Dunque, dice la matematica che un trinomio si può ridurre se è “primitivo”, cioè a numeri interi. Basta allora trovare un coefficente, prodotto di due fattori, in cui il trinomio stesso è divisibile. Tradotto nella politica locale questo fattore l'estate pare averlo individuato nel binomio “Nugnes(+)Recchiuti (Gabriella) = (-)Marcone”. Il terzo fattore del già trinomio che l'estate ha nascosto si chiama infatti Angelo Marcone.
Non c'è stata partita, nella cura dell'immagine politica estiva, tra il binomio-perfetto di cui sopra ed il terzo termine del già trinomio. Si contano sulla dita di una mano i post estivi del pro-sindaco Marcone rispetto all'alluvione di quelli del sindaco, seguiti a ruota dalla presidente della maggioranza politica del consiglio comunale. Ed è ben strano, visto che, fino alla primavera, il pro-sindaco era solito triplare (tre ad uno) il suo sindaco nella visibilità social, preferendo un primo passaggio preventivo ad ogni evento, un secondo in corso d'opera ed il terzo a rifinitura comunicazionale a posteriori.
Ora, siccome per l'amministrazione tutta (e per sindaco e presidenta in particolare) la politica è esclusivamente comunicazione, questa riduzione da trinomio a binomio fa pensare. Anche perché il pro-sindaco è uomo di fiducia assoluta del consigliere regionale ed uomo forte di “Azione”, Enio Pavone. L'autunno dirà, dunque, quale strategia matematica prevarrà: se ristabilirà il trinomio oppure assumerà stabilità il binomio.
Un discorso a parte merita comunque l'avvocato Gabriella Recchiuti, il cui piglio politico – nonostante non lo si creda – a me rimane simpatico. Di fatto, però, lei si è autoridotta il ruolo. Poteva (e doveva) rappresentare tutto il consiglio comunale. Ha scelto, programmaticamente, di rappresentare solo una parte, per giunta contro l'altra parte. Secondo me non ci ha guadagnato. D'accordo, potrà mostrare ai suoi elettori il suo spirito di combattente che mette all'angolo chi non la pensa come la maggioranza. Ma se questo fosse lo scopo, bisognerebbe dedurne che i suoi elettori sono degli estremisti, piuttosto che dei tranquilli post-democristiani di un partito centrista.
Ed eccolo un altro punto. A Roseto “Azione” non è un partito moderato. È un partito radicale, d'assalto, polarizzante, che vede il mondo ad esso esterno come nemico. Una politica che usa quale arma di distrazione di massa la comunicazione, gli eventi. Una politica che è sempre guardinga, sospettosa, circospetta, che trova nel muro di scudi il miglior modo di rapportarsi con gli altri.
Problemi reali, promesse mancate, semafori appiccicati con lo scotch, urbanistica devastata dai palazzoni a mare e prossimi nelle aree verdi, tutto in secondo piano: ci sono gli eventi ed i nemici alle porte, anche se questi nemici nessuno li ha visti e naturalmente non esistono. Ma in plancia di comando, nell'estate, il binomio non ha concesso tregua. Il terzo fattore matematico, in attesa di ridiventare trinomio, sembra per ora acquartierato in coperta. La speranza, per lui e per la vivacità del dibattito social, che non finisca nella stiva! Ai tre passaggi social del pro-sindaco, a dir il vero, mi ero abituato!
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