giovedì 24 agosto 2023

Contrordine: il consultorio non si sposta più, quando si dice la comunicazione!

ROSETO. Il 22 agosto si trasferisce. Il 24 agosto rimane. In mezzo una serie di domande senza risposta convincente: sapeva? non sapeva? Sapevano i suoi uomini (e donne)? Sapevano i suoi assessori e quello al sociale in particolare? Da una notizia apparsa su “Cityrumors” pare che almeno lui sapesse. Lui però smentisce non quella notizia (almeno pare al momento in cui scrivo) ma quella di colui che definisce “tal....” con nome e cognome) che però io almeno non conosco.

Insomma, dov'è la verità? È vero che la Asl gli ha chiesto per tempo un locale provvisorio e lui non l'ha voluto dare? Questo lo ha detto lui stesso. Nel momento in cui ha detto di no a quella richiesta, ha offerto delle alternative? Non pare, visto che dice che faranno i sopraluoghi per trovare una sede a partire dal 25 agosto. Insomma, definire questo un esempio di comunicazione chiara sembra un tantino esagerato.

Il che porta ad alcune considerazione politiche. Provo ad elencarle.

La prima è che per il sindaco di Roseto è estremamente facile raccontare al suo pubblico-popolo tutto ed il suo contrario e convincerlo. Il che è un suo merito, chiaro.

La seconda e più importante – a mio avviso – è quella che io percepisco (ma spero di sbagliare) come la sostanziale indifferenza della maggiorparte della gente a questo spostamento che pare per fortuna scongiurato. Il che porta un'altra deduzione. Oggi, alle ragazze, delle cosiddette “conquiste” sociali delle loro mamme o meglio nonne (ed il consultorio era una di questa) non gliene importa nulla. E guardate, non è un giudizio di valore: è una constatazione, la misura dei tempi che cambiano, in meglio o in peggio non conta: cambiano, come è naturale che sia. Le ragazze di oggi sanno che per la salute si debbono spostare. Andare a Notaresco, a Giulianova, a Teramo o ben più lontano e magari pagare anche nel caso il servizio pubblico non è disponibile, è per loro del tutto naturale.

La terza considerazione è di carattere personale. Io, per fortuna, per genere e per età, non ho bisogno del consultorio, né ho figli o parenti che ne hanno. Non mi servono visite ginecologiche, screening preventivi, assistenza psicologica, eccetera. Ma sono curioso della società. E perciò la cosa mi serve per misurare un dato sociologico e antropologico. Vale a dire che ogni generazione fa le cosiddette “conquiste” (che poi spesso sono solo l'esser lì quando le cose avvengono da sole) per sé stessa. Smettetela di dire che le femministe cosiddette hanno lottato per le loro figlie o nipoti: lo hanno fatto, o si ci sono ritrovate dentro, solo per sé stesse. Tanto è vero che le loro figlie e ancor più nipoti, non gliene importa un fico secco di quelle cosiddette conquiste.

Perciò il sindaco Mario Nugnes oggi può dire e fare quello che gli pare a passarsela liscia politicamente. L'unica cosa che mi fa sperare che io mi stia sbagiando in questo giudizio è che è tornato indietro. O non è sicuro nemmeno lui del mutamento antropologico o tale cambiamento non c'è. Il che mi rincuorerebbe, naturalmente.

Poverannoi! come si dice a Roseto.

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