Che poi una legge elettorale definita dagli osservatori flipper, pallottoliere, lotteria, tombola o quale altro gioco vattelo a pesca, abbia premiato lo stesso con un posto a Roma il prode Giulio, buon per lui, per loro e – si spera – anche per la città. Ma da questo a farla passare per una grande affermazione rosetana di “Azione” solo per una questione di percentuale ve ne corre. E Giulio penso lo sappia bene, viste anche le sue parole su “Il Centro” del 28 settembre.
D'altro canto, il sindaco Nugnes farebbe un errore madornale – a parer di queste righe – se indentificasse la sua amministrazione come appartenente ad “Azione”. Cosa che – sempre a parer mio – ha già fatto con il comunicato di giubilo del dopo elezioni, firmato “Spazio civico”. Che vantaggio ne trae un'amministrazione a rivendicare la vittoria – a loro dire – di un terzo-polo che in città raccoglie appena il 14 per cento dei votanti, ovvero il consenso di solo 8 rosetani su cento tra gli aventi diritto al voto? Tendenzialmente, un sindaco dovrebbe mirare a rappresentare tutti, specie se parte come civico.
Se poi si appiattisce in una coalizione di partito e quel partito conta 1.700 voti su 20 mila aventi diritto, bhé, ditemi voi se ha fatto un affare, politico beninteso!
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