Marco Borgatti, ad esempio, si sente vittima del Comune che non gli ha affidato la gestione della Riserva. Nel frattempo, con le sue Guide, a quel Comune fornisce servizi gratuiti in materia di assistenza scolastica, sanitaria in fase pandemica, di servizio d'ordine per le feste e quant'altro, nonché chiedere ed ottenere da quel Comune patrocini gratuiti per le sue manifestazioni che ama corredare di corposi book fotografici e tanti selfie, non di rado anche in compagnia del sindaco Nugnes.
Il Comune, a sua volta, si sente vittima della Regione che ha tagliato la Riserva senza avvertirlo, salvo aver trattenuto per due anni le osservazioni a quel "PAN" che avrebbe dovuto evadere di corsa e magari adiuvare di proposte e iniziative concrete che mai ha nemmeno pensato di fare. Anzi, il Comune ha fatto di più. Si è vantato e documentato, con tanto di foto e post, di rapporti idilliaci con almeno uno dei firmatari di quell'emendamento soppressivo, indicato al “popolo”, sovente con tanto di comunicati, come grande amico della città.
Gli agricoltori si sentono vittime a loro volta della Riserva, salvo non si sappia bene chi siano gli agricoltori perché tutti parlano in loro nome ed ognuno si impanca a rappresentarli meglio di loro medesimi, dimenticando che la politica dovrebbe mediare gli interessi non sposarne uno rispetto agli altri.
Questo è, ad oggi,
lo stato dell'arte. Al di là della rincorsa alle telecamere cui, si
deve dire, in campagna elettorale non si sottrarrà nessuno qualora
torneranno ad occuparsi del caso. Magari a fine mese, quando il
consiglio regionale dovrebbe rivangare l'argomento ancora una volta,
pare, a colpi di emendamenti estemporanei. Gli unici con i quali ai
nostri esimi “legislatori” abruzzesi piace amministrare davvero la cosa pubblica.
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