Mettiamo che io fossi un manutentore o un addetto ai servizi oppure un lavoratore che usa l'auto. Mi chiama un cliente. Prendo la macchina. Devo fare poche decine di chilometri. Mi metto in strada e comincio a trovare rotonde assurde. Non agli incroci dove comunque dovevi rallentare, ma messe a tagliare interi rettilinei. Poste a massacrare le strade che i nostri genitori costruirono per congiungere le città. Poste a spaccare culturalmente una civiltà del lavoro, del progresso, dell'uomo. Ovvio perdo tempo. Bene, lo dovrò caricare sui costi, che vanno a scaricarsi sul cliente.
Vado avanti e trovo i semafori trappola. Quelli con il giallo uno, due, tre... via. Prenderò una multa. La dovrò caricare sui costi, che si scaricano sul cliente.
Incontro poi gli autovelox-killer. Nascosti. Preceduti da limiti inverosimili. Prenderò una multa. La dovrò caricare sui costi, che si ripercuotono sul cliente.
Allora incappo nei lavori perpetui: che bloccano chilometri e chilometri di corsie per mesi, se non anni. Code infinite. Perdo altro tempo. Lo dovrò caricare sui costi, che saranno a spese sul cliente.
Infine arrivo. Non trovo parcheggio. Giri e ticket. Li dovrò scaricare sui costi, anch'essi da rifarsi sul cliente.
E già mi è andata bene. Perché magari incontravo anche un lupo o un cinghiale. Animali sacri. Oggetti di massimi diritti. Magari mi distruggevano l'auto. E la dovevo caricare sui costi. A quel punto o fallivo io o il cliente!
Ecco, questa assurda politca contro il lavoro; questa consacrazione del futile, la paga il consumatore. La paghiamo noi. I sindaci fanno a gara a distruggere le strade con le rotonde, a trasformare i semafori in grandi spioni, a piazzare macchinette dietro limiti non rispettabili; e noi paghiamo. Paga il paese, che non si sa come riesce ad andare avanti in mezzo a tutti questi ostacoli. Pagano i lavoratori e tutti noi con lo stress, l'ansia, la distruzione della qualità della vita.
Sembra ci si diverta a rendere la vita più difficile di quanto già non sia. Ma non si ci rende conto che si fa pagare a tutti il costo dell'assurdo, dell'ossessione dei controlli, dell'isteria della falsa sicurezza.