al direttore generale della ASL di Teramo, dottor Maurizio Di Giosia;
al sindaco di Roseto degli Abruzzi, dottor Mario Nugnes
Egregie Autorità Sanitarie,
scrivo per riferire quanto mi è stato raccontanto alle ore 16:46 di oggi da una persona che conosco da anni, peraltro nota a Roseto per alcune attività culturali che l'hanno vista tra le organizzatrici. Non è opportuno, per ora, fare il suo nome, che comunque è a vostra disposizione se volete. È importante il caso.
Dunque la signora frequenta da tempo, per problemi fisici purtroppo non lievi, un centro sanitario prossimo al centro di Roseto, diciamo leggermente a sud del centro stesso. Anche qui, per ora, non ritengo importante il nome, che potrà esser fatto dalla signora stessa se vorrà. Finora è sempre stata accompagnata dall'ingresso alla sala delle cure dal personale della struttura. Lei arriva in strada con il suo “tricicolo” dedicato, parcheggia e viene aiutata ad entrare nell'ambiente nel quale deve accedere affinché possa eseguire quel che serve alla sua salute.
Senonché questa mattina – mi ha riferito – è stata avvertita che tale accompagnamento non potrà più averlo. Per ragioni che non sono ben chiare. Dovrà provvedere lei stessa a farsi accompagnare. Cosa che non le è possibile. E che, in ogni caso, anche le fosse possibile, lederebbe la sua autonomia ed anche – ascoltando la voce indignata con la quale mi ha telefonato – la sua dignità di persona. Di persona assai amante della propria autonomia e del non pesare – nonostante le evidenti difficoltà – su altri.
Mi ha anche riferito che giovedì mattina, 13 aprile, alle 9:40, qualora la situazione si ripresenti, lei è disposta a rendere pubblica con gesti vistosi questa sua disavventura di donna in primis, di cittadina in secondo luogo, di “persona” al di sopra di tutto. Anche perché il caso non pare riguardare solo lei stessa, ma anche altri utenti del centro di riabilitazione in questione.
Egregie Autorità Sanitarie,
più volte – e qui il riferimento va in particolare al Sindaco – vi ho sentito pronunciare la parola “solidarietà”; più volte avete celebrato anche Premi in tal senso; più volte avete divulgato a mezzo stampa l'importanza della solidarietà.
Ora, se questa parola ha un senso ecco un'occasione per dimostrarlo. Se la politica – vale anche qui per il Sindaco – ha un significato, questo è il tempo di farlo vedere. Vada il Sindaco stesso, con tutto il consiglio comunale o vadano i singoli consiglieri che possono andare giovedì mattina, ed abbraccino loro, tutti insieme, la signora M. (uso solo l'iniziale del nome di battesimo) affinché possa continuare a frequentare come ha sempre fatto, nelle stesse condizioni di fatto e di diritto sostanziale, di diritto umano direi, la struttura che ahimé è costretta dalla vita, dalle sorprese incredibili della vita appunto, a frequentare.
Nella speranza che si accolga questa nota pubblica nella forma e nello spirito che essa ha cercato di manifestare, si porgono i più cordiali saluti
Ugo Centi
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