martedì 27 febbraio 2024

Todde – D'Amico: analogie e differenze

ROSETO. È chiaro che il risutato sardo gonfia le vele di D'Amico in Abruzzo e, d'altro lato, rende più guardingo Marsilio, che si vedeva già vincente. Le differenze tra l'Abruzzo e la Sardegna, tuttavia, sono molte. E non solo perché l'Abruzzo è più piccolo, meno simbolico ed in fondo non conta nulla, ma proprio per la diversità tra le personalità dei due candidati.

Grillina, seppur moderata, la prima presidente donna della Sardegna Todde, ex-accademico molto vicino a Luciano D'Alfonso, l'abruzzese D'Amico. Per tradizione “autonomisti” i sardi, per antonomasia romano-dipendenti gli abruzzesi, almeno per la parte interna. Fiera la Todde di fare una campagna elettorale senza i leader nazionali accanto, continuamente al seguito dei leader nazionali, anche di secondo piano, D'Amico. Malamente digerito come “Meloniano” Truzzo, Meloniano a 360 gradi Marsilio, ma con robusti innesti nelle liste di ex-democristiani e persino qualche ex-socialista. Del tutto diverso il sistema elettorale, qui senza voto disgiunto.

Il punto comune è la scarsa amministrazione. Chiunque abbia avuto la sventura di ricorrere ad un pronto-soccorso in Abruzzo ha dovuto raccomandarsi l'anima alla buona sorte. La nostra sanità è pessima dal punto di vista organizzativo. E Marsilio avrebbe fatto bene a frequentare qualche presidio sanitario con visite a sorpresa piuttosto che tagliare nastri con applausi in favore di telecamera.

La partita è quindi aperta. Politicamente, l'Abruzzo è stato sempre contendibile, quasi spaccato a metà come una mela tra destra e sinistra.

Ciò detto, veniamo un attimo qui a Roseto. Dove è una gara anche tra ego. Ma non solo. Ci sono robuste ragioni politiche dietro gli stessi, pur smisurati, ego. Il Comune è un monocolore di “Azione”, che ha tutti i consiglieri di maggioranza, tutti gli assessori, il sindaco (seppur Azionista solo di fatto) e la presidente del consiglio comunale. Più c'è Sottanelli, deputato e leader abruzzese del partito di Calenda. Il loro candidato, che taglia torte insieme a D'Amico, poi postate sui social, ovvero Enio Pavone, per andare bene ha bisogno di doppiare, all'interno del comune di Roseto, il Pd e triplicare i 5Stelle. Ed ha necessità, ovvio, che vinca D'Amico.

Senza queste condizioni i giochi si complicano. Se si verificano queste condizioni, si complicano meno, ma ugualmente. Perché a quel punto Nugnes sarà costretto a condividere il potere civico con i suoi alleati di centro-sinistra. Adesso, invece, lo esercita in assoluta solitidine. E per un politico come lui che punta tutto sulla contrapposizione anche personale; sul binomio amici-nemici; sul “noi” e “voi”, mai sul noi-con-voi, non sarà facile riconvertirsi.

Anche la lontana Sardegna, dunque, riapre un po' i giochi sul Lido delle Rose. O quantomeno le aspettative. Come andrà però, lo sapremo solo tra una decina di giorni, l'11 marzo per la precisione.

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