domenica 25 ottobre 2020

Ma è colpa degli operai?

ROSETO. Hanno fatto discutere, in settimana, le affermazioni del sindaco circa il precario stato di salute degli operai comunali. Senza entrare nello specifico, tuttavia, la piuttosto populistica affermazione merita qualche riflessione.

Va da sé, infatti, che ricorrere agli appalti privati per la manutenzione straordinaria può avere un senso. Assai meno, invece, per la manutenzione ordinaria. Un lavoro che fai una volta ogni tanto, puoi darlo benissimo in appalto. La manutenzione ordinaria, che devi fare giorno per giorno, è diversa. In quel caso, infatti, dovresti chiedere al mercato privato la messa a disposizione di manodopera, da retribuire poi a giornate si presume. Cosa, naturalmente, che si può fare, ma a certe condizioni. E la condizione principale è che vi sia chi coordini e controlli questa manodopera più o meno a cottimo.

Mi viene in mente la storia di un geometra che conoscevo da vicino. Usava quel metodo della manodopera in economia. Però si alzava la mattina alle sette per stare in cantiere alle otto, cinque minuti prima degli operai. Anche in inverno con le “gelate” (perché gli episodi cui mi riferisco avvenivano in una zona montana). Usava la sua macchina, spaccando anche qualche gomma, visto che l'ente per cui lavorava non aveva auto di servizio. Quasi sempre, a metà mattinata, quando tornava per vedere se quello che aveva detto di fare procedeva bene, pagava con i suoi soldi qualche caffé nel bar del paese più vicino. Se qualcosa non andava, non c'era mai subito il rimprovero, ma la spiegazione e la ricerca del perché. Poi, se qualcuno proprio non voleva capire, si arrivava ai provvedimenti necessari, ma solo dopo e solo se dell'altra parte c'era mala fede.

Altri tempi, d'accordo ed altri capi cantiere. Ma la via, se vuoi servirti (e non esserne servito) dalle imprese esterne, è quella. Difficile pensarla oggi in un ente pubblico. Perciò, stiamo attenti a glorificare gli appalti, può andare anche peggio. Non sempre, se le cose vanno male, è colpa degli operai. Dice un vecchio proverbio: se il filo era a piombo e il muro è storto, la colpa non è solo di chi mette i mattoni: è il "mastro" che non va!

lunedì 19 ottobre 2020

"Roseto ha bisogno di idee nuove"

Vanessa Quaranta

ROSETO. Una delle armi dialettiche che il sindaco, Sabatino Di Girolamo (Pd), sta usando per convincere gli elettori a confermarlo per un secondo mandato la prossima primavera, è quella di annunciare molte opere pubbliche: alcune secondo lui già in dirittura d'arrivo, altre prossime, altre ancora per i cinque anni avvenire. Oggi, ad esempio, è tornato sul teatro dietro la villa comunale, che in realtà fu promesso anche cinque anni or sono, salvo poi non riuscire a portare avanti nemmeno la ristrutturazione della Villa, rimasta “incartata” dentro le impalcature.

Bene, l'espediente politico, di per se legittimo, non persuade per nulla Vanessa Quaranta, presidente dell'associazione “Il Punto”. La professoressa Quaranta non fa molti comunicati, ma quando esce è precisa come solo una donna sa essere. Così, nel pomeriggio, ha fatto osservare che pare un po' troppo tardi ricordarsi adesso degli spazi culturali e dei “luoghi che hanno fatto la storia di Roseto”, ovvero il cinema Odeon, l'Arena Quattro Palme ed appunto la Villa comunale. Tanto più, dice Vanessa Quaranta, che tutto cozza con la presunta “mancanza di soldi”, che per quattro anni l'amministrazione civica ha opposto a qualsiasi richiesta dei cittadini circa la cura della città.

Quindi adesso i soldi ci sono oppure è tutta propaganda? È la domanda che la presidente de “Il Punto” pone. Con un passaggio finale che un po' riassume – secondo queste righe – il senso della domanda stessa: “Roseto – si legge – ha bisogno di forze, idee e progetti nuovi, portate avanti da persone competenti che con umiltà dovranno spendersi per il bene comune”.

Personalmente aggiungerei: ha bisogno di donne, per portarle avanti.

domenica 18 ottobre 2020

"Fa paura la rabbia fredda dei giovani"

ROSETO. In questi tempi grigi, in cui si pedala a ruote sgonfie nella vita, c'è un evergreen immarcescibile: tutti vogliono fare i sindaci o gli amministratori comunali. Salvo poi lamentarsi, ovviamente una volta assicurata la poltrona, alla quale peraltro nessuno li obbliga, della sua presunta scomodità.

È il caso anche di Roseto, dove a circa sette mesi dal probabile appuntamento elettorale, si moltiplicano ambizioni politiche coperte e scoperte. Cosa che peraltro scorre come acqua su olio rispetto all'interesse, pressocche pari a quello delle chiacchiare da bar, che le persone normali dedicano a questi giochetti della cosiddetta politica.

Ecco, il disinteresse degli elettori è inversamente proporzionale all'interesse degli aspiranti eletti. Una spiegazione che bisognerebbe chiedere alla “scienza”, ma alla scienza di cui leggevo io da bambino sulle enciclopedie, che prometteva bene e felicità al mondo, non quella d'oggi che altro non riesce a dire se non: “stete a' la casa”!

Rimedio scientifico, codesto, che ad una ragazza priva di “stipendio fisso”, casualmente incontrata nella mattina, non pare troppo convincente: “Si, ma se ci chiudono e non ci pagano, io come campo? Non sottovalutate la rabbia fredda dei giovani – mi dice – non parlano, non protestano, sembrano tutti rispettosi, ma se scoppia qualcosa dentro loro, sarà in modo irrazionale”.

Saggia la ragazza. Intanto io – da semi-anziano – tra un cambiar la biancheria del letto ed il metter sù la lavatrice, mi “sparo” quattro passi ed un ottimo caffé. In attesa che il nostro Magno Premier completi di dosare il gocciolio delle anticipazioni da sapiente regia organizzate e faccia sapere, dal Balcone (Virtuale) di Palazzo Chigi, a che ora debbo rincasare!

mercoledì 14 ottobre 2020

Prima di prendere l'autostrada, ricordatevi di obbedire al Governo!


Ma il famoso Gip di Avellino che fine ha fatto? Ricordate quando il tema era: sostituire i guard rail dell'autostrada? Ed il ponte sul Cerrano, si è “ristabilito” da solo; ha preso degli “integratori”? Quante chiacchiere hanno fatto, in un anno circa, sul tratto abruzzese dell'autostrada adriatica! E chi ci passa la trova ancora così, piena di restringimenti, con eterni “lavori in corso” e autovelox ad ogni passo. Insicura, stretta, trafficata, piena d'insidie.

Eccola la politica a livello nazionale e regionale: il nulla riempito dal vuoto, anzi dalle chiacchiere infinte. Comprese le chiacchiere dei sindaci, che protestano solo a corrente alternata.

D'accordo, da circa otto mesi abbiamo il virus, che tutto copre. Ma se il virus è “colpa nostra”, perché “teniamo famiglia”, quindi tendiamo perigliosamente al timballo domenicale, l'autostrada è pur essa colpa nostra? Dovevamo andare noi, con cazzuola e badile, a rammentare i ponti? Dobbiamo andare noi, con il cacciavite, ad imbullonare questi benedetti guard rail?

Che dobbiamo fare? Ditecelo, visto che lo Stato siamo Noi, ma il governo dello Stato, purtroppo, siete voi? Vabbé, è chiaro: tanto ci sbatteranno tutti dentro e chissenefrega dell'autostrada. Ecco, la soluzione universale ce l'hanno sempre nel cassetto. Funziona per tutte le stagioni.

P.s.: ah, prima di prendere l'autostrada, ricordatevi di obbedire sempre al Governo!

domenica 11 ottobre 2020

Ruit hora! (il tempo passa)

ROSETO. Partiti di governo che bisticciano sui soldi per la sanità, incuranti degli “assembramenti” pro-tamponi. Presidenti di Regione, chiamati “Governatori” in yankees style, che gareggiano con il governo sulla stesura di testi di legge più o meno stringenti. Sindaci che, metro alla mano, “ordinano” la... buona educazione! 

Insomma, la politica non annoia i suoi sempre più anziani e solitari spettatori. E mentre il nastro dell'informazione nazionale e regionale scorre, abbiamo qui davanti agli occhi il rincorrersi rosetano di prossimi nastri da tagliare per cantieri e lavori. Dopo quattro anni si teme forse di raccogliere i pochi frutti di una gestione amministrativa per lunghi periodi insufficiente, che magari potrebbe aver provocato qualche scontentezza in Città. 

Di fronte all'accavallarsi delle cose, tuttavia, le forze che si propongono di scalzare gli attuali reggitori della politca municipale, non sembrano ben attrezzate a trasformare lo scontento in consenso. Non è dato sapere quali siano le loro proposte, non solo programmatiche ma di stile, verrebbe da dire. Quale stile? Quello della chiarezza anzitutto e della comunicazione dopo. 

A sette-otto mesi dal voto di primavera (virus permettendo) si vocifera di tanti nomi (forse troppi) che sarebbero pronti a correre per la carica di primo cittadino, ma finora solo il sindaco uscente, Sabatino Di Girolamo, ha fatto sapere di essere disponibile per un nuovo mandato. Nel suo campo, quello del centro-sinistra o giù di lì, però, i rumors non escludono la voglia di sfidarlo da parte dell'ex-deputato Tommaso Ginoble, come quella di Rosaria Ciancaione od anche di Mario Nugnes. Nel centro-destra, invece, buio fitto e carte coperte. 

Ora, su queste voci – che si lasciano trapelare – non v'è comunicazione ufficiale di sorta. Ne è noto se il famoso strumento delle “primarie” sarà o meno riattivato e quando eventualmente. Insomma, sembra che nessuno voglia pensare nel frattempo a raccogliere lo scontento dei cittadini, che pur sembra esserci, per trasformarlo in consenso. Eppure non si vota più solo con le ideologie o per l'appartenenza. Ma ciò nonostante si pensa solo ai condizionamenti reciproci, a giocare a nascondino. 

Non sarebbe il caso, allora, che chi vuol raccogliere la sfida venga finalmente allo scoperto? Non sarebbe un atto di trasparenza e di riguardo per gli elettori? Non sarebbe questo il tempo di farlo? Ecco, viene buona una espressione latina (senza riferimenti, benitenso): “Ruit hora!” (il tempo passa).

venerdì 9 ottobre 2020

Il “Palo Petrini” irrompe in Consiglio

Adriano De Luca

ROSETO. Tra le Deluchiane “s” italiche (by Adriano De Luca, consigliere indipendente) e le Petriniane “i” greca (perla di Nicola Petrini, assessore alle manutenzioni), è tornato a riunirsi, dopo le ferie estive, il consiglio comunale. Il cui clou è stato, come al solito, l'ora iniziale in cui ogni consigliere dice quello che vuole senza pericolo di conseguenza pratica per fortuna.

Ed uno degli argomenti di codesti preliminari, è stato proprio quello che il consigliere Angelo Marcone (civico di destra), ha ribattezzato il “Palo Petrini”. Trattasi in breve di un cilindretto di ferro alto un paio di metri piantato su un “panettone” di cemento nel bel mezzo della rotonda-sud, onde “convincere” le auto ad imboccare un lungomare già ridotto a budello causa un pezzo di, così chiamata, “pista ciclabile”. Sta tanto ritto in mezzo alla via, detto paletto, che qualche ora dopo averlo issato è già stato buttato già da un auto che lo ha centrato in pieno.

Ora, uno dice: Nicola Petrini, era già nell'occhio del ciclone di un po' di comitati causa il contestato centro dei rifiuti a latere della zona sportiva, quel paletto non se lo poteva risparmiare (e risparmiarci)? D'accordo, lui sostiene che i tecnici hanno gli han dato l'ok. E d'altra parte, se il palo non ci fosse stato, nemmeno avremmo udito appunto della “s italica” o della “i” greca”. E tan meno Massimo Felicioni, consigliere di stessa area politica di Petrini (?), il quale riconosce che il palo medesimo proprio non va bene. Però, uno dice...

Ed allora, sempre quell'uno dice ancora: è sufficiente tutto questo per mettersi davanti uno smartphone o un computer per godersi almeno una parte del chilometrico consiglio a porte rigorosamente chiuse? Dipende: se hai una certa età e non sai come passare un pomeriggio-sera, la cosa può andare. Se hai meglio da fare, ovvio, preferisci altro. Ma in tempi di lockdown prossimo venturo (si spera di no, ovviamente) cosa c'è di meglio di un allenamentto preventivo al carcere domiciliare-sanitario che non una.... serata di virtual consiglio? Ve ne fossero di svaghi del genere quando ci sbatteranno di nuovo tutti dentro!

domenica 4 ottobre 2020

Tra le Riserve escursionistiche ed i capannoni prossimi venturi

ROSETO. Marco Borgatti, che con le sue “Guide” organizza passeggiate nella Riserva, lamenta che il Borsacchio è fuori dalla Commissione comunale sul turismo e che la Riserva non becca un quattrino di soldo municipale.

Poco male, si direbbe. A parere di queste righe, la Commissione, Comitato, o come si chiama... sul turismo, è un organismo para-politico che non serve assolutamente a nulla. Questa estate, a Roseto, non si passava quanta era la gente venuta al mare. E questa estate, per le note ragioni sanitarie, non si è organizzato un bel niente. Il che vuol dire che la gente viene e basta senza guardare a questo o quel cartellone.

Del resto viviamo tempi cupi. E non credo che la gente stia a pensare a queste cose. Non so nemmeno se il nuovo-cemento-capannon-commercial, che pare piaccia un mondo all'architetto “Peppe” Di Sante, consigliere comunale e esponente del Pd locale, serva a qualcosa oltre a consumare quel po' di verde che rimane.

Nel futuro è probabile si viva chiusi dentro quattro mura, con in testa un soffitto e sotto i piedi un pavimento; e quindi si acquisti solo on-line, si vada a scuola su uno schermo casalingo ed in ufficio da un monitor sul comodino. Non si sa se codesti cosiddetti umani in pigiama, goderanno on-line dell'appassionante gara (politica) tra i referenti (politici) dell'ambiente ed i propugnatori (politici) del cemento, tutti tra l'altro appassionatamente riconoscentesi nella più o meno allargata area (politica).

Buona Domenica

Liliana e la solidarietà (con qualche riflessione natalizia)

Liliana di Tecco ROSETO. A Roseto i poveri esistono. Nonostante il benessere medio della cittadina. E malgrado la narrazione ufficiale, che ...