Del resto, queste sono decisioni che producono disastri urbanistici a lunga scadenza. La gente subito non se ne accorge. Per cui non fanno danno ai politici di turno. Anzi, all'inizio, portano anche più consenso. Quando il danno è fatto, la gente poi capisce. Ma nel frattempo sono passati anni ed i politici in questione hanno avuto tutto il tempo di fare la loro brava carriera politica.
È anche vero però, che la politica stessa non può manovrare il popolo a suo favore se qualche eventuale stop giuridico-amministrativo bloccasse i metri-cubi auspicati. Come alla gente non frega nulla dei palazzi-muro che sorgeranno sul lungomare, infatti, men che meno importa un accidente se fossero fermati.
La battaglia è perciò si politica, ma soprattutto amministrativa-giudiziaria. Sperando, ovviamente, che qualche scucitura formale ci sia stata (e forse c'è stata) o ci sarà e che gli oppositori abbiano la forza ed il denaro per fare ricorso. Tertium non datur, dicevano i latini, ovvero: altro non v'è da fare.
Condivido il principio di salvaguardare la costa come attrattiva e quant"altro. Ma dietro alcune accorate difese, sacrosante e che dovrebberocontinuare ad oltranza, c'è un antico lato B
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