sabato 26 novembre 2022

Per la serie: lo abbiamo fatto domani

ROSETO. Nella settimana entrante, il 29 sera, tornerà in consiglio comunale la discussione sul distretto sanitario. Una specie di tempo supplementare. Causato dal precipitoso “fischio-politico” del the-end della scorsa seduta per fuga, politica appunto, dei consiglieri di maggioranza. Il regolamento d'Aula, infatti, non prevede di troncare così una discussione consiliare senza un secondo tempo.

Del resto, il buon gusto democratico non prevederebbe neanche di mostrare la faccia offesa ed i toni risentiti perché una parte dell'opposizione ha presentato una mozione. Si dà il caso, infatti, che quello sia il mestiere dell'opposizione, salvo il respingimento della mozione stessa come diritto della maggioranza. Maggioranza tra l'altro allargata, nel caso specifico, anche a Lega, Fratelli d'Italia e formazioni a sinistra del Pd le quali, nella fattispecie, la pensano come il sindaco Nugnes. Quindi si respinge, se si vuole, con il voto e non con espressioni contrariate che non hanno ragion d'essere mostrate.

Questo distretto sanitario o “Casa di comunità” come si chiama, oltretutto, fa parte della serie delle opere che abbiamo fatto... domani! Di lui non sappiamo nulla. Non abbiamo, pare, nemmeno un progetto. Non sappiamo quando sarà l'appalto e men che meno la posa della prima pietra. È probabile passeranno anni, minimo quattro, per vedere qualcosa. Si conosce appena una decisione della Asl che risale all'aprile scorso, la quale però riguarda una decina di “case di comunità” da fare qui e là per la regione senza tante specificità per quella rosetana.

Soltanto da quel “pezzo di carta”, come si dice, sappiamo che saranno mille e cento metri quadrati di edificio. Per capirci grande come una decina di appartamenti, ovvero una trentina di vani all'incirca. Non sappiamo se sarà su un unico piano o più livelli; che faccia avrà; che genere di costruzione verrà fuori. Nel compenso però sappiamo litigare politicamente.

Come d'altro canto – liti politiche a parte – è il caso del sottopasso alla stazione ferroviaria, rimandato pare di tre anni. Oppure della scuola “Romani”, che dal 2021 si dice dover esser demolita e ricostruita ex-novo salvo, al momento, non esser stata smontata nemmeno una serratura ed, anche in questa circostanza, non aver indicato alcuna soluzione alternativa per il periodo di cantiere per gli oltre 400 alunni che la frequentano.

Insomma, non è che batteremo anche la storia del tetto europeo al prezzo del gas? lo abbiamo fatto... domani!

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