venerdì 20 settembre 2024

Mo' ci volevano quelli di una volta

ROSETO. Fossimo noi (noi contemporanei, diciamo) avvenuti nel tardo seicento (secolo XVII°); nell'epoca del barocco stramazzante a rococò, un danno simil quello della lanterna sulla cupola di Montepagano, lo avremmo risolto sul fare di 5-6 albe.

Avremmo infatti trapeziato sù un trabatello; mandato un messo-civico da qualche mastro-muratore e questi, convocato un manovale, nel sorgere del sole di una cinquina di giornate, murando dall'interno, avrebbe rattoppato il foro che manco i punti del rattoppo si sarebbero avveduti. Costo stimato: scudi tremila larghi del seicento, più o meno tremila euro paragonati all'oggi.

Ma noi siamo di lunga lena evoluti da quel dì. Per cui, va a finire, prima puntelleremo che pure la torre di Pisa ne avrebbe strapiombo risparmiato; poi “intercetteremo”, con l'aiuto di caccia a guida laser, i famosi pingui finanziamenti, magari facendoci indirizzare da capaci consulenze all'uopo designate; quindi progetteremo i lavori di restauro con sette-otto mani di disegno e almeno quarantacinque validazioni burocratiche; allora appalteremo due o tre lotti buoni e, passati una trentina d'anni, riavremo la lanterna con spesa che gli antichi avrebbero costruito tutta la chiesa con avanzo di denaro.

Così va il mondo oggidì. E naturalmente ad ogni passaggio, innalzeremo un monumento comunicativo al politico di turno che si è incontrato ad intercettare, progettare, appaltare, eccetera. Per cui alla fine avremo più monumenti comuncativi ai politici di turno che lanterne ad occhio sulla cupola. In compenso, però, saremo assai propensi ai complimenti versus noi medesimi!

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