giovedì 23 gennaio 2020

I nostri lampioni devono nientemeno aspettare la Corte di Giustizia! Manca l'ONU e poi "tuttapposto"

ROSETO. E così, in quella simpatica oretta iniziale a tema libero del consiglio comunale rosetano, detta delle... comunicazioni (sic!), ecco che ci scappa la notizia. La introduce, con tono ovattato ma abile, il consigliere di “Futuro-In”, Alessandro Recchiuti, che è anche vicepresidente della Provincia di Teramo. Nella sostanza, Recchiuti dice: vorrei sapere cosa vi ha chiesto l'Autorità nazionale anticorruzione (quella dove c'era Cantone, per capirsi), circa il progetto di finanza sulla pubblica illuminazione.

E già, perché la famosa privatizzazione dei lampioni, da cui dovrebbe dipendere – secondo l'amministrazione – il ridar luce alla città, è all'esame dell'Authority suddetta. E lo è perché l'opposizione ha chiesto una sua valutazione. Si appura allora, per voce dello stesso sindaco Di Girolamo, che sì, l'Authority ha chiesto spiegazioni. Ed ha eccepito la legittimità del soggetto appaltante incaricato dal Comune di eseguire la gara. Ci sarebbe un contenzioso, addirittura davanti alla Corte di Giustizia, che dovrebbe esprimersi a breve.

Quindi cosa è successo? È capitato che il Comune ha tolto alla Provincia l'incarico di fare l'appalto perché riteneva che la Provincia fosse lenta e lo ha dato ad una altra struttura che, per sua sfortuna, è in contrasto con l'Authority quanto ad interpretazioni di legittimità. Come dire un capolavoro.

Del resto non è la sola cosa che viaggia a passo di lumaca. Persino lo spostamento del mercato del lungomare, annunciato e rimandato più volte, aspetterebbe adesso il diminuir per vie naturali delle concessioni commerciali, ridotte drasticamente dalla crisi. Quanto ad andamenti da tartaruga, poi, giace nei cassetti della Asl anche la decisione sul distretto sanitario, annunciato addirittura nell'altra era della politica regionale. Per non dire della sede del “118” nella ex-Casa Rosa nella zona sportiva, dove non si capisce nemmeno chi deve attrezzare i locali.

Sempre in tema di andamento lento, aspetta anche la concertazione urbanistica (ne ha parlato il consigliere Nugnes) e quella sulla tassa di soggiorno (su cui ha attaccato il consigliere Marcone). In compenso si giubila per i fondi sulle frane, che però devono anche loro aspettare mesi, se non anni, per trasformarsi in interventi concreti. Ed allora, tra un tentativo di riabilitazione di Craxi da parte dell'ex-socialista Pavone, blandamente contestato dall'ex-comunista Di Sante, c'è tempo anche per un accenno alla cosiddetta “guerra” (politica) sul Ruzzo. E qui il Sindaco, seppur felpatamente, si schiera con il Cda attuale, ovvero politicamente traducendo, con quello che è passato alla cronaca come l'asse Ginoble-Gatti.

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