mercoledì 25 maggio 2022

Un impianto di dubbia utilità nel posto di sicuro sbagliato

ROSETO. Si era circa tre anni or sono, nel 2019 se non erro, quando l'allora assessore Nicola Petrini, all'epoca nel Pd, annunciava in grande stile il “centro del riuso” in contrada fonte dell'Olmo. Vi fece minimo un paio di conferenze stampa. Una con i tecnici. Si vedeva lontano un miglio che quella localizzazione non fosse la migliore e l'impianto di relativa utilità. Ma non successe nulla. L'opposizione di allora non disse una parola. Fino alla primavera del 2020, quando in pieno lockdown, all'improvviso scoprì ciò che da mesi era risaputo.

Protagonisti di quella opposizione furono soprattutto la consigliera Rosaria Ciancaione, allora credo del partito “Liberi e Uguali” o “Articolo1” non ricordo bene, ed il consigliere Mario Nugnes, oggi sindaco, del gruppo Civico. Dall'esterno si mosse anche l'attuale assessora Lorena Mastrilli, allora nomale cittadina, che fu animatrice anche di una sottoscrizione popolare. Di seguito un po' tutta l'opposizione criticò quella scelta.

Petrini e l'allora sindaco, Sabatino di Girolamo (Pd), tuttavia, andarono dritti fino in fondo, senza ascoltare nessuno. Si giunse così quasi in campagna elettorale e, a lavori ormai intrapresi, Nugnes promise che, in caso di vittoria, avrebbe spostato l'opera. Proposito che oggi si rivelato, per voce dello stesso Nugnes, impossibile. Così chi nel frattempo è passato all'opposizione accusa l'attuale maggioranza di aver fatto una proposta almeno temeraria ed irrealizzabile al solo scopo di prendere voti. Dalla maggioranza, è facile prevedere, risponderanno che ci hanno provato, ma non sono riusciti.

Cosa resta, allora? Rimane una localizzazione pessima. Un impianto che non si sa bene che fine farà. E nemmeno se il Comune ci guadagnarè qualcosa o ci rimetterà se e quando verrà realizzato e dato in gestione a privati c'è da scommettere. Insomma, una vicenda sbagliata da tutti i punti di vista. Dove gran parte della politica locale potrà far solo la rincorsa a chi ha più colpe. Tant'è.

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