Del resto, pur scontando la strategica posizione centrale, a chi avrebbero potuto vendere le Ferrovie dello Stato, proprietarie dell'Arena? Di fatto, ed a voler pure di diritto, è un terreno vincolato dalla storia. Soltanto se avessero permesso (cosa assurda, ma non teoricamente impossibile) di costruire delle palazzine commerciali, si sarebbe potuto spuntare quel prezzo. Ma bloccando l'uso al contesto storico, come sarebbe stato corretto, il terreno sarebbe stato di fatto invendibile.
L'unico
valore contrattuale a vantaggio delle Ferrovie poteva essere lo
stallo e quindi il degrado di un area che non lo merita. E, per
converso, è questa stessa condizione che in qualche modo ha forse portato il
Comune ad accettare. In ogni caso, tra Enti pubblici, come lo Stato
ed il Comune, fare compravendita di aree come se avessero carattere
speculativo, è una aberrazione tutta italiana. Si tratta pur sempre,
al netto di tutto, di una partita di giro di denaro pubblico, che esce dalla
tasche di un organo dello Stato quale il Comune e finisce in quelle
di un Ente latamente statale come le Ferrovie. Insomma, come dire...