“A me è arrivata
la rata del mutuo. Anche se me la sospendono, devo pagare gli
interessi a vuoto....”
“A mio marito
ancora non gli pagano la cassa integrazione...”
“Io ho due figli
a casa che mangiano anche se stanno dentro...”
“Ed allora io,
con l'attività chiusa, nemmeno le 600 euro mi hanno ancora dato! E
chissà pure se riapro...”
“Eppure questo
Conte sembra piaccia tanto, lo adorano...!”
“Ma che! non lo
può vedere nessuno! E solo la tv e i giornali che lo gonfiano. Ma
quelli hanno sempre suonato il violino a tutti: Monti, Renzi, Berlusconi, e oggi lui!”
“Mio figlio
lavorava fuori, non so se potrà tornare...”
“Ed il mio che
aveva appena cominciato a lavorare? Sta a casa. Mò sclera! La
compagna non lavora. Non so cosa farà domani! Come se la fa una
famiglia?”
“Qui con i figli
che non potranno più emigrare; il lavoro che non c'è; il turismo
che quest'anno è finito; non si batte chiodo. Io piango la sera. Non
ne posso più!”
Frammenti a metri
di distanza. Sfioranti i bavagli. In fila davanti al supermercato.
Per fare le provviste per due giorni. Si parla forte, oltre i
bavagli. E la distanza. Sentire la gente dal vero è il contrario di
quello che si legge su facebook ed in Tv, molto diverso.
È Pasqua. Ed io
per fortuna ho ritrovate le mutande che avevo perduto.
Nessun commento:
Posta un commento