martedì 12 marzo 2024

Lettera aperta all'On. Calenda

Egregio On. Calenda,

l'ho ascoltata più volte, nella recente campagna elettorale abruzzese, rivolgersi sdegnato verso i cosiddetti contributi a pioggia. Vale a dire sovvenzioni a manifestazioni varie o eventi legati ad interessi particolari. Ed io, naturalmente, sono d'accordo con Lei nel censurare questo difetto della politica abruzzese ed italiana.

Ma, onorevole Calenda, mi permetto di osservare che Lei, in questa sua intemerata, avrà voluto criticare anche il Comune (forse caso unico in Italia) che il suo partito amministra in condizione di assoluto monocolore: dieci consiglieri su dieci, più assessori e sindaco: Roseto degli Abruzzi.

Vede onorevole Calenda, Le racconto una storia nel caso non la conosca. In occasione delle festività natalizie, nel suo (politicamente) Comune, si è deciso di finanziare, tra le altre cose, anche una manifestazione per un totale di 4 mila e 600 euro. In sostanza, si è offerta musica in una piazza, del genere dJ. E fin qui, nulla di male. Ma le farà piacere sapere che i fondi per il finanziamento sono stati tratti dal capitolo di bilancio dedicato alle “Problematiche giovanili”, per la precisione il cap.1944.

Ora, Lei converrà che è difficile capire come porre a carico del bilancio municipale un sostanziale consumo di musica possa alleviare i problemi dei giovani. Non credo che un giovane abbia il problema di consumare musica. Semmai avrà problemi di lavoro, di servizi, di sbocchi professionali, ma per ascoltare musica non penso vi sia bisogno del sussidio di un Comune!

Ma c'è di più. Il meritorio sodalizio che ha proposto questo intrattenimento sonoro, dal nome assonante con l'archeologia egizia, sembra infatti presieduto da un signore che ha delle relazioni lavorative con la società con cui collabora, nella sua privata attività professionale, anche il leader regionale del suo partito. Veloci riscontri web avvalorano la deduzione. Ovvio nulla di male, tantomeno di non lecito. Però, scusi, trattandosi di fondi disposti in modo del tutto discrezionale, senza che nell'atto pubblicato in albo pretorio sia neanche menzionata la data di decisione dell'apposita commissione e tan meno il testo di tale decisione, non le pare che contrasti alquanto con la sua rigida direttiva politica relativa alla questione?

Beninteso, qui non si ha nulla contro l'evento in questione, né verso i suoi organizzatori o protagonisti. Anzi, a loro vanno i più vivi complimenti: più ne fanno di manifestazioni meglio è. Però, scusi, mi dica Lei, come si fa a non rilevarsi una discrepanza tra il suo dire ed il concreto fare degli amministratori del suo partito? Qui abbiamo uno scopo sociale (disagio giovanile) che non sappiamo se è stato raggiunto; abbiamo una soggettività organizzatrice che ha nella sua apicalità rappresentativa relazioni di lavoro con l'attività di un politico eminentissimo del suo partito; abbiamo la discrezionalità amministrativa molto marcata...

Ripeto, per me ne organizzino mille e facciano quello che vogliono, perché siamo nella legittimità, ma per Lei? Siamo anche nell'opportunità politica, secondo le Sue rigide regole la cui inosservanza (inosservanza politica appunto) Lei rimprovera agli altri?

Ecco, on. Calenda, mi è sembrato corretto raccontarglielo, nel caso Le fosse sfuggito. E, non sapendo se l'indirizzo “messenger” a lei intestato sia produttivo di recapito, consegno questa mia al blog “Controaliseo”, con l'auspicio che i suoi collaboratori rosetani possano fargliela avere.

Con ossequio

Ugo Centi

(giornalista pubblicista)

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