giovedì 28 novembre 2019

Ed in Consiglio rispunta il campanile di Montepagano

ROSETO. Per le vie accidentali, è tornato in consiglio comunale il campanile di Montepagano. È successo oggi pomeriggio, in occasione del riconoscimento di un debito fuori dal bilancio. Ma andiamo con ordine.

Anzitutto va detto che il campanile di Montepagano è un simbolo, oltre che un monumento. Fa parte della trilogia di opere rinascimentali che comprende il campanile di Teramo e di Atri. È un esempio della scuola lombarda in abruzzo. Caratteristica per “l'attacco al cielo” (cosi chiamano gli architetti il tetto degli edifici) che tende alla cuspide. Non certo cuspide “tirata” al gotico, ma nemmeno al tardo antico. Insomma, uno storico dell'arte potrebbe trovarvi “citazioni” e “interpretazioni” che fanno assonanza con il cromatismo della storia locale.

Dieci anni fa, dopo il terremoto dell'Aquila del 2009, il campanile venne transennato per sicurezza. La campana, che aveva scandito per secoli la vita sociale e agraria del Borgo, fu “silenziata”. Nel borgo la campana ha un suo perché. Cominciò quindi la ricerca di un modo per restaurare la torre. Ricordo personalmente che, in particolare una consigliera comunale Pd di allora, Raffaella D'Elpidio, si fece portavoce della necessità di un intervento.

L'amministrazione del sindaco Pavone, dopo qualche tempo, riuscì ad ottenere dalla Regione, allora presieduta da Gianni Chiodi, un primo finanziamento. Fu incaricata del progetto una sensibile e raffinata architetta, tra l'altro di origini Paganesi: Laura Marini. La quale elaborò un progetto di restauro e di miglioramento sismico. Attenzione, sottolineo “miglioramento sismico”. E lo sottolineo perché questa sera, in Aula, il consigliere Simone Aloisi ed il vicesindaco Simone Tacchetti, mi pare abbiano poco evidenziato, se non proprio sottovalutato, l'aspetto del consolidamento sismico presente con ben quattro piani rigidi dentro il progetto di Laura Marini.

Ma siccome siamo in Italia e tutto finisce ad ogni elezione, quel progetto dovette aspettare circa un anno a cavallo delle elezioni del 2016 per veder la consegna dei lavori. E, per sua sfortuna, i lavori iniziarono pochi giorni prima che lo sciame sismico del terremoto di Amatrice del 2016 provocasse alcuni dissesti e distacchi nel campanile di Montepagano. A quel punto il Comune bloccò tutto e fece intervenire tutta la trafila della protezione civile, con ingabbiamento della torre e sua successiva cerchiatura di sicurezza.

Nel frattempo, però, la progettista era stata convocata dall'Ente stesso ed invitata a redigere d'urgenza una variante progettuale. L'incarico fu dato, come si dice, “senza impegno di spesa” (di qui il debito fuori bilancio). La professionista studiò quindi un nuovo progetto post-sisma che il Comune utilizzò per chiedere (ed ottenere) un cospicuo finanziamento da parte del ministero dei beni culturali teso ad un più ampio restauro della torre. Restauro di cui si è ancora in attesa perché i fondi, nel frattempo, sono stati posticipati dal Governo al 2021.

E qui si innesca un altro requisito della burocrazia italiana. Quel secondo progetto, infatti, fu commissionato, ottenuto ed utilizzato dall'Ente, ma la progettista (fino a questa sera) non fu pagata. Ha dovuto attendere appunto un paio d'anni affinché il consiglio comunale si decidesse a ricoscere quel suo sacrosanto credito. E forse dovrà ancora attendere del tempo per i passaggi attuativi della delibera, che a questo punto sono però soltanto tecnici.

Questa la cronaca, come si diceva. Cui va aggiunta la polemica della discussione in Aula di oggi. L'ex-sindaco Pavone, infatti, ha ribadito che se i lavori fossero stati eseguiti in tempo il terremoto non avrebbe arrecato danni alla torre. Mentre Aloisi e Tacchetti hanno ribattuto che l'amministrazione Di Girolamo, entrata in carica appena due mesi prima dello sciame sismico del 2016, non avrebbe comunque fatto in tempo a portare avanti quei lavori. I quali lavori, hanno aggiunto, sarebbero stati resi obsoleti dal sisma stesso. 

E qui personalmente dissento. Secondo me, dai dati tecnici che ricordo di quel progetto, l'intervento di Laura Marini avrebbe salvato il campanile. Che non si sia fatto in tempo, d'accordo. Ma perché quest'oggi, da parte dei due citati interventi di Aloisi e Tacchetti, quel progetto sia stato elogiato, ma al contempo di fatto sminuito da termini impropri (“progetto vecchio”, “non risolutivo”, quasi preistorico) proprio non l'ho capito. Francamente quei termini non hanno aggiunto proprio nulla al dibattito.

Il Natale a Roseto



ROSETO. Da gran messe d'anni, all'affacciar dicembrino, tutti i Comuni organizzano “Il Natale”. Addobbano le strade, fanno l'albero, allestiscono manifestazioni. Sperando che l'atmosfera natalizia, oltre a ravvivare le vie, porti qualche cliente in più ai negozi locali, spesso stroncati da centri commerciali ed e-commerce. Nasce anche una specie di confronto con le città vicine; una sorta di gara “a chi fa più Natale”.

Ricordo Roseto ai primi anni '90 del Novecento. Tutti gli alberelli di via Nazionale, da via Settembrini a via Thaulero se non sbaglio, accesi di lucine molto caratteristiche. Ma allora il Comune aveva “gli operai”. Ora gli operai sono quasi tutti in pensione. Ed anche le lucine ormai un ricordo. Allora subentrano le associazioni private. Quest'anno, ad esempio, sono i commercianti riuniti in “Assorose” ad aver preparato “Il Natale”. Insieme al Comune, ovviamente, come “fossimo tutti una grande famiglia”, ha detto questa mattina l'assessora al ramo, Carmelita Bruscia, nel presentare alla stampa appunto “Il Natale”, attorniata dalle rappresentati (tutte al femminile) di “Assorose”.

Così si comincia già da domani (venerdì 29 novembre), in coincidenza con il cosiddetto “Black friday” (che coloro che leggono sapranno certamente più di me cos'è). Poi si proseguirà ogni veek-end natalizio con addobbi, animazioni, mercatini, momenti musicali, particolari “Arredi” di vetrine e marciapiedi e tutto quello che potete leggere nella locandina qui riprodotta.

Insomma, i commercianti rosetani si aspettano qualche riscontro, economico ed anche sociale. E, nell'occasione, solo per venerdì 29 e sabato 30 novembre, il Comune ha concesso la sosta gratuita su via Nazionale e piazza primo maggio. E qui, se proprio uno volesse un cicino distaccarsi dal buonismo natalizio dovrebbe fare un esercizio di logica. Vale a dire il seguente: se tu (tu Comune) mi dici che fermi per due giorni le macchinette dei parcheggi sostenendo tu (tu Comune) stesso che così favorisci il commercio, allora senza ammetterlo riconosci che i parcheggi a pagamento al commercio fanno male. Elementare Watson, non dite?

venerdì 22 novembre 2019

Il 30 per cento circa va al noleggio delle macchinette

ROSETO. Il 30 per cento circa degli incassi per i parcheggi a pagamento vola via per il costo di noleggio delle macchinette-parcometro. Il dato esce, zitto zitto, da due provvedimenti cosiddetti di “liquidazione” pubblicati sull'albo pretorio on-line del Comune. Per la precisione, da febbraio a dicembre del 2019, il Comune ha liquidato alla società appaltatrice del servizi, la “Helian srl”, la somma di 15.189 euro (mesi di febbraio e marzo) più 56.239 per la restante parte dell'anno. Quest'ultimo importo, però, è stato versato alla società “Dimensione Solare”, nel frattempo subentrata nel ramo d'azienda. Per la cronaca, la “Dimensione Solare” dovrebbe essere la stessa ditta che fece la proposta di “progetto di finanza”, sempre sui parcheggi, alla vecchia Giunta Pavone.
Nel 2020, si legge ancora nell'atto di liquidazione n.41/019, il Comune sborserà per il nolo 74.986 euro. Ora, rispetto ai 260 mila euro d'incassi sbandierati a tutta stampa dal Comune qualche settimana fa, tale canone di 75 mila euro, costituisce appunto circa il 30 per cento. Quindi gli incassi effettivi si attestano piuttosto sui 180 mila euro l'anno. Il che vuol dire anche un altra cosa. Se, per ipotesi, il Comune avesse scelto un sistema più semplice, magari contenendo i costi d'esercizio intorno al 10 per cento, i cittadini avrebbero potuto pagare 80 centesimi l'ora anzinché 1 euro senza che all'Ente fosse mancato un solo centesimo nei suoi conti.

Ma tant'è. L'importante è pagare. Tanto pantalone è per definizione assai... paziente!

giovedì 21 novembre 2019

Armiamoci di badile: fa che 'sto mondo nel 2030 sclera

foto diramata dal Comune in occasione della festa degli alberi

ROSETO. Fanno sapere i bene informati che nel 2030 il mondo comincerà a finire. Bene, si spera che, per quella data, qui a Roseto si sia finito di cementificare le aree ancora disponibili. Qualche grossa lottizzazione è alle viste. Per via indiretta ne accenna l'albo pretorio odierno. Quindi, da questo punto di vista, nutriamo buone speranze.

Nel decennio, inoltre, è auspicabile che il buon Nicola Petrini – senz'altro ancora assessore per quell'epoca – abbia finito le varianti urbanistiche (anche queste involontariamente svelate dall'albo on-line) che deve completare per il famoso “centro del riuso”. Il quale, nel frattempo, dovrà essere ri-annunciato prima di terminare nel dimenticatoio. Intanto oggi, l'attivissimo Petrini, insieme al sindaco Di Girolamo, ha proclamato le fine dei lavori sugli argini del Vomano: alleluia!

Per l'intanto, potremo fare ancora una decina di “Feste dell'albero”, ovviamente prima di tagliarne qualcuno “in divieto di sosta” sul lungomare, rigorosamente senza ripiantare – mi raccomando – i pini del centralissimo viale Roma.

Cosa resta di più? Bhè, in dieci anni ci sarà da restaurare il pontile (a proposito: occhio alle paratie per verniciare sott'acqua). Poi dovremmo cementificare un po' di spiaggia che ci rimane prima che il mare “ci passi sopra” (a ri-proposito, attenzione a dove manca il muretto: il vento erode quasi quanto le onde).

Insomma, di lavoro ce n'è. Dovremmo anche farci rieleggere per altre tre o quattro volte almeno. Arcipicchia, ma questo benedetto mondo proprio nel 2030 deve sclerare!

martedì 19 novembre 2019

Ossessionati dall'iper-sicurezza



C'è stato un tempo – nemmeno troppo lontano – in cui questo Paese attraversava i ponti anche senza protezioni laterali. Ora basta un rischio potenziale e quasi chiudono le autostrade.

C'è stato un tempo – nemmeno tanti anni fa – in cui i bambini sapevano aprire gli sportelli delle auto. Ora sono i genitori che aprono dall'esterno e li slegano dai sedili.

C'è stato un tempo – pochi decenni or sono – in cui il Potere veniva mandato a quel paese. Ora lo si applaude.

Siamo ossessionati dall'iper-sicurezza; fanatici delle regole; illusi che il rispettare codicilli ci preservi dalla fragilità che stiamo autoimponendoci. Ed è proprio tale pazzia che anticiperà la nostra – meritatissima – estinsione.

Università della terza età. E qualche stramba (mia) divagazione


ROSETO. Nelle città di mare, quelle né grandi né piccole, toh? Roseto, il tempo scorre diverso d'autunno e d'inverno. Più lento. Più slow. Passeggiare sul lungomare nelle ore centrali del giorno, quando il mare s'è placato, è d'incanto. E in questo “tempo”; in questo tempo “filosofico”; in questo tempo di “senso”; s'incontrano dei “momenti”. Dei momenti che io dico di “nicchia”. In senso buono, di nicchia. Uno m'è parso di (re)incontrarlo oggi pomeriggio.

Mi si è presentato sotto le vesti di una cerimonia molto accogliente. Organizzata con sapienza. Da un “comitato” di cui cito, volendoli sintetizzare con loro tutti, i primi due nomi: Patrizia Di Filippo ed Andreina Salvatore. Una cerimonia in cui, credo, ci sia la regia non detta di Teresa Ginoble, presidente del consiglio comunale. Non a caso la location era quella: la sala consiliare del Comune. Con in trasparenza, dalle vetrate, quel campanile della chiesetta di Santa Maria Assunta che così “in scala” con un mondo “umano” da commuovere un mollaccione come il sottoscritto, emotivo fino all'inverosimile.

In quella sala si inaugurava l'anno accademico della “università della terza età”. Anzi, del “tempo libero”, come sottolineano le organizzatrici. Che detta così non vuol dir nulla. Anche se sono 24 anni che i suoi “corsi” si tengono a Roseto. E non conta neanche – per l'economia di queste strambe righe – il ricco programma d'incontri. Quel che colpisce è il “clima”. Un clima molto legato al mondo della scuola. Ma soprattutto ad una certa versione della “rosetanità”.

Vale a dire a quel misto tra arte, danza, letteratura, Cultura, ma anche momenti culinari (ottimo il buffet). Quel parellello tra la danza appassionata di Dorina Di Marco ed una prolusione della scrittrice Lucilla Sergiacomo tutta dedicata a Flaiano. E mentre lei parla di Flaiano, io mi rigiro tra le mani l'opuscolo del programma. Ha stampato in copertina una immagine del ceramista rosetano Giuseppe Di Blasio, vissuto nella prima metà del Novecento. Una donna che oggi diremo velata, e che invece portava la “fazzola”, il fazzoletto a coprire i capelli. E non solo contro il freddo. In qualche modo contro la bellezza. Per quel senso del pudore dell'epoca che – magia dell'associazione - proprio in quel momento la scrittrice Sergiacomo sta attribuendo come descritto anche da Flaiano.

Ecco, la malinconia abruzzese. La malinconia di Flaiano. La malinconia che sento in me stesso molte volte. Quella donna con la Fazzola che è la “madonna dei sette dolori” di Flaiano. La donna abruzzese di cento anni fa, affranta dal futuro dei figli, che partono emigranti o soldati. Che partono per non tornare. Che partono per morire. Per morire in nome del nulla camuffato da Patria (questo lo aggiungo io, consapevole di quel che vuol dire). Donne di quell'Abruzzo atavico, che per un momento ci parve sparire sotto le spoglie di un effimero benessere e che, in altre forme, meno virulente per fortuna, torna periodicamente ad ogni crisi.

Ed allora, per un attimo dentro, la commozione si mischia alla rabbia. Anche per il mondo, pur bello, che c'è in quest'Aula. Per il mondo che mi piace. Ma che non è per tutti. È per chi sta bene. È per me, che sono in certo senso fortunato di esserci. Ma non so se sarà per il domani.

Ecco, tutto questo mi ronza in mente. Tutto questo che non c'entra nulla con stasera. Con il bello de “La Fenice”, nome della università del tempo libero di Roseto. Ma che c'entra con il libero fluire del mio pensiero. Ecco perché mi piace abitare a Roseto. Perché mi offre questi momenti. In cui per poco smetto di pensare. E mi fa bene.

Torno volentieri sul post di ieri. Circa l'assessore Fioretti

ROSETO. Una carissima amica, nonché attenta lettrice di questo bolg, mi fa tornare un attimo sul mio post di ieri. Quello – che potete leggere sempre qui – sulla visita dell'assessore regionale leghista, Piero Fioretti all'istituto “Moretti”. Dunque il problema è il bus. Bisogna aggiustare l'orario di alcune corse. Anche il Comune di Roseto lo ha chiesto e finora né il Comune né la Regione pare aver risolto il problema.

Il mio post è parso agli occhi della mia cara amica un po' troppo tenero con Fioretti. Lo ammetto. La sua è l'impressione giusta. E dico perché.

La Lega, di cui Fioretti è esponente, è trattata dalla propaganda politica avversa come un partito “fascista” (tra virgolette), autoritario, discrimitario i cui elettori sono paragonati a gente incolta quasi che accenda ancora il fuoco con la pietra focaia.

Bene. Se l'esponente di un partito così dipinto, va in una scuola, ci trascorre quasi due ore, ascolta tutti, dichiara disponibilità e mostra uno stile super-dialogante; allora se questo capita, a mio modesto avviso, questa è una “notizia” politica. Perché se fosse andato lì un'esponente del Pd (e tra l'altro una rappresentante molto brava del Comune c'era) non sarebbe stata “notizia”. Perché il Pd passa come il partito dei libri, della cultura, della competenza, eccetera. Secondo me è solo un partito che fa una politica supponente, ma questo è un altro discorso. Allora è normale che un partito dei libri vada in una scuola. Se lo fa, invece, chi è accusato di troglodilismo politico e lo fa con stile pacato e costruttivo, a mio avviso costituisce un fatto di cronaca.

Ecco, tutto qui. Quanto a me, non voto Lega. E l'ho detto ieri, davanti ad altre persone, direttamente al politico in questione. 

P.s.: ringrazio davvero di cuore la cara amica che me lo ha fatto notare. Perché in effetti meritava di essere sottolineato.

lunedì 18 novembre 2019

Lega sociale: l'assessore (Fioretti) telefona subito per il bus

Piero Fioretti, Sabrina del Gaone, Luciana di Bartolomeo
ROSETO. La prima impressione è che i leghisti non mangiano i bambini (!). Anzi, a stare alla disponibilità mostrata questa mattina dall'assessore Piero Fioretti, in visita all'istituto “Moretti” di Roseto, sembrano quasi “democristiani”, se non “curiali”.

Ma andiamo con ordine. Dunque verso le 9 e 10, l'assessore regionale alle scuole, Piero Fioretti appunto, ha attraversato l'atrio del “Moretti” tra due file di studenti della “Olimpic”, cioè la formazione che cerca di integrare (con successo, si deve dire) i ragazzi con qualche disagio. Per una visita credo programmata, di routine istituzionale. Quindi, accompagnato dalla preside, Sabrina Del Gaone, dall'assessora alle scuole del comune di Roseto, Luciana Di Bartolomeo, e dalla professoressa Elisabetta Cardone si è fatto il giro delle eccellenze “Morettiane”. Vale a dire le aule tematiche, i laboratori, le biblioteche, le palestre di una scuola che è spazialemnte immensa. Ha parlato con studenti e docenti e gli sono state illustrate le tante attività di questa realtà scolastica rosetana molto dinamica.

Il giro si è concluso un oretta e mezza dopo nell'aula magna. Dove, oltre le parole di circostanza, l'assessore ha detto: “Non so se sono diverso da altri politici. Cerco di studiare e capire. Vedremo cosa si può migliorare con i margini economici che abbiamo”. Anche l'assessora Di Bartolomeo si è detta soddisfatta della mattinata in una scuola – ha aggiunto – che “è come una famiglia”.

Alla fine, una puntatina al bar. Quattro cordialissime chiacchiere. E l'interessamento immediato, per telefono, circa un problema di autobus. Quest'anno, infatti, i ragazzi del “Moretti” fanno la settimana corta ed escono quindi più tardi. Bisogna perciò modificare gli orari di alcune corse dei bus regionali. Non so se lo farà: ma ha telefonato subito e lasciato i recapiti. Ah, Fioretti polticamente viene dalla vecchia destra sociale.

venerdì 15 novembre 2019

Alluvionando (non) si impara

La saggezza popolare – ed anche la pratica esperienza – suggerisce che i cosiddetti “pennelli a mare” non solo non proteggono dalle onde, ma anzi ne aumentano le turbolenze. Ma che ti fanno gli esimi rappresentanti del popolo ai vari livelli comunali, provinciali, regionali e nazionali? Invece di chiamare un artigiano munito di ruspa-escavatrice e farli togliere in qualche giorno di lavoro (allineando al momento i massi sulla riva), si prodigano in studi ed elaborazioni milioneure. Già, si spenderebbe troppo poco.

Del resto guardate le nostre autostrade. Dicono che su alcuni ponti le protezioni laterali non siano sicure. Ed allora, invece di cambiarle, restringono la strada. Nessuno dice al Signor Autostrada, “guarda cambia quelle barriere altrimenti le cambiamo noi a tue spese”. Anzi, qualcuno persino lo accenna a livello politico, ma poi si guarda bene dal farlo. E così tu che vai al lavoro perdi tempo e soldi. Loro però possono nel frattempo parlare.

Ringrazio il cielo che quando ero bambino io – tanti anni fa – non ti portavano in visita istituzionale nei Palazzi del Potere. Attribuisco anche a quella fortuna, la mia perenne propensione a non applaudire.

Una mozione (politica) sull'erosione. E due noterelle mie che non c'entrano niente, ma da appiccicar qui prima che prendono di muffa


ROSETO. “Con molta sincerità, si dovrà prendere atto che ci sono tratti della nostra costa dove sarà difficile mettere gli ombrelloni”, così Alessandro Recchiuti, consigliere comunale di “Futuro in”, questa mattina davanti alla stampa con Angelo Marcone ed Enio Pavone, consiglieri d'opposizione a Roseto. L'occasione, la presentazione di una mozione che dovrà essere discussa nella prossima seduta dell'assise civica a proposito dell'attualissimo tema dell'erosione. “Perché – dice Angelo Marcone – il nostro Comune ha dato l'impressione di muoversi meno attivamente di altri nei confronti della Regione in questi giorni di marea”. E comunque – aggiunge l'ex-sindaco Pavone – ora “i nostri tre gruppi d'opposizione lavoreranno insieme su questo tema e per una prospettiva politica diversa di qui in avanti”.

Dall'erosione alla prospettiva politica, allora. Con Sabatino Di Girolamo, sindaco attuale, che è parso esser stato inquadrato molto in un ottica solamente Pd, quindi ben distinto dal nascente gruppo “Italia Viva”. Il quale gruppo, sia detto sottovoce, se a Roseto poco poco spinge sull'acceleratore, produrrà un'onda (per restare in tema) in confronto della quale il mare grosso dei giorni scorsi sembrerà un piccolo canotto a vapore!

Intanto il mare torna grosso davvero, nel senso fisico e non politico. E viene in mente un convegno di appena una settimana fa a Pineto. Mi ero segnato due noterelle tratte da quella riunione. Dicendomi: se mi tornan buone per qualche post le pubblico. Siccome mi sembrava brutto buttarle, le appiccico qui prima che marciscono (nel senso della cronaca, eh)


Notarelle di (non)cronaca
(liberamente tratte dagli atti del convegno “Il capitale naturale”, a cura della “Torre del Cerrano”)

Una montagna a mare. Secondo uno studio dell'Università dell'Aquila, ripreso anche da una pubblicazione della “Torre del Cerrano”, per combattere l'erosione marina della costa abruzzese bisognerebbe buttare in mare 18 milioni di metri cubi di sabbia in cinque anni. Tanto per avere un'idea, 18 milioni di metri cubi, corrispondono a 600 palazzi alti 30 metri, un po', per noi rosetani, come 600 palazzi “Monti”; vale a dire una montagna. Di questa “montagna”, ben 2 milioni di metri cubi, sono stati già buttati, con una spesa di 44 milioni di euro. Mediamente 22 euro a metro cubo. Per ottenere che cosa? Poco o nulla, visti i continui allarmi sulla... erosione, appunto!

Ci stiamo scaldando. Analizzando i dati delle stazioni meteo regionali, dal 1930 ad oggi, la temperatura media in Abruzzo sarebbe cresciuta di circa 2 gradi. Da una media annua intorno agli 11 gradi gionalieri di 90 anni or sono, siamo passati ad oltre 13 gradi. Con andamento non costante, però. Dal 1930 al 1980, infatti, abbiamo “preso” poco più di mezzo grado. La curva si impenna se prendiamo il periodo 1950-2010. Ed ancor più il trentennio 1980-2015. Ogni 15 anni prendiamo un “gradino”, insomma!

mercoledì 13 novembre 2019

Quando si alza il mare...



ROSETO. Se l'altra notte pioveva galleggiavamo come nel 2011. Siamo stati fortunati. Con quel mare lì, tutto il sistema fognario non avrebbe “scolato” mezzo litro d'acqua. Se il mare s'alza, la costa va sotto. Non c'è niente da fare. Chi ha costruito a tre metri dalle onde, alias gli chalet balneari, se ne dovrebbe fare una ragione. E metterlo nel conto. Nè la politica né la tecnologia ci salveranno dalle maree. Anzi, la politica (e la tecnologia anche) ci faranno vivere un una perenne emergenza. Che tra l'altro è fiorera di appalti, di spese pubbliche e di cemento che moltiplica i rischi ed arricchisce qualche tasca fortunata. L'ambientalismo, per parte sua, continuerà a metterci ansia. Complicandoci solo la vita con inutili precauzioni. L'ambientalismo, infatti, altro non è che l'altra faccia della stessa medaglia di un medesimo sistema.

lunedì 11 novembre 2019

Sarà una giungla. E la chiameremo pista ciclabile


ROSETO. Immaginate una corsia ciclabile indicata da una semplice striscia sull'asfalto. Magari larga 90 centimetri. Pensate che su tale fettuccia a colori sfreccino bici elettriche che paiono motorini quanto sono veloci. Mettetici pure qualche ciclista vestito da centauro con bike-of-cours. Poneteci dei malcapitati pedoni che, non sapendo dove passare, saranno costretti ad avvicinarsi. Aggiungete che tale “via” potrebbe correre a pochi centimetri dalle porte delle case. Ecco, mescolate bene il tutto, ed avrete il futuro modello “piste ciclabili” rosetane. Sulle quali un pò di consiglieri comunali sono pronti ad intestarsi il bollino blu dell'eco-sostenibilità politica.

Si deve dire che un vantaggio c'è. Se abitate nei pressi e la mattina non avete fatto in tempo a farvi la barba, vi potrebbe bastare mettere il naso fuori e zac, qualche solerte ciclista finirebbe per radarvi al pelo gratis!

Ah, già che ci sono: si potrebbe passar voce ai suddetti consiglieri for-bike che, almeno d'estate, sulla cosiddetta pista ciclabile del lungomare devono fare le striscie pedonali e costringere i pedalanti, tramite irti dissuasori, a rallentare? Perché loro ovvio non lo sanno, ma lì d'estate i ciclisti sono di una prepotenza assolutista. Oppure dobbiamo chiedere una “commissione contro l'odio” di alcuni ciclisti verso i pedoni?

venerdì 8 novembre 2019

Pensiere sconnessi (e non è colpa delle castagne con vino novello). E che Alessandra (Bucci) mi compatisca

Alessandra Bucci con Sara Palladini

PESCARA. Dunque gli Etruschi rispettavano le donne e cucinavano le fettuccine senza uovo. E la libertà dei commerci portava con se le libertà civili. Anche tremila anni or sono. Quando persino gli “hamburger” erano di casa sopra il Tevere. Non abbiamo inventato proprio nulla. La storia è un elastico: va avanti e indietro. In Germania trent'anni fa abbattevano il Muro. Oggi tifano Hitler, a quanto pare. Ed il bullismo colpisce da noi. È dura per gli animi sensibili. Visti i tempi. Eppure c'è una insegnante, una professoressa, un animo cortese, che scrive libri affascinanti. Anche per vincere una giovanile timidezza. Superata alla grande da una età matura dolce e preparata. Si chiama Alessandra Bucci. Oggi pomeriggio era al “FLA” di Pescara. E spero mi perdoni questi pensieri alla rinfusa. Di uno che da ragazzo è stato, anche lui, timidissimo. Salvo poi divenire un giovane irruente (solo con la penna, anzi con il mouse) ed un “vecchio” di quasi 57 anni inverosimilmente disinibito.

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2512945238823063&id=100003228336090

giovedì 7 novembre 2019

Un concerto per studiare il tedesco



ROSETO. La conoscenza della lingua tedesca, in particolare nelle nostre contrade, è molto utile. Se non altro per i turisti teutonici che l'estate frequentano le nostre spiagge. E per gli scambi commerciali con la Germania che l'Abruzzo comunque detiene. Consapevole di tale necessità, l'istituto “Moretti” di Roseto, cerca in ogni modo di divulgare e studiare la conoscenza del tedesco. Anche attraverso originali iniziative culturali.

Questa mattina, ad esempio, nella palestra dell'istituto, si è tenuto uno “speciale” concerto, aperto anche a ragazzi di alcune scuole di Giulianova, Grottammare e Scerne di Pineto. Ospite d'eccezione un artista tedesco che vive a New York, Uwe Kind. Un musicista e produttore che tiene concerti in tutto il mondo che interessano molti ragazzi.

È la seconda volta che Kind viene a Roseto. Sempre grazie ai progetti scolastici intessuti dalla professoressa Mariella Marino Pace e accolti con entusiasmo dalla dirigente del “Moretti”, Sabrina Del Gaone. Davvero gremita la palestra per l'occasione, con “accompagnamento decibel” da parte dei ragazzi degno di un concerto a tutti gli effetti.

martedì 5 novembre 2019

La questione sociale è seria

Luciana Di Bartolomeo
ROSETO. Il reddito di cittadinanza è una delle poche cose buone, almeno in principio, portate dai 5Stelle. C'è in mezza Europa. In Italia il Pd non lo ha mai voluto, almeno fino a quando non è andato a governare con Di Maio & company.

Questa mattina, il Comune di Roseto ha diffusa una nota circa il reddito di cittadinanza in città. Lo hanno chiesto 281 famiglie. Cui andranno, dopo i dovuti controlli del Comune, circa 540 euro ciascuna. Trecento famiglie in condizioni di bisogno circa non sono poche. È il segno che il disagio sociale è forte. Lo riconosce anche l'assessora al ramo, Luciana Di Bartolomeo.

Sono dati che fanno riflettere. La Città, infatti, non può essere solo “turistica”. Una volta c'erano due o tre aziende relativamente medio-grandi. E c'era il tessile. Ora è rimasto un po' di pubblico impiego, la scuola con il suo indotto e poco altro a livello di imprese artigianali.

È un problema serio. Non solo di Roseto. Un po' di tutto l'Abruzzo. Ma se qui sulla costa, dove pure il turismo qualcosa porta, va così, figuriamoci altrove.

domenica 3 novembre 2019

La faranno. Anche a dispetto dei santi. Perché la pista ciclabile fa "in"!



ROSETO. Oggi, chi parteggia per le piste ciclabili, ha un vantaggio: si sente glamour. La politica furba, ama le ciclabili. Perché così mette le vele al vento; diventa ambiental-correct; si stampa da sola la medaglia del bello-buono-giusto. Insomma, è una cosa populista, specie da certi parti della politica. Anche se poi spende un sacco di soldi per per fare cose che non servono a nulla.

Anche se sfida pendenze da super-muscoli. Anche se traccia curve a gomito. Anche se rischia confronti del terzo tipo con le auto. Anche se fa incazzare di brutto quelli che hanno la ventura di abitare lungo queste vie del futuro, in realtà ritorni al medioevo.
Così questa mattina un gruppo di ciclisti, alcuni consiglieri comunali d'opposizione, il “Comitato di via Piave” e semplici cittadini, si sono assunti il compito di pedalare contro-vento. E dire NO alle corsie ciclabili che il Comune ha progettato e appaltato in quattro e quattro otto senza ascoltare nessuno da via Marche a viale Europa fino alla scuola di Voltarrosto. Insomma, dei coraggiosi, vista l'aria che tira.

Perché loro, questi cittadini rosetani, le piste ciclabili le vogliono. Ma preferirebbero fossero di buon senso. Magari arrivassero fino alla “Rolli”, passando per la Nazionale. Non vorrebbero che qualche iroso ciclista gli sfrecciasse a due centimetri dalla porta di casa. Gli impedisse di “appoggiare” un attimo l'auto se devi far salire un anziano. Gli corresse giulivo a lato della strada senza protezione.

Ecco, questi cittadini propongono alternative di buon senso. E perciò stesso destinate alla sconfitta. Perché politica e buon senso sono nemici. Perché la politica rosetana ha vinto da tempo la sua battaglia contro il buon senso. E perciò – temo – la cosiddetta pista ciclabile si farà dove vuole il Sindaco (o meglio, qualche suo consigliere). A dispetto dei santi. Per dirla con un linguaggio che di questi primi di novembre fa un po' rima con la tristezza di questa assurda politica.

La parità di genere è fatto sociale

CHIETI. Un'interessante prospettiva sugli studi di genere è stata offerta dal filoso Lorenzo Gasbarrini durante un incontro promosso dal...