lunedì 10 giugno 2024

Elezioni europee: da Roseto (non)è tutto

ROSETO. Si ci potrebbe sbrigare con poche parole, osservando solamente che la candidata locale di “Azione”, appoggiata nell'ordine da: Giulio Sottanelli, segretario regionale del partito e deputato nazionale, Enio Pavone, consigliere regionale e comunale nonché capo-politico dell'urbanistica rosetana; Mario Nugnes, sindaco di Roseto; Angelo Marcone, pro-sindaco; un po' tutta l'amministrazione comunale in carica e tutti in pratica i dieci consiglieri su dieci della maggioranza; l'avvocato Libera d'Amelio vale a dire, ha preso in città circa 600 voti, secondo il dato pubblicato dal sito del Comune alle ore 8:00 del 10 giugno 2024.

E qui la si potrebbe chiudere. Ma non sarebbe un calcolo completo. Proviamo allora a ragionare per sottrazione, tra il voto regionale al candidato di punta di “Azione” e quello europeo. Ne risulterebbe una differenza di voti in numero di 1.200 circa. Che vuol dire? Significa che “Azione”, tolto il fattore locale, eliminato il plus-valore-candidato, tra le mura rosetane, ha un voto di simbolo, un consenso di lista, una quota proporzionale di 600-900 voti. Ed allora si ridimensionerebbe ancor di più il “successo” regionale, visto che chiunque sia in lista, il partito di Calenda, in sé – le europee questo indicano, il valore in sé dei partiti – conta in città almeno 800 voti.

In altre parole che il fortunatissimo Enio Pavone, consigliere regionale con poco più di 2.700 voti in tutta la provincia, per via di una legge elettorale particolare, “conta” in realtà in città, con tutti i suoi gloriosi ex-socialisti, una dozzina di voti moltiplicato cento, che tornano i 1.200 circa di cui sopra.

Ma neanche questo basta. Pur rimanendo “Azione” infatti un partito a tutti gli effetti piccolo, potrebbe, allo stato, a bocce ferme, tranquillamente rieleggere Mario Nugnes sindaco, seppur tra circa tre anni. Come mai? Perché ai duemila voti mal contati di Pavone e Sottanelli si aggiungono in quel caso almeno altrettanti delle infinite liste, per lo più di cultura e ispirazione cattolica, di Mario Nugnes. E, rimanendo la sinistra rosetana divisa come cani e gatti, ciò consentirebbe a Nugnes comunque il ballottaggio con qualcuno della destra, seppur anche quest'ultima percorsa da acerrime rivalità personalistiche. E se lui va al ballottaggio con qualcuno a destra, scatta la famosa convergenza di fatto con la sinistra che, in automatico, vota per lui.

Per di più, a suo vantaggio si aggiunge che le tre o quattro opposizioni alla sua amministrazione non hanno una alternativa programmatica facile da capire per gli elettori. Nessuno dice, ad esempio sulla riserva “Borsacchio”: fatela tra il mare e le prime sommità collinare (neanche come riserva, basta come inedificabilità) e tutto il resto se la veda Marco Borgatti e la sua ventennale legittima battaglia ambientalista, peraltro approdata ad un nulla di fatto in termini concreti. Oppure, nessuno afferma: con noi, o come me, niente semafori spia o parcheggi a pagamento lato monte della Nazionale. E così via.

Insomma, se l'opposizione, foss'anche solo di una sola persona, non parla in modo semplice e comprensibile per le persone comuni, l'Azione di Pavone-Nugnes-Sottanelli, pur avendo perso di fatto le europee, non vinto (in termini politici) le regionali, potrebbe rivincere al Comune non per suo merito, ma per demerito assoluto di tutti gli altri.

Chi vivrà vedrà!

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