mercoledì 29 settembre 2021

E' solo un voto, locale peraltro

ROSETO. Fanno passare le elezioni comunali come un fatto mitologico. Una drammatizzazione a dir poco esagerata. Eppure si tratta di andare ad amministrare solo un municipio. Operazione, tra l'altro, non impossibile. Insomma, ci sono attività peggiori ed assai più faticose. Eppure, sembra si faccia a gara a chi produce la ola (popolare) più lunga.

Questa storia che chiunque ricopra, o aspiri a ricoprire cariche politiche, debba continuamente apparire omaggiato dal favore popolare, fa somigliare semplici attività amministrative a campionati sportivi o spettacoli televisivi. Guardate, non c'è nulla di eccezionale nell'amministrare un Comune. Basta stare un po' attenti a come si spendono i soldi pubblici ed assicurare servizi decenti. Cosa, vieppiù, che spesso neppure succede.

venerdì 24 settembre 2021

Cologna è provincia di Roseto?

ROSETO. “Ma tu abiti sempre a Roseto?”

Si, perché?”

Quest'estate sono stato da quelle parti, ma non proprio Roseto, mi pare Colonia o Cologna Spiaggia, non mi ricordo...”

Il mio vecchio amico romano è un pigro. Per lui fare sette-otto chilometri in vacanza è una fatica improponibile. Ma la sua telefonata, fatta per altre cose, è vera. E mi ha fatto pensare al rapporto tra Roseto e la sua Frazione più popolosa: Cologna Spiaggia. Un rapporto di cui si parla poco, ma che è interessante. Perché Cologna appare più periferia di Giulianova che Frazione di Roseto.

Ci sono fatti oggettivi che condizionano la relazione tra il capoluogo comunale e Cologna Spiaggia. Uno è la posizione. Cologna è in una posizione strategica. Quando arriverà lo svincolo della Teramo-Mare sarà ad un tiro di schioppo da due autostrade: l'Adriatica e la Roma-L'Aquila. Assai meglio collegata di Roseto, che per raggiungere l'A24 ha il collo di bottiglia della statale 150 della Valle del Vomano, ostacolata ancor di più da una serie assurda di rotonde.

Per chi lavora nelle zone artigianali della valle del Tordino, abitare a Cologna Spiaggia può essere un'opzione. Così come per i rapporti commerciali con la vicinissima Giulianova. C'è poi la riserva del Borsacchio, che può unire ma anche separare da Roseto. Certo, se la Riserva la si vede unicamente quale meta di escursionismo sempre quello e promozione troppo personalizzata, non si capisce come possa agevolare il trait-d'union.

Davvero ci sono in questo rapporto urbano Roseto-Cologna dei fattori oggettivi che andrebbero valutati. Altrimenti rimane solo un rapporto amministrativo. Ed una sfrenata competizione ogni volta che capita un'elezione. Ne ho parlato qualche volta con un'amica del posto. Non faccio nomi perché è candidata, ma chi segue i miei post non farà fatica a capire chi è. Mi è sembrata interessata al filo del ragionamento.

Auguro ogni bene alla cara amica colognese, ma, comunque vadano le elezioni, per pura curiosità tecnica, diciamo, mi propongo diriprendere il discorso. Magari davanti ad un bel caffé... colognese (ed anche qua non dico dove, perché voglio lasciarvi in suspence)!

giovedì 23 settembre 2021

Toh, ecco tre argomenti tostarelli

ROSETO. E' proprio vero che il meglio arriva all'osso. Pervenuto all'ultimo giro; giorni dieci più o meno alle elezioni; seduta ultima e non ordinaria viste irrimandabili cartoffie; al consiglio comunale saltano fuori di soppiatto due o tre argomenti che in effetti sono un problema reale per la città.

Il primo è l'erosione del litorale. Il mare mangia pezzi di spiaggia ogni anno. Non è un guaio solo di qua, ma anche qua, a nord come a sud, è presente. Finora lo si è affrontato soprattutto buttando ogni estate un centinaio di mila euro di sabbia poi letteralmente spazzata via alla prima mareggiata. Giusto un palliativo. Tanto per far piantare gli ombrelloni per la stagione.

Il secondo è l'autoporto. Uno spiazzo enorme a due passi dal casello autostradale, costato fior di quattrini alla fine del secolo scorso con il vano scopo di ricoverar tir e scambiar merci, che non ha mai funzionato. Cosa farne? Trasformarlo in centri commerciali o giù di lì? C'è di mezzo la Regione Abruzzo, essendo di fatto la struttura regionale.

C'è quindi un terzo tema: il distretto sanitario. Quello esistente è insufficiente. Il progetto per il nuovo, con l'ambizione di far da polo di riferimento per l'intera vallata del Vomano, è praticamente spiaggiato nei cassetti della Asl teramana.

Sono tre questioni piuttosto forti. Sulle quali bisognerà far qualcosa. Ecco, qualora la politica locale smettesse la guerra (finta) tra inconciliabili ambizioni personali (vere), potrebbe dire qualche parola chiara.

domenica 19 settembre 2021

E che palle 'ste votazioni!

ROSETO. Da circa 15 anni il dibattito sulla riserva “Borsacchio” è:

- la riserva porta ricchezza; no, la riserva conduce povertà;

- la riserva crea sviluppo; no, la riserva blocca lo sviluppo;

- la riserva è bella; no, la riserva è brutta.

Insomma, pare la discussione sul green-pass: un fatto di religione. E che palle... direbbero i ragazzi!

Nel frattempo, in città, non si finisce mai di mettere a norma lo stadio “Fonte dell'Olmo”: qualche giorno fa un altra spesetta per gli ultimi (si spera) ritocchi. Si pensa intanto a nuovi supermercati in area nord e si tira il bilancio di un'estate da record per il turismo. La pavimentazione in simil-legno del tratto sud della cosiddetta pista ciclo-pedonale, però, dà segni di cedimento a nemmeno tre anni dalla vernice. 

Nel mentre, le autocelebrazioni social di tutti i pretendenti al “trono municipale”, alias alle prossime elezioni, riempirebbero di già un album di fine... estate, appunto! Se va bene, può anche capitare infatti che, senza volerlo, si sfiori il vero e proprio narcisismo politico.

Ma tant'è. La campagna elettorale in fondo arriva ogni cinque anni, ed è giusto dar libero sfogo al proprio “io” dei candidati. Tra l'altro è anche piacevole osservarli. Da queste parti, infatti, se hai di che campare, non coltivi grandi pretese ed hai pure una certa età (come chi scrive), si vive veramente da padreterni. Ed ora che questa maledetta pandemia pare concedere una qualche forma di armistizio, puoi anche concederti qualche aperitivo in ottima compagnia. Che ci vuoi di più dalla vita, diceva il tale!

Certo, se poi sei giovane e magari non hai una famiglia alle spalle che possa garantirti un futuro non propro da precario, allora è un altro paio di maniche. Ma quello vale ovunque, non solo qui, purtroppo.

P.s.: il mare settembrino quest'anno è una favola. Godiamoci lo spettacolo! E non angustiatevi troppo per i voti. Buona domenica!

giovedì 16 settembre 2021

E la banda va!

GIULIANOVA. E' stata un po' l'edizione della rinascita dopo lo stop forzoso dovuto alla pandemia. Così il “Festival delle bande musicali e majorettes” di Giulianova ha potuto archiviare la sua 21° edizione, eccezionalmente quasi autunnale, con numeri davvero lusinghieri. 

Una nota diffusa dalla “storica” presentatrice della manifestazione, nonché addetta stampa, la giornalista Mirella Lelli, parla di ben 7 hotel impegnati per l'accoglienza e di un pubblico paragonabile a quello degli anni ante-pandemia, nonostante la presenza più contenuta di formazioni musicali. Dal che la soddisfazione degli organizzatori, in primis Mario Orsini e Gianni Tancredi e del sindaco giuliese, Ivan Costantini. Si spera ora che l'anno prossimo si possa tornare nelle consuete date di inizio giugno per riconquistare davvero la piena normalità.

lunedì 13 settembre 2021

Primo giorno di... scuola!

ROSETO. Le sette passate da qualche minuto. Una splendida mattina di un magnifico autunno. Operai dell'edilizia con l'autobetoniera già al lavoro. Signora delle pulizie già all'opera. Così come la ragazza del bar. Due bimbi assonnati con grembilino d'ordinanza da primo giorno di scuola: “Sa', li accompagna il nonno, almeno lui è green-passato sicuro!”. Un ragazzo e una ragazza, giovanissimi, fan colazione al bar. Si scambiano occhiate dolci. Sono ricercatissimi nella scelta della pasticceria a mezzaluna detta cornetti, ma che loro identificano con gergo tecnico a me sconosciuto.

Sa', la scuola riparte in presenza, speriamo bene”, dice la giovane mamma tirata come dovesse partecipare ad un galà di moda. “Si, però a me piaceva più la scuola in pigiama (DAD, n.d.a), per lo meno non dovevo fare la fila alla panetteria!”, osserva un ragazzino appena appena grandicello caricato da uno zaino sulle spalle che nemmeno i fanti del '15-'18 dovevano trascinare. Ma la scuola non era diventata smart? I tablet e gli smartphone non avevano sostituito le pile di libri e quaderni? Mi sa di no: era una finta... innovazione!

Il grande dibattito tra le mamme, comunque, è se e quando riprenderanno le chiusure. “Comunque, i lockdown e le chiusure sono un arma troppo ghiotta nelle mani dei governi affinché possano rinunciarvi”, chiosa una signora che pare un pochino più impegnata.

La discussione da primo giorno di scuola, tuttavia, non è questa. Si articola su: “Cosa avete mangiato ieri alla festa?”; “Ma il banchetto del matrimonio è andato bene?”; “Hai visto le nuove collezioni griffate per l'autunno-inverno?”, eccetera, eccetera. Buon segno: stiamo tornando normali. O quasi!

P.s.: ed ora un pò di mare anche per i poveri... indigeni!

sabato 11 settembre 2021

La disfida dei centristi

ROSETO. Se uno smart-drone sorvolasse un giorno la spiaggia rosetana e chiedesse: ma qual erano le differenze politiche tra quei candidati dell'autunno 2021? Ebbene, quel drone non troverebbe risposta, se non una di sintesi: erano tutti centristi. Perché si da il caso che differenze politiche di fondo, tra i cinque pretendenti al “Trono” municipale non ci siano.

Quattro di loro, addirittura, provengono dalla medesima matrice del cattolicesimo democratico. Anzi, Tommaso Ginoble, Sabatino Di Girolamo e Giulio Sottanelli (che candidato sindaco non è, ma padre-politico della candidatura ultra-cattolica di Mario Nugnes), hanno militato non solo nello stesso partito, ma hanno appoggiato medesime esperienze amministrative. Un'altro, William Di Marco, non è mai stato nella politica attiva, ma nemmeno l'ha mai criticata più di tanto. Anzi, di quell'ambiente, non politico ma culturale, è stato comunque un protagonista. Rosaria Ciancaione, poi, non ha fatto mai mistero, neanche in consiglio comunale, della sua ammirazione per le amministrazioni socialiste degli anni '80 guidate dal sindaco Ragnoli, che del socialismo rosetano è stato alfiere. Ed in quegli anni il partito socialista era quello di Bettino Craxi, come dire l'emblema del moderatismo assoluto.

Tutti, allora, potrebbero far parte di un unico partito centrista, se esistesse. Tutti, in ogni caso, derivano o fanno riferimento ad una medesima matrice politica o culturale democristiana o, al massimo, socialista-riformista. Ed allora – direbbe il drone-smart – perché si dividono? Boh, vattelo a pesca. Forse perché mancano i partiti. Forse per rancori municipali. Forse per antipatie personali. Forse per interessi di diversa prospettiva. Intendiamoci, delle differenze tra loro esistono, ma sono più caratteriali, di stile se volete, non politiche.

Perché, a ben vedere, nemmeno nella cosiddetta visione della città, o delle cose da fare, sembrano esserci differenze insormontabili. Sua maestà metro-cubo (cemento) e milady metro-quadro (occupazione della spiaggia) sono infatti più o meno presenti nella politica che li ha visti tutti attori e senz'altro non oppositori nei rispettivi ruoli sociali.

Ed allora perché – osserverebbe sempre lo smart-drone – ben trecentotrentasei prodi aspiranti consiglieri si battono con questo o con quello? Molto facilmente perché in quel tempo ed in quel posto le elezioni erano diventate come il tifo calcistico. Tutte le squadre giocano infatti a pallone. Il gioco è quello. Le regole sono quelle. Tutto è lo stesso. Solo che c'è a chi piace una e chi un'altra squadra. È normale.

P.s.: chi scrive non è mai stato tifoso di calcio. Dentro le squadre, però, possono esserci giocatori, o meglio giocatrici, che suscitano simpatia anche di chi tifoso non è. Sono le calciatrici che scelgono campi proibitivi, dove ti fischiano alleati ed avversari. Quelle che non le fanno capitane, ovvero non le candidano a sindaco. Che non temono le sfide. A loro e solo a loro, da non tifoso, ma da spettatore non partecipante, va l'augurio di una buona domenica.

 

venerdì 10 settembre 2021

Vent'anni fa, l'11 Settembre

Si stenta a credere che vent'anni fa, l'11 settembre del 2011, due aerei dirottati da terroristi buttarono giù le Torri Gemelle di New York, provocando migliaia di vittime. Si disse che quell'attentato avrebbe cambiato il mondo.

Dal mio piccolo cono visuale, però, non lo so se il mondo è mutato veramente. Non so se senza quelle spaventose “bombe” questa mattina avrei cambiato la biancheria del letto ed acceso la lavatrice. Non lo so se sarei andato a prendere il caffé incrociando il sorriso mattutino della ragazza del bar. Non so se avrei incontrato podisti e ciclisti sul lungomare. Non so se sarei andato a fare la consueta spesa del sabato mattina. Opino di si.

So che, dopo quell'attentato, molte altre crudeltà vi sono state. Forse la “democrazia”, così come la conoscevamo fino ad allora, sarebbe sparita ugualmente. O forse no. Non si saprà mai. La storia non si fa con i se o con i ma. La storia, però, si racconta anche con i “se” e con i “ma”. Ed ognuno se li aggiusta come meglio gli conviene.

venerdì 3 settembre 2021

La città, anche se chiede qualcosa, in realtà dalla politica non si aspetta nulla

ROSETO. La città non è quella dei selfie o delle sedi elettorali; dei palchi o dei lustrini della propaganda; dei nastri tagliati davanti ai comitati elettorali o delle convention luccicanti. La città è invece quella della signora delle pulizie che incontro la mattina; della ragazza del bar che mi porta il caffé; della dottoressa che preferisce il lavoro manuale pur di restare nella sua Roseto; dell'artigiano che passa con il furgone alle sei del mattino; di chi apre la bottega all'alba; di chi si alza presto per andare al lavoro; di chi tira la carretta come può ed anche di chi distribuisce pacchi a chi non può: perché c'è anche, purtroppo, chi non può.

È quella città che, seppur chiede qualcosa alla politica, in realtà da essa nulla si aspetta. “Basta che vogliono bene a Roseto”, a volte senti dire. È quella città che magari vota per simpatie personali, senza guardare ai colori, ma all'uomo o alla donna che conosce. O magari, è quella città che non vota, perché l'astensionismo c'è e ci sarà. È quella città al dunque, sulla quale la politica sorvola; della quale parla solo per convenienza o al limite sfrutta soltanto nelle occasioni elettorali. Mi sbaglierò, ma è quella città che non vedo rappresentata.

Del resto, le campagne elettorali attuali scivolano sempre più verso la forma dell'evento mediatico; verso una forma di spettacolo in cui gli elettori sono semplicementi spettatori plaudenti; verso la forma delle convention aziendali. Quasi nessun candidato sfugge a tale cliché. Anzi, più l'età anagrafica dei candidati si abbassa, più tale tendenza viene portata al parossismo. Ed una tendenza pericolosa, perché oltretutto presuppone soldi: molti soldi. La politica così diventa un investimento, con tutte le conseguenze del caso.

Dietro questo approccio giovane, social, moderno, all'apparenza aperto, c'è appunto una visione aziendalistica della politica. E lo vediamo anche a Roseto, purtroppo. Ora, nelle aziende c'è chi dirige e chi è diretto; c'è il capo ed i sottoposti. Trasferito in un Comune, ciò significa che il sindaco s'intende come capo ed i cittadini come suoi dipendenti o clienti se non dei sottoposti? Vedete quanto è subdola una visione del genere? Vedete quanto, in fondo, è autoritaria una visione di questo tipo?

Personalmente, quando sento parlare di team di studio, esperti di marketing elettorali, di gruppi di lavoro tematici, eccetera, eccetera, entro subito in uno stato di difese politico-immunitarie. Perché tale aziendalismo, combinato con il sistema istiuzionale municipale italiano, è l'anticamera dell'autoritarismo soft, seppur municipale. L'impostazione cioè, che vede il sindaco eletto per cinque anni con poteri assoluti e nessun controllo democratico efficace. Non essendo certo efficace qualsiasi consiglio comunale, chiamato ad essere nei fatti solo cinghia di trasmissione del sindaco e della sua Giunta, dissentendo dalla quale rischia di essere rimandato a casa. E nessun consiglio è tanto sciocco da autosciogliersi!

Ma tant'è. Ogni cinque anni si viene chiamati a questo rito elettorale, che poi è una scelta tra chi sarà “sopra” e chi “sotto”. Sopra gli eletti, sotto gli elettori. Con gli eletti che saranno, specie all'inizio, osannati e riveriti dagli elettori. È questa la democrazia che ci tocca, oggi.

giovedì 2 settembre 2021

Una mostra curata da Evelina Frisa

PINETO. Della mostra non so nulla. Spero di andarla a vedere prima che chiuda. Ho letto, però, che la curatrice è la giornalista Evelina Frisa (foto). E la ragione penso di averla capita: l'artista che espone L'Abruzzo sulla pelle (questo il titolo della rassegna, 4-10 settembre, villa Filiani, Pineto), si chiama Pasquale Ricci, ed è originario di Castiglione Messer Raimondo.

Ora, Castiglione è il paese di Evelina. Il paese dove vive. Il paese che ama. Il paese che cerca di promuovere con tanta passione descrittiva.

Mi affascina questa pulsione civica di Evelina; questo batter del suo cuore nel parlare delle sue radici. Radici che, per quanto riguarda le mie, ad esempio, non mi sono mai interessate. Anzi, le ho sempre viste come un limite. È per quello, invece, che sono incuriosito dal narrare opposto, peraltro sempre sapiente e godevolissimo, di Evelina. E saperla anche capacissima curatrice d'arte mi fa davvero piacere.

Auguro perciò all'amica (se posso dire) Evelina un grande successo anche in questa sua veste artistica. Perché il curar l'arte è arte essa stessa. Perché, soprattutto, penso che sia per queste infaticabili donne; e professioniste; e madri; e persone di cuore, che questo strano Paese chiamato Italia regge ancora. Purtroppo, per certi versi per paradosso: perché spesso questo strano paese non le merita queste donne; non è capace di valorizzarle come dovrebbe; ed a volte se ne approfitta persino.

Ma questo è solo il mio pensiero. Buona vita, Evelina.

mercoledì 1 settembre 2021

Ma le tasse le mettete o le togliete?

ROSETO. La campagna elettorale rosetana, finora, pare beautiful: tutta immagine e comunicazione. Il che, naturalmente, fa comodo ai candidati. Interesserebbe capire, invece, quanto faranno pagare di tasse gli aspiranti, visto che quelle versate finora le conosciamo. Quanto di tassa sulla casa (IMU). Quanto di tariffe sui servizi (scuolabus, nidi, lampade votive, eccetera). Quanto di tasse sulle tasse (addizionale municipale). Quanto di tasse sui rifiuti.

Fate uno specchietto, una semplice tabellina, ed accanto al nome di ogni candidato mettete quanto propone di ogni tassa municipale. E sono tante, credetemi. Aggiungete poi, volendo, se si intende o meno mettere la “tassa” sui semafori (teletrappole); se si intende o meno mettere la “tassa” sui limiti di velocità (autovelox); quanto si faranno pagare i parcheggi; eccetera. Magari, se si volesse togliere l'inutile “Tavolo” sul turismo oppure lo si vuol mantenere.

Ecco, se potete, numeri non chiacchere. Personalmente, infatti, dei vostri sogni o desideri non potrebbe importar di meno, visto anche che, purtroppo, ultimamente dormo poco. Mi interesserebbe piuttosto capire quanto mi costerete.

La parità di genere è fatto sociale

CHIETI. Un'interessante prospettiva sugli studi di genere è stata offerta dal filoso Lorenzo Gasbarrini durante un incontro promosso dal...