venerdì 20 agosto 2021

Le invisibili del turismo

ROSETO. In questa estate afosa e ansiogena. In questa estate – almeno per me – rintontita dallo spillone di Stato. In questa estate colma di odiose ed odianti kapò-web, puntanti l'indice discriminatorio contro gli altri. In questa estate in parte da schifo, a me piace ricordare le commesse dei bar o dei lidi. Quelle che mi hanno portato il caffé la mattina. Sempre con il sorriso. Ed alle quali ho cercato io, di strappare qualche sorriso vero.

Non so se studieranno o lavoreranno durante l'anno. Se diventeranno dottoresse, ingegnere o magari operaie. Non so se avranno nel loro futuro dei figli o una famiglia. Non so se soffriranno o gioiranno. So che mi hanno colpito e mi colpiscono. Per la loro gentilezza. Per la loro professionalità. Per la loro pazienza verso molti soggetti definiti “clienti”, che invece le trattano manco come dei robot porta-drink.

Sono loro che reggono l'economia turistica. Senza chi ti porta il caffé, l'aperitivo al tavolo; senza l'accoglienza, tutta la fuffa politica sulla “promozione” si scioglie con la velocità di un gelato a ferragosto. A loro va il mio personale grazie. A loro andrebbe una ideale “Rosa d'argento” rosetana. A loro, ed a nessun altro. A loro, in rappresentanza dei lavoratori manuali del turismo, di chi pulisce le stanze d'albergo, lava i pavimenti, eccetera.

Ma a loro purtroppo non andrà nulla. Come nelle estati passate. Come un altra estate che verrà. Con altre ragazze al banco. Altre studentesse che arrotondano la vita per la vita. Altre ragazze che non sognano, ma cercano un domani: qui o altrove chissà. Finché questo tempo sospeso non si decida a rendere il tutto un po' più lieve.

A loro penso mentre scrivo queste inutili parole. A loro che - come me - capita di vivere in un periodo d'estinzione dell'umanità.

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