Questo pomeriggio,
una trasmissione di carattere culturale di Radio3Rai ha intervistato
un maestro di scuola: Giuseppe Caliceti. L'ho ascoltata in macchina,
mentre tornavo a Roseto. Il maestro insegna da molti anni in una
scuola elementare emiliana. Scrive libri, pubblica un blog e cura una
rubrica su un quotidiano. Il tema del suo ultimo libro “Diario
di un maestro a distanza” (Manni editore) tratta un tema
attualissimo: la didattica a distanza, appunto.
Caliceti parte
dalle voci dei bambini. La sua tesi, in sintesi, è: il covid ha solo
accelerato la tendenza della scuola italiana a derivare verso il
modello americano, ovvero di classe, vale a dire a spese dei
genitori. La didattica a distanza si presta a meraviglia allo scopo.
Ma questo – sostiene l'autore – stravolge l'idea di scuola
pubblica, sociale, popolare, di tutti, che è nella nostra
Costituzione.
Qual è il
risultato di questa operazione? Per Caliceti il rischio è quello di
formare individui senza emozioni, senza passioni, pure macchine
contenenti – quando va bene – solo competenze. Lo Stato – dice
il maestro – si va via via disinteressando della scuola: la
regionalizza, l'affida a cooperative ed enti privatistici. Così,
però, tradisce lo spirito della Carta Costituzionale. In tal senso,
la didattica a distanza diventerà una modalità parallela – o
addirittura dominante – anche dopo la pandemia.
Insegnare
attraverso uno schermo, tra l'altro, pone delicati problemi di
privacy rispetto a dati che di fatto si consegnano a piattaforme
private. Insomma, un libro che non va nella direzione corrente. Anzi,
che contesta apertamente l'assioma per il quale la didattica a
distanza è la modernità. Per Caliceti è invece vero il suo
opposto, ovvero il ritorno “...ad una scuola di classe che non si
vedeva dal 1963”, se non, addirittura, dall'Ottocento. Non a caso
si cita l'articolo 34 della Costituzione: “La scuola è aperta a
tutti....”, anche se non si ha un computer dedicato a casa, una
linea telefonica con la fibra e genitori in grado di sostenere, anche
economicamente, i costi.
Nessun commento:
Posta un commento