Cambia a partire da Roseto centro, stretta tra collina e mare e tutta costruita. Molte piccole abitazioni nelle strette vie centali, ad un piano o massimo due, stanno infatti passando di mano. Al loro posto nasceranno palazzine grandi minimo il doppio od il triplo. L'estate sarà una “guerra” per i parcheggi. É difficile immaginare, infatti, che le nuove costruizioni offrono più d'un box-auto a famiglia, dove tra l'altro finiranno bici, motorini e vettovaglie varie con la macchina che sarà inevitabilmente parcheggiata per strada.
Cambia poi nella distribuzione del verde pubblico. Il giardino della Villa comunale è chiuso dal 2016. Dovrebbe riaprire, ma la data viene spostata di settimana in settimana. L'Arena Quattro Palme sta come sta. Il parco Savini non è per niente curato. Il “campo dei preti” è, appunto, dei preti, cioè privato anche se fruibile in forma organizzata. La piazza del Comune è in pratica il tetto di un parcheggio, mentre la piazza della Stazione è tagliata in due dalla Nazionale. La pinetina Celommi, in inverno, ed a certe ore di certi giorni... bhé, lasciamo stare! E la spiaggia, di fatto, è stata privatizzata. Si potrebbe frequentare d'inverno, ma tempo permettendo. D'estate è sempre più “costruita”. Tra uno stabilimento e l'altro è ormai tutta una rete. Sta diventando uno spazio off-limits.
Qualcosa in più c'è a sud (cittadella dello sport) ed a nord, verso il Borsacchio. Ma, questa nord, è una zona di fatto non molto ben attrezzata. Per lunghi tratti di marciapiede, peraltro spesso sconnesso, mancano ad esempio i cestini portarifiuti in numero congruo. Sul lungomare sud, c'è ancora qualche grossa area. Ma su una di essa, dove un tempo si insediavano i circhi, pende un avviso per “concessione”. C'è scritto solo così sulle carte: concessione per eventi estivi. Che significa? Boh! In Italia quando una cosa pubblica viene “concessa” ai privati, di fatto, diventa privata e si ci può fare il bello e cattivo tempo.
Ecco, Roseto, come molte città costiere, si sviluppa secondo linee parallele al mare. Ed al lungomare, sempre più un lungo-chalet come detto, mancano le “perpendicolari”, cioè delle linee-aree che rompano la continuità e connettono, con lingue verdi, verso l'interno. Non si sono create nei tempi dei boom edilizi, tan meno nasceranno ora con la politica – d'ogni colore – che pensa e basa tutto sul mattone, sul metro cubo.
Un peccato, si direbbe!
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