ROSETO. Immaginate una
corsia ciclabile indicata da una semplice striscia sull'asfalto.
Magari larga 90 centimetri. Pensate che su tale fettuccia a colori
sfreccino bici elettriche che paiono motorini quanto sono veloci.
Mettetici pure qualche ciclista vestito da centauro con
bike-of-cours. Poneteci dei malcapitati pedoni che, non sapendo
dove passare, saranno costretti ad avvicinarsi. Aggiungete che tale “via”
potrebbe correre a pochi centimetri dalle porte delle case. Ecco,
mescolate bene il tutto, ed avrete il futuro modello “piste
ciclabili” rosetane. Sulle quali un pò di consiglieri comunali
sono pronti ad intestarsi il bollino blu dell'eco-sostenibilità
politica.
Si deve dire che un
vantaggio c'è. Se abitate nei pressi e la mattina non avete fatto in
tempo a farvi la barba, vi potrebbe bastare mettere il naso fuori e
zac, qualche solerte ciclista finirebbe per radarvi al pelo gratis!
Ah, già che ci
sono: si potrebbe passar voce ai suddetti consiglieri for-bike che,
almeno d'estate, sulla cosiddetta pista ciclabile del lungomare
devono fare le striscie pedonali e costringere i pedalanti, tramite
irti dissuasori, a rallentare? Perché loro ovvio non lo sanno, ma lì d'estate i ciclisti sono di una prepotenza assolutista. Oppure
dobbiamo chiedere una “commissione contro l'odio” di alcuni ciclisti
verso i pedoni?
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