sabato 1 ottobre 2022

Da civici a terzopolisti

ROSETO. Vabbé, chi si accontenta gode. E quindi lasciamoli cantar vittoria. Ma quelli che si vantano di aver fatto prendere un sacco di voti al loro capo (politico), Giulio Sottanelli, se ne aspettavano forse di meno? Meno ancora dei 1.700 circa che tra l'altro Giulio prendeva da solo anche prima di loro? Meno dei soli 700 voti di scarto dalla base di default di “Azione”, che anche a Giulianova, senza sindaco, ex-sindaco, vice-sindaco, assessori, consiglieri, presidente, eccetera ha raggiunto oltre 900 voti? Davvero l'apporto di questa enorme squadra comunale di “Azione” vale 700 voti appena? Suvvia...

Che poi una legge elettorale definita dagli osservatori flipper, pallottoliere, lotteria, tombola o quale altro gioco vattelo a pesca, abbia premiato lo stesso con un posto a Roma il prode Giulio, buon per lui, per loro e – si spera – anche per la città. Ma da questo a farla passare per una grande affermazione rosetana di “Azione” solo per una questione di percentuale ve ne corre. E Giulio penso lo sappia bene, viste anche le sue parole su “Il Centro” del 28 settembre.

D'altro canto, il sindaco Nugnes farebbe un errore madornale – a parer di queste righe – se indentificasse la sua amministrazione come appartenente ad “Azione”. Cosa che – sempre a parer mio – ha già fatto con il comunicato di giubilo del dopo elezioni, firmato “Spazio civico”. Che vantaggio ne trae un'amministrazione a rivendicare la vittoria – a loro dire – di un terzo-polo che in città raccoglie appena il 14 per cento dei votanti, ovvero il consenso di solo 8 rosetani su cento tra gli aventi diritto al voto? Tendenzialmente, un sindaco dovrebbe mirare a rappresentare tutti, specie se parte come civico. 

Se poi si appiattisce in una coalizione di partito e quel partito conta 1.700 voti su 20 mila aventi diritto, bhé, ditemi voi se ha fatto un affare, politico beninteso!

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