ROSETO. Fanno capolino di tanto in tanto le chiamate all'unità del centro-sinistra rosetano. Il quale centro-sinistra, al pari del centro-destra ufficiale, mostra di non aver compreso un dato. Vale a dire che l'ottobre del 2021, con l'elezione di Nugnes sindaco, segna un prima e un dopo nella storia politica cittadina. E, come sempre in questi casi, al prima non si torna.
Vedete, Nugnes aveva un mezzo progetto politico, che ha attuato si e no, ma le opposizioni, specie quelle di centro-sinistra, non avevano e non ne hanno nessuno. Soprattutto paiono ignorare che vi sono in città alcune famiglie, o gruppi, storicamente gregari di voti per altri, che si sono messi in proprio e con Nugnes sono andate al potere. Non per fare la svolta, ma per esercitarlo nel più classico modo italiano: attraverso le amicizie e il patronaggio politico.
Ora, questi gruppi o famiglie non torneranno più indietro. Non faranno mai più i gregari di voti. Semplicemente perché non conviene loro. E quindi le categorie centro-sinistra o centro-destra vanno a farsi benedire, almeno a livello delle elezioni comunali (diverso il caso di quelle nazionali). L'aggregazione per ideologia, per partiti o per generiche sinistra-destra non esiste più.
Che cosa invece si poteva fare e non si è fatto: aggregare per coalizioni di persone, di gruppi civici alternativi agli attuali. Affinché la carta del nuovo che Nugnes non può più giocare non tornasse nelle sue mani per conclamato tentativo di ritorno al passato degli altri.
V'è poi un altro particolare che rende incredibilmente fuori fase la politica dei partiti. La coalizione Nugnes, infatti, potrebbe essere rappresentata da uno di quei grafici a torta nel quale la metà è composta dall'arcipelago delle sue liste (nella quali il peso preponderate è della Chiesa), mentre l'altra metà è divisa in due parti uguali tra Pavone (quel che resta degli ex-socialisti di destra) e Sottanelli (una fetta del voto ex-centrista). I confini interni tra le fette del grafico sono porosi, nel senso che vi può essere qualche trasmigrazione, ma più verso il mondo nugnesiano che viceversa.
Ora, sulla fetta pavoniana guarda con evidente interesse una parte di Fratelli d'Italia regionale (non rosetano beninteso: regionale). Basta vedere il clima di certi tagli-nastri, la continua rivendicazione di alcuni finanziamenti regionali da parte dei pavoniani lasciata tranqullamente fare da Marsilio e De Annuntis, gli scambi di convenevoli ultra-sorridenti, eccetera. E ciò pone in notevole difficoltà anche il partito della Meloni a Roseto, che invece è nettamente contro Nugnes. Ma qui si aprirebbe tutto un altro capitolo che dovrebbe tirare in ballo anche Gatti, che gioca anche lui la sua partita come è normale che sia.
Di fronte a tutto questo, dunque, gli appelli del tipo di quello che vedete in immagine, rivolto su Il Centro prima di pasqua, lasciano davvero il tempo che trovano. Anche perché non ci sono candidati sindaci alternativi a Nugnes, né a destra né a sinistra. O se vi sono, sono tenuti coperti per paura di bruciature interne. Ma se non puoi fare nemmeno un nome perché te lo bruciano i tuoi presunti amici ed alleati, puoi essere una coalizione alternativa credibile? Ecco allora che oggi come oggi il favoritissimo per il bis resta Nugnes, pur con una minoranza di voti. Mentre gli altri parlano di coalizioni che senza un nome nuovo e totalmente nuovo (che non c'è alle viste) son destinate ad auto-elidersi dal gioco devastante dei personalismi interni.
Meditate gente, meditate.