mercoledì 3 gennaio 2024

Ma la questione Borsacchio insegna qualcosa o no?

ROSETO. La politica rosetana, per la più parte, quando parla della riserva Borsacchio, dovrebbe tener a mente due o tre cose che invece preferisce ignorare.

Primo, dovrebbe ricordare che in 18 anni il Comune è stato commissariato due volte dalla Regione per inadempienze attuative sulla riserva. Il che è tutto dire su quanto le varie amministrazioni che si sono succedute volevano dare attuazione alla riserva stessa.

Secondo, che questa responsabilità ricade su tutte le amministrazioni degli ultimi 18 anni, di destra come di sinistra, e sull'attuale solo per due/diciottesimi, cioè assai meno, se non altro per mere ragioni temporali. E detta responsabilità, così quotizzata, ha tra l'altro agevolato il blitz notturno degli odierni consiglieri regionali, perché non fosse corso tale empasse di fatto della politica locale quel blitz sarebbe stato più difficile se non impossibile.

Terzo, che sarebbe ora si dica chiaramente – e qui il riferimento è all'opposizione attuale – se di Nugnes e di Sottanelli ci si fida o meno quando dicono che si opporranno al taglio oppure, peggio, si pensi che le loro parole non corrispondano ai loro pensieri, sempre politicamente dicendo. Beninteso, si possono avere tutti i dubbi e le perplessità sul punto. E tante sono le ragioni per dubitare. Ma allora la questione non è 15 giorni più o meno per una seduta aperta del consiglio, che peraltro è pressocché simbolica.

Al di fuori di questi termini che paiono della questione, ci sono solo i protagonismi. Che in politica sono comprensibili, ma tali rimangono. Tenendo anche conto di un'altra cosa. Questa: l'opinione pubblica, su questo caso, va da una estrema minoranza fortemente a favore della Riserva ad una minoranza ancora più estrema decisamente contraria. In mezzo c'è la stragrande maggioranza che la Riserva la vede sì bene, ma soltanto perché viviamo un tempo in cui l'ambiente è all'ordine del giorno in tutt'Europa. In altre parole è un favore che supera appena l'indifferenza reale.

Pare di ricordare, inoltre, che nel perimetro della Riserva, in insediamenti cosiddetti sparsi, vivano circa 500 persone. Non sarei così convinto che tutti siano entusiasti della Riserva stessa. Anzi, dubito molto che chi ci vive abbia un'opinione così netta come chi non ci vive. Dal che deriva che alla fine questa vicenda, elettoralmente parlando, potrebbe anche spostare assai meno in un senso o nell'altro di quanto si suppone e restare in fondo piuttosto elettoralmente neutra.

Si potrebbe allora metterla così: le forze politiche dicano chiaramente se vogliono giocare ognuna il proprio ruolo e lasciare al sindaco solo quello istituzionale – il che è legittimo beninteso – controllando però che almeno adotti le misure urbanistiche di salvaguardia di sua competenza - il che è tutt'altro che scontato - oppure vogliono partecipare ad un discorso corale ed andare così a scoprire le carte dell'amministrazione in carica. 

Altrimenti il consiglio aperto, già di per sé quasi inutile, serve poco più che a niente. O almeno questa è l'opinione di queste righe, naturalmente.

Nessun commento:

Posta un commento

Viaggio intra-rotatorio nell'Italia dell'antico detto: chi più ne fa diventa priore! E di un semaforo che ne è simbolo e farsa insieme

ROSETO. Che poi una mattina d'un venerdì dell'ottobre rosetano che fai se vedi il cielo bigio? Bhe dici, sa che è? Mo' vado a tr...