venerdì 2 luglio 2021

"Il Punto" rivendica autonomia di scelta

ROSETO. Era il 3 dicembre del 2016, vigilia del referendum “Renzi” e già l'associazione politica “Il Punto” si riuniva avendo di mira il livello cittadino, la scala rosetana. Tali intenti sono apparsi di nuovo questa mattina, in una conferenza stampa al lido “Celommi”, guarda caso storico stabilimento balneare proprio al centro del lungomare rosetano, per rivendicare autonomia di scelta anche in vista delle prossime elezioni municipali.

Del resto stiamo parlando di una associazione, che pur facendo riferimento al consigliere comunale, nonché vicepresidente della Provincia, Alessandro Recchiuti, ci tiene a ribadire che farà politica sulla base di proposte sue, che poi metterà a confronto con chi riterrà le possa condividere. Ciò, senza rinnegare una collocazione culturale nell'area centrale, o di centro-destra del panorama politico.

Quel centro-destra, però – accusa “Il Punto” che di fatto non ha voluto Recchiuti candidato sindaco. E questo – si aggiunge – per logiche non solo rosetane. Così, in un comunicato inviato da Vanessa Quaranta, presidente dell'associazione, si legge di “ambizioni e gruppi di potere aquilani e pescaresi. Abbiamo saputo e letto – si prosegue – di quel Pd area Legnini interessato ad un dialogo con Sottanelli; abbiamo visto il pescarese Luciano D'Alfonso a Roseto, così come abbiamo visto ai tavoli delle trattative (pochi) esponenti leghisti non di Roseto, pur esprimendo Roseto il deputato Giuseppe Bellachioma.”

C'è n'è ovviamente anche per l'aquilano Luigi D'Eramo, segretario regionale del Carroccio, che più volte è intervenuto pesantemente nella vicenda rosetana. Si accenna quindi a trame politiche sopra e sotto traccia che, a parere de "Il Punto", non fanno il bene di Roseto. Insomma è un po' un tradimento politico quello che si rimprovera alla destra, accompagnato dall'abbandono al suo destino della città da parte di quegli esponenti della destra stessa che siedono in consiglio regionale.

Di qui la rivendicazione: “Abbiamo deciso di non vendere la pelle di Roseto a chi ha interessi fuori dalla città”. Come dire, in casa nostra, la politica la facciamo noi. Secondo quello che a noi pare utile alla città. Senza farci colonizzare da chicchessia. Ed in questo, devo dire, la coerenza con quella sera del 3 dicembre di cinque anni fa, la si riconosce benissimo.

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