Ma tranquilli, non succede nulla. La società politica di fatto Enio(Pavone)-Giulio(Sottanelli)-Mario(Nugnes) per ora non corre rischi, pena lo scioglimento per causa internibus, evento raro in politica. Del resto non è che l'opposizione sia così temibile da porre loro qualche preoccupazione.
Le due opposizioni di sinistra, quella del Pd e quella Cinque-Stelle-Ciancaione, in concreto, si elidono a vicenda. Il Pd rosetano, infatti, è sempre stato un partito di centro ultra-moderato e quell'elettorato lì, tolto lo zoccolo duro di simbolo, lo ha conquistato Nugnes irreversibilmente. A sinistra, l'attivismo della consigliera Ciancaione blocca in sostanza qualsiasi sviluppo in quella direzione del Pd, che pur con la segreteria Schlein potrebbe tentare, ma qui non riuscirà nemmeno se Elly scendesse personalmente.
A centro, c'è l'opposizione di “Si.Amo-Roseto”, che si è ritagliata il ruolo di duro controllore della legittimità degli atti e dei regolamenti, che svolge con competenza e caparbietà. Ci rimettono anche dei soldi personali per i ricorsi. Un lavoro immane, ma ovvio che solo non basta.
A destra, abbiamo due opposizioni, quella di Fratelli d'Italia, molto dipendente dal bravo consigliere Francesco di Giuseppe (quando manca si avverte), ma anche con tutti i limiti di un'opposizione di un partito di destra che a Roseto arriva dove può arrivare; eppoi c'è Alessandro Recchiuti e William di Marco con il loro polo di centro-destra-moderato, che finora incide fino a un certo punto.
Quindi il panorama è tuttora iper-favorevole alla minoranza-relativa Nugnes-Pavone-Sottanelli, la quale, nella situazione data, con un potenziale di 4 mila voti in cascina, non solo ha il secondo mandato in tasca, ma nella realtà vera fa ciò vuole. Soprattutto in urbanistica.
Questo è. Per il momento!