lunedì 16 maggio 2022

Villa Clemente: poche idee ma confuse

Il sindaco in versione social-estiva
ROSETO. Dunque sul ramo nord della via Nazionale di Roseto esiste un rudere. Una struttura cadente che un tempo era una villa: villa Clemente. È di proprietà del Comune. Ha un certo valore storico. E, da decenni, si tenta di restaurarla, anche ricorrendo a progetti di livello, per ricavarne un teatro o un centro culturale.

Bene, anzi: male, malissimo. Perché si da il caso che verso l'epilogo elettorale dell'amministrazione scorsa, venne presentata al Governo una scheda tesa ad ottenere il finanziamento per ristrutturare questa villa. Si era colta l'occasione infatti di un fondo statale apposito, definito della “Rigenerazione urbana”. La richiesta, gioco forza, è passata all'amministrazione venuta dopo, ovvero quella attuale. Ma sfortuna ha voluto, che in un primo tempo essa non pareva meritevole di accoglimento.

Fulmini e saette, allora. Diluvio di parole da parte dell'attuale sindaco, Mario Nugnes, al grido di: l'avevo detto io che non andava bene! Nel suo mirino nemmeno tanto l'ex-sindaco, Di Girolamo, quanto la sua amministrazione e, sottinteso, Simone Aloisi, l'ex-consiglere comunale che aveva molto difeso quel progetto e che, guarda caso, è un cosiddetto “Ginobliano”. Senonché, passano poche settimane, ed il fronte si ribalta. La richiesta dei fondi, anche per interessamento – si è letto – del deputato rosetano della Lega, Giuseppe Bellachioma, viene accolta. Cambiamento totale di scenario: Nugnes fa dietrofront e come niente fosse, con la solita altisonante proclamazione a mezzo-stampa-tv-social-eccetera, proclama la vittoria, che, ad ogni evidenza non era sua, ma dell'eredità acquisita.

Vabbé, uno dice: ormai siamo abituati: l'enfasi è la sua cifra politica (basti dire che oggi ha propagandato come se fosse la cosa più nuova che c'è una bella manifestazione che si tiene da sempre a Roseto), quindi passi: l'importante è che restaurino questa benedetta villa. Ma i colpi di scena non erano terminati. Al consiglio comunale di qualche giorno fa, lo stesso che avrebbe propiziato lo sblocco della pratica, cioè il consigliere e deputato Bellachioma, se ne esce dicendo: sa che c'è, se questi soldi li possiamo spendere da qualche altra parte, forse è meglio. Ed il sindaco che fa? Dice a sua volta: come no, se non si perdono, perché non dirottarli altrove?

Ma insomma, va bene tutto: ma la domanda è: questa villa Clemente la volete restaurare oppure dobbiamo aspettare che viene giù da sola? Perché prima o poi, se non si interviene, va a finire che casca proprio.

2 commenti:

  1. Egregio architetto, avrà capito benissimo che fare di quel rudere una salateatropolifunzionaleauditoriumetc.e' un buttar via soldi e già tanti ne buttammo per comprarlo e per progetti vari .Roseto ha bisogno di spazi verdi seri poiché non ne ha.La sala politutto si può fare altrove. Mi spiace contraddirla su un punto: molte idee e tutte confuse!

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  2. I finanziamenti vanno spesi per ciò per cui vengono erogati, Villa Clemente

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