Nella storia, la funzione della piazza è stata quella di consentire ai cittadini di riunirsi. Riunirsi, ad esempio, per assistere a spettacoli, comizi elettorali, rappresentazioni sacre e mercati. Nel medioevo le funzioni della piazza erano nettamente distinte: c'era la piazza religiosa davanti la chiesa principale, la piazza politica davanti al palazzo Comunale e la piazza del mercato.
In questo senso, piazza Dalmazia non è una piazza, ma ha ospitato (quando si poteva) manifestazioni pubbliche e mercati. Del resto non era stata progettata, negli anni '30 del Novecento, per quello scopo. Anzi, era allora uno slargo stradale di fronte al “Kursal” ed all'origne sud del lungomare “monumentale”. Era nella sostanza una piazza di traffico, come d'uso corrente in quel lasso del secolo passato. Un largo, tuttavia, che ha avuto di fatto una funzione civile e politica, nonché commerciale, anche se non era nata per quello. Non è dunque una piazza “specialistica”, ma ha alcuni elementi tipici di una piazza.
Ora, lo spazio attuale, che si apre appunto stasera nell'ufficialità, appare piuttosto disegnato come un “oggetto” di design corrente. Un oggetto che può essere fruito. Qual è il tentativo che si scorge: quello della trasformazione da una piazza di traffico ad una piazza di soggiorno. Operazione, questa, mai facile, da cui si può derivare lievemente nel non essere né l'una né l'altro.
Al di là della retorica politica, quasi inevitabile in tali circostanze, cosa dirà se il tentativo sarà riuscito o meno? Lo dirà l'uso; il tipo d'uso che la gente spontaneamente ne farà in base ai gusti del momento, che mutano con il mutare stesso del tempo. Certo, il disegno, gli ingombri, gli arredi, la proiezione a terra degli elementi realizzati, condiziona e condizionerà tale uso, non consentendo, ad esempio, alcune funzioni. Bisogna vedere, però, se questa è una scelta progettuale consapevole, che segue un disegno politico preciso, oppure una meccanica trasposizione del segno grafico.
Si è tentati di propendere per la seconda ipotesi. Ecco
quindi che torna la parola: formalistica, nel senso di prevalenza
degli elementi convenzionali, che in fondo potrebbero essere posati
ovunque senza troppa distinsione. Insomma, è una piazza "di Giulianova", la nuova piazza Dalmazia, oppure è un oggetto di design che potrebbe essere posato in qualsiasi città del globo come davanti a qualunque centro-commerciale? Queste righe non hanno la risposta. Dipenderà dal se e dal come la faran propria i cittadini giuliesi ed i turisti. E qui si aprirebbe tutt'altro discorso sulla differenza d'uso tra cittadini e turisti, ma sarebbe troppo lungo da affrontare.
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