mercoledì 1 novembre 2023

Sono i giorni della zucca

Scorrono le immagini. In Tv.

Delle bombe della guerra, che cadono su ospedali e fuggitivi. Si ammazza con ferocia in risposta a feroci uccisioni. La logica è sempre quella: a massacro, massacro e mezzo. Si fa strage per evitare future stragi, che puntuali arriveranno. Va così dalla notte dei tempi. Fortunato solo chi vive a cavallo tra una strage e l'altra; nel breve periodo di pace che la paura concede agli uomini.

Su Milano, intanto, cadono altre bombe, per fortuna solo d'acqua. Mandano comunque in gondola le strade. Con alcuni abitanti della città smart; della città ecologica; della città che vieta l'ingresso alle auto vecchie, cioè quelle dei poveracci, che escono dalle finestre delle abitazioni allagate in braccio ai vigili del fuoco.

Scorrono in Tv, frattanto, le immagini di processi a genitori che hanno ammazzato i figli, mentre conviventi violenti non smettano di far fuori le compagne.

Altre bastonate, meno belliche per sorte, arrivano sui desideri dei sessantenni di andare in pensione. Il Governo ha detto di no: mancano i soldi.

Per fortuna abbiamo lo sport e gli spettacoli. Altrimenti ai ragazzi nostri che non vanno in guerra, ma spediamo a scuola anche il giorno della festa dei defunti, perché in difetto non farebbero in tempo a diventare tutti scienziati, che facciamo fare? Ah già! li facciamo mascherare per halloween, la festa delle zucche vuote.

Ma questi sono i giorni in cui i defunti presentano le loro esigenze. I fiorari si riempiono. I camposanto si affollano. Viene in mente un libro: “Attraversando l'anno” (ed. Il Mulino), scritto da un bravo storico: Duccio Balestracci.

Un libro in qualche modo sul calendario. Meglio: sui giorni rossi, quelli della festa, ed i giorni blu, quelli del lavoro. Diceva un grande storico, Jacques Goff: “Tutta la vita quotidiana, affettiva, dipende dal calendario”. Il calendario ci pone davanti alla natura: la onoriamo con la festa, per tenercela buona, visto che non sempre è benevola. Con la festa vogliamo avvicinare ciò che ci rende felici ed allontanare ciò che temiamo. E noi temiamo innanzitutto la morte, perciò cerchiamo di esorcizzarla in qualche maniera.

Gli uomini, in tutti i tempi ed in tutte le culture, si sono inventati tanti sistemi per fronteggiare la paura del tempo e quindi della morte ed anche quella della natura, ovvero dei pericoli. Scrive ancora Balestracci: “La natura è sovrannaturale. Per quanto paradossale possa suonare, la natura non è mai esclusivamente naturale, perché è sempre ricca di significato religioso (…) è quello che si riscontra, ad esempio, nelle culture africane per le quali la natura è manifestazione di un dio, perciò tutto ha un'anima, persino pietre e oggetti.”

L'autunno è allora tempo di passaggio: dalla luce alle tenebre dell'inverno, che già traguardano però all'orizzonte il ritorno della primavera. Noi celebriamo i defunti in questo periodo, in cui un tempo muore ed un altro rinascerà dopo l'inverno. Un tempo di attraversamento, vale a dire. Malgrado tutto, la speranza.

Nonostante le immagini. Che scorrono in Tv.

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