lunedì 11 novembre 2019

Sarà una giungla. E la chiameremo pista ciclabile


ROSETO. Immaginate una corsia ciclabile indicata da una semplice striscia sull'asfalto. Magari larga 90 centimetri. Pensate che su tale fettuccia a colori sfreccino bici elettriche che paiono motorini quanto sono veloci. Mettetici pure qualche ciclista vestito da centauro con bike-of-cours. Poneteci dei malcapitati pedoni che, non sapendo dove passare, saranno costretti ad avvicinarsi. Aggiungete che tale “via” potrebbe correre a pochi centimetri dalle porte delle case. Ecco, mescolate bene il tutto, ed avrete il futuro modello “piste ciclabili” rosetane. Sulle quali un pò di consiglieri comunali sono pronti ad intestarsi il bollino blu dell'eco-sostenibilità politica.

Si deve dire che un vantaggio c'è. Se abitate nei pressi e la mattina non avete fatto in tempo a farvi la barba, vi potrebbe bastare mettere il naso fuori e zac, qualche solerte ciclista finirebbe per radarvi al pelo gratis!

Ah, già che ci sono: si potrebbe passar voce ai suddetti consiglieri for-bike che, almeno d'estate, sulla cosiddetta pista ciclabile del lungomare devono fare le striscie pedonali e costringere i pedalanti, tramite irti dissuasori, a rallentare? Perché loro ovvio non lo sanno, ma lì d'estate i ciclisti sono di una prepotenza assolutista. Oppure dobbiamo chiedere una “commissione contro l'odio” di alcuni ciclisti verso i pedoni?

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