sabato 30 luglio 2022

Punto zero-qualcosa!

Sarà il clima o più probabile la vecchiaia, ma le estati non mi sembran più quelle di una volta. Questo terrorismo mediatico sul caldo che ammazza (speculare al freddo che uccide l'inverno), la pioggia che travolge, le pandemie che sterminano, tende a rendere la vita un tantinello angosciante.

Oltretutto quest'anno si aggiunge la campagna elettorale. Con quel vizio tutto partitocrate che sei un purosangue quando sei con me ed un ronzino se passi con altri e viceversa. Tanto per non far nomi, una ex-ministra milanese, Maristella Gelmini, che un tempo aveva idee molto criticate a sinistra su scuola e dintorni diviene in un lampo progressita a tutto tondo di cui si condivide ogni parola, financo quella sui neutrini, sol perché approdata su una sponda dalla quale si potrebbe trarre alleanza per il Potere. E pazienza per quegli studenti, ed insegnanti, che al tempo incrociarono le braccia e le spade (dialettiche) contro di lei.

Intanto la Tv fa sapere che il Pil, ovvero la nostra ricchezza cresce-cresce-cresce. Almeno finché il dottor Draghi presiederà il governo, che frattanto agisce come nulla fosse visto che del Parlamento, in sostanza, non ne aveva gran bisogno neanche prima. Dunque siam ricchi a scadenza. Dopo il 25 settembre, se quel/quella che vince non ci piace, diventeremo poveri in canna.

Di certo poveri non sembrano quei turisti/turiste che, in una località di mare, ti saltano addosso alla cassa dei supermercati, soffiando sulle orecchie di chi gli capita a tiro nemmeno vi scorgessero quelle di Pluto. Magari hanno paura non le facciano pagare, visto che dalle parti di mare d'estate davvero non si bada a spese. Certo, avessero anche un minimo rispetto per gli umani, diciamo l'un per cento di quello che dedicano a bassotti o cuccioli in generale, i cosiddetti turisti sarebbero anche un pochino più... sopportabili!

Umani tra l'altro divenuti ormai quasi dei robottini telecomandati, degli “algoritmi” dipendenti dalle app dei telefonini. Sorprendente razza di umanoidi che non vivono se non programmano tutto: dalla vacanza al tempo-gioco, dalla pizza al parco-tematico, eccetera; avendo ormai irrimediabilmente perduto ogni spontaneità, ogni viver leggero, ogni spensieratezza persino in vacanza. Vacanza? Ma da cosa? Non certo dall'imbecillità del due-tre-quattro-punto zero virgola qualcosa!

domenica 24 luglio 2022

Il grande-fratello-semaforico che piace ai sindaci e fa contento il popolo

ROSETO. Il grande-fratello-semaforico, che ormai ci onora della sua presenza un pò qui un pò là, fa piacere almeno per tre ragioni. La prima, va da se, fa felici le ditte private incaricate del servizio, le quali, come è legittimo, ci guadagnano un sacco di soldi. Poi fa sorridere le casse comunali, che pure ci escono bene. Da ultimo giova ai sindaci, alla loro sempiterna popolarità.

Come, direte voi, fare multe è popolare? Si, se le sai fare. Ognuno di noi, infatti, pensa che mai passerà con il rosso. Ognuno di noi si ritiene un asburgico osservante delle “regole”. Anzi, molti di noi hanno un piacere intimo, sottile, quando ci capitano gli altri. Perché è nella costituzione umana stessa una punta di sadismo, un piacere nel sapere che... “Ah, quello l'hanno beccato, ben gli stà!”.

Gli unici che si arrabbiano sono coloro, appunto, che vengono multati; che ci rimettono soldi, tempo, punti alla patente, eccetera. Ma quanti possono essere? Mai tanti da mettere in pericolo il consenso dei sindaci. I quali, se dovessero proprio vedere la cosa pender male per loro, hanno sempre l'arma finale: possono staccare il grande-fratello-semaforico magari qualche mese prima delle elezioni e 'stapposto!

sabato 23 luglio 2022

Pillole di cronaca da un sabato mattina

ROSETO. Via Bixio è nel caos, dice Francesco di Giuseppe, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Roseto. Preda di ragazzi non proprio tranquilli che ne farebbero di cotte e di crude nelle ore più improbabili. Prendo la bici ed esco per una foto perché di questa cosa di via Bixio ne avevo sentito anch'io.

Alle 9.00 di mattina di un sabato d'un afoso luglio rosetano è in pieno svolgimento l'assalto ai bar per la colazione. E sta per partire quello ai supermercati per il rifornimento delle quintalate di scorte di cibo per il week-end. Intanto sul lungomare incavolatissimi furgoni riforniscono i lidi di tonnellate di merci che spariranno in giornata causa invasione oceanica dei vancanzieri di prossimità (così li chiamano); mentre schiere di cagnolini-da-passeggio cercano gli ultimi angoli liberi per i bisogni fisiologici prima di ritirarsi al fresco dei condizionatori casalinghi secondo le prescrizioni-sanitarie.

Tra qualche giorno compariranno inoltre sulla Nazionale i primi “comitati elettorali”, che prometteranno tutti un mondo azzurro e rosa dopo le elezioni se solo voti per loro. Intanto i “portatori di voti” si posizionano e ri-posizionano che nemmeno il “ricalcola percorso” dei navigatori gli starebbe dietro.

Chissà se questa volta la campagna elettorale la faranno in e-bike. Magari per strizzare l'occhio a quei tizi che, avendo il lavoro praticamente ad un tiro di schioppo da casa, per far sù e giù (e farsi notare) comprano la bici elettrica che tanto fa “moda”. Così salveranno “il pianeta” ed il futuro dei “nostri figli”, o più propriamente quello dei figli cinesi ed indiani che però andranno in macchina. Del resto, se per andare al lavoro con la tradizionale utilitaria, avrebbero speso non più di 20-30 euro al mese di benzina, per “recuperare” il paio di mila euro buoni della super-ebike gli ci vorranno 6-7 anni, quando la dovranno ricomprare. Senza dire che d'inverno, passata la frenesia modaiola, riprenderenno lo stesso l'auto, sempre che nel frattempo si siano salvati da qualche capitombolo che l'improbabile velocipede-saetta dalla mega-batteria non abbia lasciato – gli dei non vogliano – qualche brutto ricordo.

Voi direte, che c'entra il degrado di via Bixio con tutto questo? Niente e tutto. Nulla perché la manutenzione urbana sarebbe dovuta non essendo solo balli and feste l'essenza amministrativa dell'estate. Tutto perché quei comportamenti giovanili si calano in questa società, che oramai, per una strana curvatura della storia, ha irrimediabilmente perduto la bussola.

Buon sabato a tout le monde!

giovedì 21 luglio 2022

E mo', se il 18 si vota che facciamo a Roseto? (e comunque Enio, per me, ha torto)

ROSETO. Oh perbacco, l'effetto macchina nera sotto il sole non ha funzionato. Le auto-blu dovranno sfidare il solleone per la campagna elettorale. La Tv, infatti, va dicendo che, forse, pare, chissà, si voterà domenica 18 settembre.

E qui a Roseto? Il campo-largo-campo-stretto che farà? I Draghiani senza Draghi chi voteranno? La listocrazia civica di Nugnes andrà come una falange macedone per Calenda o si sfalderà? E se Calenda e Renzi si alleano a Roma, qui ripetono l'alleanza? Ed il mitissimo ex-sindaco Di Girolamo, farà campagna elettorale con “Gli occhi di tigre” come gli ordina capitan Letta (nipote)? Oddio, già me lo vedo preoccupatissimo il moderatissimo ex-sindaco. Dài, ci sarà da spassarsi.

Intanto, scorgo qua e là che il dire-non-dire di Enio Pavone ieri in consiglio comunale sta facendo breccia nell'opposizione. Che rischia di ripetere il film già visto con l'assessora Mastrilli. Chissà Enio, vecchia-vecchissima volpe della politica rosetana, come se la ride! Guardate, carissimi oppositori – si fa per dire – fate una politica del vostro se vi riesce: lasciate perdere Enio. Che poi – nel merito del bilancio – rispetto a Nugnes, non è che avesse tutte queste ragioni. Anzi, diciamo che Enio - politicamente - ha torto a prescindere (sempre simpaticamente, oh Enio!)

Comunque l'effetto macchina nera sotto il sole è bellissimo. E senza aria condizionata. Per prepararsi meglio ad un inverno al gelo. In tutti i sensi.

Au revoir

mercoledì 20 luglio 2022

Oh Enio! ma con questo caldo ti metti lì a sottilizzare?

ROSETO. Nel giorno di Draghi al Senato, qui in riviera delle Rose, si riunisce il consiglio comunale. E tra parcometri che non accettano carte, ponte-canale mezzo chiuso, biciclette in affitto e quant'altro, ci scappa pure qualche critica del super-uomo-forte della maggioranza, l'ex-sindaco Enio Pavone. Ha detto che non può più prendere un caffé in santa pace perché i cittadini lo “accimentano” (termine dialettale che uso io per riassumere il suo pensiero, vuol dire gli chiedono spiegazioni delle cose che non vanno).

Ed allora mentre Mentana in Tv prefigura scenari nazionali, qui nel piccolo divertiamoci a fantasticare di politica. Dunque cosa si vede, con l'aiuto della rifrazione solare? Si scorge un Nugnes sempre più sicuro di sé e sempre più Calendian-Draghiano. Una sua maggioranza sempre intenta ad autoelogiarsi; qualche mamma-politica che dà man forte sui social, ma... c'è un ma! Andranno avanti così o un rimpastino, prima o poi, s'imporrà?

Cosa si potrebbe suggerire dunque (anche perché se lo suggerisci da qui è chiaro che non avviene). Si potrebbe consigliare, ad esempio, di pensare ad un ruolo più operativo per la presidente del consiglio comunale, Gabriella Recchiuti. Incuriosisce il modo di esercitare la politica da parte di questa giovane mamma ed avvocata. L'impressione è che sia portata più verso l'azione (e non solo perché è di “Azione”). Queste righe la vedrebbero bene come assessora e penso che anche a lei piacerebbe. Oltretutto a Cologna Paese, dove abita, si vede che qualche cosa si sta muovendo e penso che il suo impulso si senta.

A quel punto, il buon Sabatino Di Girolamo, ex-sindaco-Pd, potrebbe benissimo prendere il posto di presidente d'Aula. Lo farebbe a meraviglia. Lui è un “notaio” nato. Certo, ci sarebbe da coprirsi un po' anche a sinistra, ma non credo che a Roseto come in Italia a sinistra ci sia più di qualche... Speranza! Cosa ne direbbe Enio? Mah, lui è sempre così un po' iroso, ma alla fine non è un problema. E poi, se proprio non fosse d'accordo, in quel raro caso, l'opposizione avrebbe trovato veramente uno che sa farla. E si è visto stamattina come, anche dalla maggioranza, Enio l'anima dell'oppositore l'ha nel sangue.

Succederà tutto questo? No, tranquilli: è estate: il mare è una favola e c'è da rilassarsi con Mentana. Per ora, dedichiamoci ai castelli di sabbia; con qualche rischio di stabilità, come si è visto un po' più a nord, purtroppo!

lunedì 18 luglio 2022

Attraversare la ciclabile è un'avventura sovraumana

ROSETO. Nel tempo in cui i ciclisti paiono diventati una categoria sindacale, una associazione del settore dice che a Roseto alcuni tratti della ciclabile non son messi bene. D'altra parte si legge invece che a Giulianova, per la legge del caso, dal lato della ciclabile sarebbero accaduti diversi furti in spiaggia. Pazienza, c'è di peggio: nei pressi di Atri, infatti, il fumo di incerta origine ha incenerito una parte della Riserva dei Calanchi. Gli studenti bravissimi, invece, crescono in numero e qualità, stando almeno ai risultati dell'ultimo esame di Stato. Sempre a Roseto, invece, quest'anno i premi per merito dei dipendenti comunali saranno assegnati... per meriti, giurano dalle parti del Comune.

Ma il problema della ciclabile, sia consentito dai “sindacalisti” dei ciclisti, non è tanto il suo stato, quanto le peripezie per attraversarla da pedoni. Se ci si salva dall'essere investiti, infatti, è difficile evitare i vaffa, gli improperi e gli insulti dei pedalanti rispetto ai pedonanti. C'è da chiedersi cosa succederebbe se qualcuno provasse a rispondere ai loro insulti. È probabile che qualche signore pedalante scenda e prenda il malcapitato a schiaffi ed a pedate come minimo. Alcuni ciclisti, infatti, sembrano dei rottweiler dal volto (dis)umano! Ci vorrebbe lo stesso cartello in vista al molo-sud di Giulianova: le bici procedano a mano o a passo d'uomo e, magari, un bel biconcio con scudo e cannoncino d'epoca per salvarsi dai paleolitici dotati di mezzo a pedali atto ad offendere!

sabato 16 luglio 2022

Opera Prima, ma anche seconda, terza... o automatica

ROSETO. Il bello di abitare in una città piccola (ed avere il vizio di scrivere) è che poi esci a fare due passi, a prendere un caffé, incontri le persone che ti conoscono e si parla di quello che hai scritto. È come una verifica in diretta. Perché l'interpretazione autentica è sempre di chi legge, chiaro. Così questa sera mi sono venute due o tre cose da dire sul post che ho messo prima, quello su Opera Prima (prima... opera prima, mi piace!).

Allora, diceva il post che le amministrazioni Pavone prima e Di Girolamo dopo non sembravano avere negli eventi culturali il punto principale della loro politica. Quella di Nugnes, invece, pare puntarci molto. Che si vuol dire? Cerco di spiegarmi. Se uno osservava il dire ed il fare del sindaco Pavone, ad esempio, non aveva la percezione che il dato culturale fosse il cuore del suo intendere la politica. Piuttosto era una politica pragmatica, tesa a far ampliare il più possibile gli stabilimenti balneari e cose di questo genere.

Ciò non vuol dire che la vicesindaca di Pavone, l'avvocato Maristella Urbini, non si fosse spesa davvero tanto per la cultura. A proposito di Opera Prima, ricordo ancora quando mi diceva di averne incrementato molto gli spettatori portandola in piazza della Repubblica. E con un budget molto più limitato di ora. Lo stesso si era impegnata per la mostra dei vini piuttosto che per la rievocazione della Sciabica, che proprio lei riscoprì. Insomma, Maristella ce la mise proprio tutta. Ma il suo lavoro non appariva. Perché? Per il motivo detto sopra: perché l'imprinting di quella amministrazione era altro.

Guardate, non sto dando giudizi di valore dicendo che era altro, credo solo di registrare una percezione. Così l'assessore che arrivò dopo Urbini, cioè Carmelita Bruscia con il sindaco Di Girolamo, lavorava quasi come una “impiegata h-24” sulle manifestazioni. Ma, anche prima della pandemia, che poi ha bloccato tutto, il frutto del suo lavoro non si vedeva. Perchè? Perché l'imprinting dell'amministrazione Di Girolamo era tutto burocratico, il contrario assoluto di quello che è la politica di oggi, che è tutta comunicazione.

Comunicazione, social, pubbliche relazioni sulle quali invece basa tutto il sindaco attuale, Mario Nugnes. Ed è chiaro allora che l'Opera Prima di Nugnes la si deve vedere in modo diverso da quella di Pavone o Di Girolamo. Perché se io miro su una cosa, impronto la mia amministrazione su un indirizzo dicamo così teatrale, narratologico, scenografico – lo dico anche qui in senso tecnico, non di valore ripeto – è chiaro che poi lì si va a concentrare di più chi guarda dall'esterno.

In definitiva cosa si vuol dire? Che sono i sindaci a fornire il verso al loro agire. Forse solo Franco Di Bonaventura coniugava pragmatismo e cultura insieme. I suoi due successori, Pavone e Di Girolamo, preferirono puntare su altro; l'attuale sindaco è concentratissimo invece sulla comunicazione. E questo diverso carattere di fondo – al di là dell'impegno dei protagonisti – incide sull'immagine che si proietta al di fuori.

Ecco, non so se mi sono spiegato. Ma il senso del post precedente voleva esser questo. Ciò detto, aggiungo un altra cosa. Guardate, io non sono l'opposizione a Nugnes. Anche perché non mi interesserebbe nulla. Penso che un sindaco o l'altro per me personalmente per fortuna poco cambia. Qualunque sindaco, per me, è sempre la controparte, perché se non lo fosse non avrebbe ragione di esistere un blog-senza-potere o una pagina come queste. Mi limito quindi ad osservare qualche fatto e, se ne ho voglia, a scriverne. Mannaggia a me!

Roseto si riprende la scena

ROSETO. Con un roboante comunicato stampa il sindaco, Mario Nugnes, rivendica il successo della serata inaugurale di “Roseto Opera Prima”, rassegna cinematografica “rosetana” dalla lunghissima storia (vedasi in proposito i post che Luca Maggitti va magistralmente “stampando” in questi giorni). Anche senza leggere il comunicato del sindaco e senza aver partecipato all'evento, ero sicurissimo che le cose stanno andando, nella sostanza, come dice Nugnes. Perché a Roseto queste iniziative si sanno fare. Perché i personaggi di livello nazionale dello spettacolo e del mondo culturale sono qui di casa da sempre.

Dunque tutto bene. Aggiungo tuttavia una noticina. Dal mio angolino di osservazione – come ho appena accennato – sono quasi certo che un'amministrazione giovane, rampante, molto presenzialista, su questi temi delle manifestazioni ed in generale della cultura, farà il possibile per ben figurare. Ed è naturalmente un bene. Perché, fatta salva la parentesi della pandemia, che ovviamente ha bloccato tutto negli ultimi due anni, penso che sia l'amministrazione Di Girolamo che quella Pavone non l'avessero proprio nelle loro corde questo settore. Facevano, ma senza quel qualcosa in più che, ad esempio, era palpabile con il sindaco Franco Di Bonaventura.

Penso che Nugnes e compagni, in termini certamente diversi (è passato qualche anno da allora) qualcosa di quel clima possano riproporlo. Del resto loro sono un po' come Costantini a Giulianova: ci tengono molto agli eventi. Ho l'impressione che ci spenderanno un sacco di quattrini, ma per questi aspetti la “...Svolta” potrebbe arrivare. Ovvio, si dovrà anche qui verificare nel tempo.

La nostra fake-realty

ROSETO. Ciascuno di noi – penso – vede la realtà con l'ottica del luogo ove vive. Chi scrive, ad esempio, sa che il proprio sguardo risente dalla fortuna di abitare in una zona di mare; con i piedi d'estate nel bagnasciuga, cercando di dribblare gli ombrelloni piantati dentro l'acqua.

Che vuol dire osservare la realtà da un luogo di vacanza? Significa che incontri soprattutto quelli che sono in ferie. Un po' meno della metà degli italiani, insomma. Quindi già escludi una bella fetta. Chi va in vacanza, poi, non sta lì a protestare: vuole passare un po' di tempo libero, mangiare bene, godersi il sole e della buona musica.

Molti degli abitanti locali, di conseguenza, provano a tirar su qualche soldo da questo flusso. In mezzo ad un mare (un mare, appunto) di lavoro sommerso, di fitti costosetti e un po' così, tanto precariato per arrotondare e taluni (pochi) che ci guadagnano davvero. Quindi neanche i locali stanno a pensare chissà cosa: si mira al concreto.

Ecco perché a livello politico è più facile amministrare queste accoglienti cittadine di mare. Primo perché specie d'estate il soldo gira (e chi sta bene protesta solo per moda); secondo perché la gente pensa a lavorare e della politica giustamente se ne infischia, se non quando viene toccata nel portafoglio o nell'interesse personale.

Ora, questa che da qui si mira non è però la realtà del Paese. È una parte di una parte. Una metà della metà. Quella parte che più o meno sta bene, festeggia i compleanni, si “spara” – come si dice – drink e pizze: sta in vacanza, insomma. Ecco perché il paese Italia, visto da qua, si vede male. Perché l'impressione che non sia tutto così. Nemmeno Roseto è tutta così. La marginalità c'è eccome, ma è attutita da una media non male.

Ecco, quando noi si scrive, si legge, si commenta la politica locale si dovrebbe tener sempre a mente questo dato. Altrimenti l'immagine viene sfocata. Anche perché ci sono almeno altri due elementi di fake-realty di cui dovremmo discutere. Uno è l'uso massiccio dei social, che poi funzionano bene per scambiarsi auguri, ricette di torte oppure foto di compleanni, per compiacersi insomma, molto meno a livello politico a mio avviso. L'altro è l'abuso dei comunicati-stampa, ovvero il mezzo attraverso il quale i personaggi della politica si scambiano commenti ed... insulti reciproci. Che poi non è nemmeno attraverso la stampa che lo fanno, visto che quelli che loro chiamano “comunicati stampa”, se li pubblicano e scambiano direttamente dai loro social senza nemmeno passare per la mediazione giornalistica.

Ecco, se metti insieme una realtà vacanziera che un po' fa da vetro azzurrato, i social ed un uso strambo dei comunicati, quando parliamo di politica locale dovremmo fare molte molte tare per non avere un immagine non troppo deformata di essa ed a maggior ragione della realtà vera.

giovedì 14 luglio 2022

La logica da semaforo (rosso)

Nessuno, credo, attraversa un semaforo rosso di proposito. Chi lo fa è un criminale e come tale andrebbe trattato. Ma per fortuna i criminali sono pochi. Ai più, penso, può capitare una distrazione. Perché noi umani siamo esseri imperfetti: può succedere una distrazione, di non valutare bene una frazione di secondo, di sfuggirci il limite di una striscia, il colore di una luce intermittente.

Ma chi amministra gli enti deputati, chi possiede le chiavi del potere locale o nazionale, è possibile non lo sappia. O faccia finta di non saperlo. Perché magari loro si ritengono perfetti, scevri da errori, quasi sovra-umani. Ed allora, usando la forza che le leggi che si sono date con il consenso del Popolo, nel caso di minima distrazione ti puniscono, ti stangano il portafoglio, ti inducono ansia, ti costringono a strenue difese magari per poter continuare ad usare la macchina per andare a lavorare o accompagnare un anziano che non riesce più a camminare.

È questo il tempo che viviamo. La distrazione non è ammessa. Ci sono degli sceriffi, dei detentori del Potere Educativo implacabili, che dall'alto dei loro troni-elettivi, ingaggiano strumenti sempre più sofisticati e costosi (del resto le spese usano metterle a nostro carico) per “addrizzare la schiena” a chi sbaglia, considerando gli altri quasi dei sottoposti tosto da rieducare. 

Così va il mondo oggi. Con il consenso del Popolo che in genere ritenendosi per definizione in colpa e considerando chi è al comando quasi un semi-dio, ama esser... rieducato!

mercoledì 13 luglio 2022

Il caso Mastrilli e gli errori dell'opposizione

ROSETO. L'opposizione si tuffa a capofitto sull'anonimo (e sull'interpretazione che ne dà la Segreteria municipale) e dimentica che per quasi un anno ha taciuto o quasi sugli altri potenziali conflitti d'interessi dalle parti della maggioranza.

E questo da il destro per parlare un po' anche di questa opposizione: frammentata, priva di leadership e senza un progetto politico davvero alternativo. Perché anzitutto parte di questa opposizione, ovvero quella di derivazione più o meno Pd, non ha fatto i conti con il bilancio politicamente disastroso della consiliatura 2016-2021 che l'ha condotta ad un esito elettorale che peggio non poteva essere.

Nugnes e soprattutto Sottanelli non avrebbero potuto vincere come hanno vinto se quelle divisioni dentro il vecchio Pd-allargato non ci fossero state oppure avessero avuto il coraggio della nettezza. Perché guardate che a Roseto quell'area politica di centro-sinistra ha cominciato a perdere nel 2011 e non si è più ripresa, essendo stata la candidatura Di Girolamo un intermezzo non risolutivo. Non risolutivo perché sia lo stesso Di Girolamo sia i suoi critici interni non ebbero il coraggio né l'uno né gli altri di rompere oppure di rimanere allineati. E non c'è peggior cosa in politica delle posizioni poco chiare.

Il caso Mastrilli è sintomatico non solo di una maggioranza che ha (ed avrà ancor più dopo le politiche e le regionali) qualche problema, ma anche di una opposizione priva di visione. Perché qui il punto è uno solo: se questa assessora ha fatto causa al Comune per un fatto che la riguarda personalmente (e ce lo dovrebbero dire) allora è nella sostanza incompatibile, oppure ha semplicemente impugnato un atto per motivi politici ed allora, sempre nella sostanza, non è in contrasto con l'Ente.

Ecco, anche l'opposizione farebbe un po' bene a registrare il suo agire. Perché Nugnes e Sottanelli non sono Pavone e Norante, mentre l'opposizione di oggi potrebbe ripetere pari pari gli errori di quella di allora. Con l'aggravante che li ripete a destra come a sinistra. Perché anche a destra - per quel che significa destra a Roseto, cioè non molto - non si vuol capire di aver sbagliato clamorosamente calcoli e strategie nelle candidature e nella campagna elettorale dell'autunno scorso.

In sostanza, il problema di chi non ha vinto le elezioni è uno solo: non volersi rinnovare.

martedì 12 luglio 2022

Ecco un post che forse non vi aspettavate

Lorena Mastrilli
ROSETO. Posso fare una profezia? Bene, mi butto: secondo me l'assessora Lorena Mastrilli resterà in sella. Nel senso che supererà indenne la questione della sua presunta incompatibilità. Parlo senza conoscere le carte. Ma, ad occhio, un consigliere o assessore mi sembra incompatibile se è in causa con il Comune per un suo fatto privato, per un debito/credito, per questioni personali, insomma. Se – come leggo – la questione dell'assessora Mastrilli riguarda un suo ricorso contro il “centro del riuso” a meno che – ripeto – non vi siano questioni private che ovviamente non conosco, si tratta di un atto contro una deliberazione politica; contro una scelta politica, quindi non mi pare grave nella sostanza. Nella forma, ovvio, non saprei.

Tra l'altro, fosse così, sarebbe una delle pochissime cose buone che Lorena Mastrilli abbia fatto, oltretutto prima di essere eletta. L'opposizione a quella localizzazione del centro-riuso, a mio avviso, era sacrosanta. Piuttosto non piacciono a queste righe altre scelte dell'assessora: come ad esempio la sua partecipazione in Giunta per un affidamento riguardante le manifestazioni natalizie ad una associazione di cui era stata fondatrice; oppure certi rapporti economici che suoi stretti parenti intrattengono con l'Ente e non si vorrebbe, forse persino con alcune ditte in rapporto a loro volta con il Comune. Non perché queste vicende non siano legali: saranno legalissime, ma – secondo me – sono brutte. Questione di stile, insomma. E, secondo me, non giovano neanche a lei.

Ciò detto, fossi nell'opposizione non strombazzerei tanto questa presunta incompatibilità. Primo perché nasce da una lettera anonima e non da azione politica. Secondo, perché l'avversario (avversario non mio, beninteso, ma dell'opposizione) va battuto politicamente, non burocraticamente.

lunedì 11 luglio 2022

Facciamo un ponte. Anzi, lo facciamo dopo

ROSETO. Dunque vediamo. Volteggiamo un pò a zonzo tra le news dell'ultimo week-end.

Il Teramo calcio allora, nel volger di qualche anno, passa dallo stadio nuovo e la “B” sfiorata a rischiare quasi l'esclusione dal campionato. Vabbé, per fortuna ieri la Ferrari ha vinto, se può esser di consolazione. Non consolano certo la serie di incidenti in montagna e sulle strade, di cui puntualmente veniamo edotti nel dettaglio. Del resto l'Abruzzo è fragile, un abruzzese su tre ha infatti più di 60 anni: siamo vecchi. Perciò la guardia medica ci preme anche in vacanza, se no intasiamo i pronto soccorso degli ospedali che già sono intasati di loro. Ma quest'anno pare che non si è riusciti nemmeno a questo. Prima hanno detto ai turisti: rivolgetevi agli ambulatori medici, poi hanno cercato un mezzo tornante a mezza costa, ovvero quasi metà stagione. 

Del resto a Roseto, quasi a metà stagione, ancora siamo alle prese con il cosiddetto bike-sharing. Tra parentesi: il noleggio di una e-bike del servizio promosso dal municipio costa 25 centesimi al minuto più un euro per sbloccarla. Come dire, 16 euro l'ora. Ancora tra parentesi, la paga minima dei lavoratori per cui si combatte in Parlamento è di 9 euro l'ora: giusto un paragone! 

Frattanto, si annunciano nuovi cavalcavia ferroviari, dichiarando tranquillamente che non abbiamo soldi per farli. Benissimo, annunciarlo infatti non costa nulla. Ah bei tempi, quando per tempo ci si lamentava per il bike-sharing. Quello di allora, s'intende.

Aridatece quei tempi!

sabato 9 luglio 2022

Ospedali zero; asili meno; stipendi non ne parliamo, però facciamo tanta cultura: evviva!

La sensazione è che, nel dopo pandemia, molti servizi sanitari, che già prima non brillavano, siano assolutamente peggiorati. Mancanza di puntualità negli appuntamenti; attese infinite per visite ed esami; confusione burocratica assurda. A volte, svolgere un esame clinico che richiede pochi muniti, comporta attese snervanti. Non di rado in stretti corridoi senza finestre. La persona che aspetta si sente considerata meno di un numero, un algortmo, un oggetto. L'umanità, in sanità, non si sa cosa sia. Si arriva alle soglie della vita e ci si sente come in una discarica umana.

Del resto quelli sanitari non sono gli unici servizi peggiorati. Basta vedere le autostrade. Lavori che non finiscono mai. Che vanno in ferie l'estate per riprendere in autunno, senza soluzione di continuità. Corsie ridotte a carrerecce. Più che strade di grande comunicazione sembrano dei monopoli. I nostri avi pagarono per costruirle. Noi le abbiamo pagate con i pedaggi per privatizzarle. Adesso, pare, siano tornate allo Stato: si spera non ce le facciano pagare per la terza volta per ricostruirle.

Nel frattempo, riportano sottovoce le cronache, continuiamo ad avere meno asili nido del necessario, mentre gli infortuni sul lavoro sono di nuovo in aumento. Però tranquilli, siamo un Paese di cultura, che produce continuamente spettacoli, libri ed incontri culturali. Per fortuna, perché avendo meno laureati degli altri Paesi europei, meno donne che lavorano (non parliamo in posizioni dirigenziale), meno bambini e meno servizi pubblici, con stipendi da fame... se non facessimo anche questa incessante manifestazione di cultura, piene di Fasce Tricolore nelle serate inaugurali, chissà dove saremo arrivati!

venerdì 8 luglio 2022

Più che "intercettare"... fare bisogna!

ROSETO. Si discute (per modo di dire) se i fondi per Villa Clemente debbano essere usati per l'Arena Quattro Palme si o no. E sembra che tutto sia un problema di fondi. Guardate che i lavori pubblici non bisogna solo finanziarli: bisogna farli. Occorre finirli e non lasciarli appesi per anni. E' necessario gestirli una volta realizzati. Altrimenti sembra una pesca sportiva per... fondi!

La Villa comunale, ad esempio. Venerdì mattina, alle ore 8.46, il cancello era chiuso. La domanda che la sterminata pubblicistica celebrativa non so se esaudisce (non la frequento) è: rimarrà accessibile al pubblico quel giardino anche dopo la corrente manifestazione? Con quali orari? Tutti i giorni oppure a giorni prefissati? Chi la gestirà? Il Comune come sempre, oppure verrà privatizzata anche la Villa?

Perché il fatto non è solo inaugurare, tagliar nastri, farsi le foto e metterle sui social. Il punto è il quotidiano; la manutenzione continua che non si vede e non fa notizia; la cura costante di ciò che si inaugura. E questo è tutto da vedere. Tutto da dimostrare. Perché fa meno clamore del abbiamo ottenuto (anzi no: usano un altro termine, un termine militaresco, dicono abbiamo intercettato); ecco, la questione non è intercettare (cioè letteralmente dirottare quanto sarebbe destinato non si capisce dov'altro), ma il buon fare. Che è tutto un altro paio di maniche, purtroppo!

mercoledì 6 luglio 2022

Quando lo Stato va oltre l'immaginazione


Oggi, qualche minuto prima delle 14, ho ricevuto la telefonata di una gentile signora, alla cui professionalità occorrerebbe costruire un monumento. Mi informava di esser stato estratto a sorte da un ente dello Stato che vuole sapere da me quanto spendo per campare.

Mi sono incuriosito. Tanto che abbiamo finito con il prendere un caffè in un bar al centro di Roseto, dove mi ha accennato delle peripezie, se non veri e propri pericoli del suo lavoro.

Le domande cui dovrei rispondere mi paiono tipiche di uno Stato occhiuto, impiccione ed inquisitore. Dunque il governo, da cui l'ente statistico dipende, pretende che io gli dica quanto spendo per prendermi il caffé, l'aperitivo o il gelato, quanto per i fagioli ed i... tuberi, le mozzarelle o le caramelle, i biscotti oppure le creme spalmabili, gli snak od i grassi animali, il filo da cucire e, guarda tu, benzina. E tante tante altre cose che non riesco nemmeno a contare.

Decine e decine di domande; divise per giorni. Da annotare scrupolosamente su un diario colorato che mi ha lasciato e che verrà a prendere tra qualche settimana. Nemmeno l'inquisizione credo arrivasse a tal grado di meticolosità di entrare nei fatti personali.

Rispondero per pura cortesia nei confronti dell'intervistatrice. Altrimenti avrei apposto una sola risposta, vergata a caratteri cubitali su ognuna delle 80 pagine di cui si compone “l'atto investigativo” ai miei occhi assurdo che questa burocrazia statale è riuscita ad escogitare: SONO FATTI MIEI!

Davvero qualcosa che va oltre l'immaginazione.

La mission (quasi)impossible di "SiAmo"


ROSETO.
Vanessa Quaranta, vicepresidente "SiAmo"
E' pienamente operativa, presentata alla stampa nel centralissimo lido Celommi, l'associazione politico-culturale “SiAmo”. Presidente, l'ex-consigliere comunale Simone Aloisi, vice la professoressa Vanessa Quaranta. Nel direttivo, un altro ex-consigliere comunale, Marco Angelini e tante donne: Pietrina Cipriani, Filomena di Gianvittorio (limitandomi a quelle presenti questa mattina). In più una consulente legale esterna, avvocata Nada Malatesta e tante altre signore con cui mi scuso per non ricordare i nomi.

Cosa hanno detto? In brevissimo, che non vogliono essere rancorosi ma propositivi; critici verso l'attuale amministrazione ma anche innovativi; rappresentanti di tanti cittadini che comunque non hanno votato, dato che in fin dei conti (questo lo aggiungo io) il sindaco Nugnes ha preso circa 6 mila voti, ovvero più o meno il voto di un rosetano su quattro rispetto agli aventi diritto. Insomma, come dice Vanessa Quaranta: “Capire, osservare, analizzare ed agire, senza essere contrari per principio”. Convinti che ciò voglia dire essere utili a tutta la città, dare una voce in più, offrire al dibatito un nuovo progetto politico

Fin qui la cronaca. Qualche noticina a margine, però, vorrei aggiungerla. Cioè questa. Se “SiAmo” al dunque vuole presidiare soltanto un'area di consenso politico-elettorale, allora ha un compito facilissimo: le basta anche fare da collegio di difesa (politica) al passato. Se invece vuole fare innovazione politica, come promette, allora ha davanti a se una mission quasi impossible.

Perché ho come l'impressione che la città sia cambiata e cambia. Nugnes e la sua listocrazia hanno tentato di interpretare il cambiamento. E, secondo me, hanno ora qualche difficoltà nel dare risposte, se non di propaganda. Ma non di meno dal fenomeno politico Nugnes non si torna indietro. Dopo di lui, se non sarà ancora lui, come è probabile, non vi sarà ritorno al passato. “SiAmo” dovrà sfuggire allora dall'essere identificata come la conservazione di quel che resta della sconfitta elettorale. Altrimenti sarà gioco facile per Nugnes ed i suoi tenere accesa la... Svolta. “SiAmo”, se riesce, deve interpretare un altro cambiamento, se volete più radicale.

Dove può lavorare allora? In teoria, su pezzetti del mondo della Chiesa (a Roseto la chiesa è una potenza invisibile, ma fortissima) che Nugnes, che di quell'area è personificazione politica massima, tuttavia ancora non riesce a coprire al 100 per 100. Poi, magari, lavorare su un altro fattore: Nugnes ed i suoi hanno infatti un ego (politico) smisurato. Loro si sentono un gradino più su. Ma l'ego, per sua natura ontologica, cioè per sua natura propria, presuppone un “nemico”: io posso affermare io soltanto contro un altro io. E questo è un limite. Ecco, sullo iato tra l'essere ecumenici per tabulas ecclesiastica ed egoistici per naturaliter prassi politica, qualcosa in teoria si può fare.

Ma soprattutto, “SiAmo” deve parlare alla gente con il linguaggio della gente. Dei problemi che le persone vivono. Di qualche soluzione possibile. Se vi riuscirà, sarà una voce in più per la Città. E quando si dibatte più si è meglio è. Una parola in più arricchisce e non impoverisce. Poi, che voce sarà lo vedremo. Il problema per questa associazione come per chiunque altro è al dunque saper leggere la città. È un problema anche per chi la politica la osserva e ne scrive. A cominciare dal sottoscritto, naturalmente.

Le premesse, dunque, si intravedono. Ma il parere di queste righe è che SiAmo ha scelto un terreno molto, molto difficile su cui muoversi. Ce la farà? Solo la prova concreta, quotidiana dei fatti potrà dircelo.

domenica 3 luglio 2022

Un dubbio mi sovviene: ma quanti metri quadri ha il cammello?

ROSETO. Dunque, parlando di circo e d'ordinanze, un dubbio mi sovviene: ma si negano davvero – come l'aneddotica ufficiale proclama e la larga informazione con essa ripete – i circhi con animali oppure si prescrivono soltanto degli standard? La lettura dell'Ordinanza che vedete in foto sembra fornire piuttosto indicazioni per la tenuta di cammelli, zebbre e così via. Prescrizioni, tra parentesi, difficili da verificare in concreto. Vorrei vedere, infatti, il povero vigile che va a misurare con il decametro i metri quadrati del cammello!

Comunque, siccome l'autonarrazione ufficiale volge al divieto, che divieto sia, essendo la vulgata autorizzata del testo più... testuale del testo stesso va da se. Eppure noi rosetani un regolamento, quello si davvero contro gli animali nei circhi, lo abbiamo dal 2015. Con ben modesto successo applicativo purtroppo, sia durante l'amministrazione Pavone che l'ebbe in varo, sia in quella successiva. E dire che era stato approvato anche con il contributo emendativo di una allora consigliera comunale Pd (non la cito perché mia carissima amica) che agli animali tiene davvero, e non da ora.

Piuttosto verrebbe da dire qualcosa su scene non di rado osservabili in città. Quando magari la sera al fresco le signore anziane “scendono” il cagnolino sotto casa e questo viene “puntato” da qualche mastino da un quintale e passa (sapeste quanti ce ne sono!) che “trascina” (il molosso, trascina) qualche ragazzino/ragazzina che pesa 35 chili e dovrebbe condurlo al guinzaglio. Vorrei vedere voi se – ammesso che salvate il cucciolo – rientrate a casa con i pantaloni asciutti o ve la siete fatta sotto dallo spavento! Certo, non sembrano edificanti tali incontri-ravvicinati-dell'ennesimo-tipo, qualora fossero presenti dei bambini, che potrebbero restare traumatizzati non poco.

Ecco, benissimo le misure-vetrina, che fanno tanto ribalta social-mediatica, ma siamo a posto con i cestini porta rifiuti? Ne abbiamo di controlli sulle norme per cani di grossa taglia? Abbiamo risolto la questione dei residui (chiamiamoli così) sui marciapiedi? Ci siamo in tema di accessibilità ai parchi? Come stiamo quanto ad aree pet-dedicate?

Insomma, vogliamo parlare davvero di animali d'affezione, presenti nella stragrande maggioranza delle famiglie rosetane, oppure ci basta una narrazione qualsivoglia un tanto per...?

Sua maestà la Palazzina

ROSETO. Sembra la palazzina ad appartamenti fronte mare o giù di lì, la punta di diamante della politica urbanistica rosetana del XXI° secolo. Un po' come nel XX° di secolo, salvo che quello aveva lasciato qualche albergo in centro ed un po' di vuoti qua e là, mentre questo non ci pensa nemmeno. Anzi, ha già occupato con una linea continua di costruito, per comodità chiamato chalet-balneari, tutta la striscia di spiaggia ben oltre ciò che un tempo era il lungomare.

Così, presto altri due ex-alberghi del tratto principale della paasseggiata a mare cadranno a vantaggio di mastodontiche palazzine residenziali. E non è questione dell'ultima amministrazione comunale, ma di un filo rosso (rosso-mattone) che viene da lontano e va lontanissimo nel tempo. Semmai v'è solo continuità assoluta degli attuali reggitori del potere civico con i loro predecessori, chi più chi meno tutti propesi verso il medesimo modello.

Si diceva allora dei vuoti lasciati dal Novecento. È prossima la cancellazione, pare, di uno di questi residuato sul lato nord della riviera rosetana, sì che il “muro” di edilizia ininterrotta dovrebbe congiungersi a chiusura massiccia della vista. Vista peraltro già tranquillamente alterata nella prospettiva fin sul vialetto di accesso alla Villa comunale, che pur dovrebbe esser indirettamente tutelato dai vincoli paesistici.

Bisognerebbe raccontarla dall'inizio, la storia della Villa comunale di Roseto. Da quel 1974, quando una politica leggermente più lungimirante, per 200 milioni di lire di allora (circa 1,5 milioni di euro di oggi) volle riscattarla all'uso pubblico. Un'operazione “democratica” come usava all'epoca, quando una dimora privata, di stile aristocratico, veniva convertita all'uso pubblico. Da allora le alterne vicende di quell'edificio essenzialmente neo-classico, hanno visto l'apice nelle serate dedicate al 150° compleanno di Roseto, nel 2010. Il giardino toccò allora la sua massima magnificenza.

Senonché, nel 2016, un discutibile tentativo di restauro di fatto trasformava la Villa in un cantiere perenne per sei anni. Chiusa al pubblico. Il giardino devastato. Non è dunque per demerito del sindaco attuale, Mario Nugnes, che il vialetto d'ingresso ha perso la “quinta” alberata laterale, soprattutto lato nord. E ne ha snaturato la prospettiva. Toccherebbe invece a Nugnes far ripiantare quegli alberi, che tra l'altro si contano sulle dita di una mano, ma sono importantissimi sul piano culturale.

Come si accennava in altro post di questo blog, è essenziale ripristinare il rapporto consolidato tra la Nazionale e la facciata della Villa. Soprattutto se si vuole “segnare” visivamente, oltreché in senso paesistico ed architettonico, un legame con la dirimpettaia Arena Quattro Palme e poi tra questa, attraverso le aree dismesse della ferrovia, con la pinetina Celommi e quindi il mare. Ritessere quel rapporto darebbe un nuovo articolato affaccio al mare a tutta la città.

Ecco, l'affaccio al mare. Di una cittadina di mare che di fatto, con file successive di palazzine e chalet-balneari, lo sposta sempre più in là quell'affaccio, fin quasi sul confine dell'acqua. Per un domani magari superarlo ancora a mezzo di palafitte. Come nel neolitico insomma, quando ci si rifugiava sul mare per tener lontane le fiere. Ora si tien lontana un'altra cosa: la possibilità di beneficiare della vista del mare oltre la “prima fila”. Come dire, una cultura un po' gerarchica e diversamente classista, tipica peraltro dei correnti tempi che viviamo.

Come dir allora: buona domenica, va!

venerdì 1 luglio 2022

Eppure quel vialetto cambiava la prospettiva della Villa

ROSETO. Non vorrei interrompere un'emozione. Anche a me piace la gente che piace. O almeno ci prova, a farsi piacere. Però guardate, quel vialetto delimitato da alberi (ormai abbattuti) che conduceva dalla Nazionale alla Villa era importante. Perché? Perchè introduceva una “perpendicolare” che trasformava l'accesso all'edificio come vi fosse una sorpresa al termine del percorso. Ci sarebbero questioni filosofiche, legate al neoclassicismo eccetera, ma lasciamo stare: non ci interessano.

Il punto è semplice. Un conto è che io, io turista, io cittadino, passo sulla Nazionale, costeggio un muro di recinzione con “occhi” di edera, vedo un cancello e, in fondo un breve vialetto alberato, spunta una facciata simmetrica; altro conto è vedere un edificio “pelato” parallelo alla strada. È una percezione visiva tutta diversa. Nella prima ho un gioco di simmetrie prospettiche che esaltano il disegno urbano; nell'altra una cosa piatta, una banalità estetica.

Guardate, si tratta solo di due filari di alberi: sette-otto piante su due lati, possibilmente d'alto fusto e sempre verdi: una spesa irrisoria. Che però restituirebbe un'estetica e, in certo senso, una cultura, un modo d'intendere e di pensare la città. E, fidatevi, anche la vostra foto di gruppo sarebbe venuta meglio con gli alberi!

P.s.: temo che quelle piante tagliate non verranno mai ripiantate. Ho come l'impressione che non interessino. Le foto vengono lo stesso, ahìme!

Liliana e la solidarietà (con qualche riflessione natalizia)

Liliana di Tecco ROSETO. A Roseto i poveri esistono. Nonostante il benessere medio della cittadina. E malgrado la narrazione ufficiale, che ...