Bilancio o non bilancio, tuttavia, esistono ragioni politiche che si frappongono alla tesi di Franco di Bonaventura, che pur sarebbe buona e giusta per chiarezza. Per capire, pensate ad una gara di formula uno in un giorno di pioggia. Il pilota che precede ha un auto non molto potente. Ma il driver è temerario. Scarta a destra e sinistra e disorienta gli inseguitori. Così quando l'Azione di Pavone-Sottanelli-Nugnes, ovvero il nostro driver, accelera un po' a sinistra, gli inseguitori per evitare spruzzi dagli alettoni, provano ad infilarlo a destra (è successo durante la campagna elettorale per le regionali). Se sterza dall'altro lato (potrà succedere a breve), per la stessa ragione lascia invece spiragli a sinistra. Ma attenzione, ad una sinistra competitiva, che voglia sorpassare, non affiancarsi. Ed oggi, una sinistra che caccia la freccia per cambiare di corsia non c'è. O meglio: non c'è ancora, perché l'incognita Mariani (Sandro), alias Simone Aloisi, potrebbe sparigliare.
Il drake Pavone-Sottanelli, dunque, scarta ora qua ed ora là e semina (sempre finora) gli avversari. Quando ha virato un po' a sinistra, tuttavia (con il professor D'Amico che scendeva a Roseto a gustar torte accattivanti) ha rischiato d'esser infilato d'astuzia da qualcosa d'interessante tipo un centro-destra civico-moderno, che durante le regionali ha lavorato bene. Adesso, però, a Piazza della Repubblica hanno necessità di mostrare sorrisi verso il governatore Marsilio. Già si presagiscono scene in cui il probabile neo-assessore De Annuntis, sottobraccio a Pavone e Marcone, veleggerà sù Roseto annunciando ora una scogliera ora un palazzetto, oggi una strada e domani una spiaggia, eccetera. Ciò rende difficilissimo per loro aprire a sinistra. Ma complica anche i rapporti con Paolo Gatti, sempre sperando che mister-preferenze non voglia proprio gettare alle ortiche il vantaggio che ha avuto a Roseto per lasciare tutto a Pavone & C.
Aprire a sinistra è dunque un azzardo. Eppure è anche vero che della sinistra hanno bisogno. Mentre “Giulio” ed “Enio”, infatti, sono ormai in posizione di confort-zone tale da non avere necessità immediate di tipo elettorali, discorso diverso è per Nugnes. Che sarà il primo dei tre, fra due anni e mezzo, a dover esser riconfermato sindaco. E con i voti della sola “Azione” non ce la fa. A destra non li prende. A sinistra li prenderebbe, ma... Ed è in questo ma che si gioca tutto. Se lo gioca però solo lui sindaco, non gli altri due.
Uno scenario
complicato, dunque. Nel quale un po' tutti devono rifare i conti. Ma
un po' li dovrebbe rifare anche Nugnes: se vuole e, soprattutto, se
può! Chi vivrà vedrà.
Per l'intanto, buona domenica!
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