tutti i consiglieri di maggioranza, tutti gli assessori, il sindaco (seppur Azionista solo di fatto) e la presidente del consiglio comunale. Più c'è Sottanelli, deputato e leader abruzzese del partito di Calenda. Il loro candidato, che taglia torte insieme a D'Amico, poi postate sui social, ovvero Enio Pavone, per andare bene ha bisogno di doppiare, all'interno del comune di Roseto, il Pd e triplicare i 5Stelle. Ed ha necessità, ovvio, che vinca D'Amico.
Senza queste condizioni i giochi si complicano. Se si verificano queste condizioni, si complicano meno, ma ugualmente. Perché a quel punto Nugnes sarà costretto a condividere il potere civico con i suoi alleati di centro-sinistra. Adesso, invece, lo esercita in assoluta solitidine. E per un politico come lui che punta tutto sulla contrapposizione anche personale; sul binomio amici-nemici; sul “noi” e “voi”, mai sul noi-con-voi, non sarà facile riconvertirsi.
Anche la lontana Sardegna, dunque, riapre un po' i giochi sul Lido delle Rose. O quantomeno le aspettative. Come andrà però, lo sapremo solo tra una decina di giorni, l'11 marzo per la precisione.
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