mercoledì 31 gennaio 2024

Sfida difficilissima, ma interessante


ROSETO. Eppoi esistono quei post che piace scrivere anche per amicizia personale. E per gli appassionati di politica. Della politica quantistica, come le equazioni della fisica; della politica chimica come gli equilibri instabili delle soluzioni; della politica geometrica, come i fasci di parabole divergenti che si incontano sempre in un punto centrale.

Non me ne voglia l'amico Alessandro Recchiuti, ma io l'incontro da lui propiziato questa mattina al lido “Ohana” di Roseto, di cui leggete in immagine, riesco a parlarne solo così. Perché come nella fisica, appunto, quando si crea un vuoto la materia di cui è costituita la politica tende a colmarlo. E qui il vuoto a destra, nella destra di Roseto, lo ha creato Enio Pavone, con il suo passaggio nelle file dei candidati del centro-sinistra per le regionali.

Perché Pavone è un uomo profondamente di destra. Lo si capisce da come ragiona. Da come si pone in rapporto con gli altri; persino dalla postura. Ma è un uomo di una destra non contemporanea se non nel senso Trumpiano, quasi una destra da anni '50 del novecento direi: una destra dura. Questa volta, però, seguendo il suo zig-zagare trentennale, si è invece “accasato” nelle file del centro-sinistra che sostengono il candidato governatore D'Amico, diventando uno dei nomi di punta di “Azione” di Giulio Sottanelli, alleato quindi anche con la sinistra radicale, i Verdi ed i Cinque Stelle che lui ha sempre considerato e trattato con il massimo disappunto possibile. Ma tant'è.

Questo vuoto dunque, a Roseto, non è stato riempito, anzi in parte è stato indirettamente causato da Fratelli d'Italia. I quali, evidentemente, ritengono che la popolarità di Giorgia Meloni a Roma basti a trainare tutto. Nonostante l'ottimo consigliere comunale che hanno qui a Roseto, Francesco di Giuseppe, che è stato però lasciato spesso solo nelle sue battaglie consiliari.

Di fronte a questo quadro, appunto di fisica-politica, nasce la candidautura di Mirco Vannucci, voluta molto da Alessandro Recchiuti, nella formazione centrista “Azione politica”, alleata tecnicamente con la Lega. E qui non bisogna nascondersi dietro un dito. Recchiuti ha avuto nel 2021 dei dissapori politici proprio con la Lega, quando poteva essere un ottimo sfidante di Nugnes alle comunali e l'accordo sfumò. Ma Alessandro è rimasto uomo di centro, moderato, tendenzialmente post-democristiano. Un uomo di centro che guarda a destra. E da qui si è mosso superando le incomprensioni, ma rimanendo nel suo ambito politico e culturale centrista.

Funzionerà, non funzionerà? L'elettorato rosetano di destra voterà i big della provincia che qui si presentano agguerriti piuttosto che un candidato locale? Non lo sappiamo. Ma intanto questa unica candidatura del centro-destra a Roseto, quella di Mirco Vannucci appunto, è stata posta. E del resto cosa dovevano fare questi che hanno ragionato in questo modo? Cosa doveva fare Alessandro Recchiuti? Ritarsi in convento come un frate eremita? E se in convento non volesse andare, come si pensava di mandarcelo?

Perché qui c'è un altro non detto. Che riguarda soprattutto il centro-destra, ma non solo. Visto che c'è eccome chi storce il muso rispetto a questa scelta dell'avvocato Recchiuti. Ma questo problema il centro-destra rosetano e non solo rosetano, se lo deve risolvere da solo, se vuole. Oppure può sempre scegliere di lasciare Pavone e Sottanelli fare e disfare la tela della politica come più gli fa comodo.

Ecco, il punto politico che sta dietro la conferenza stampa di questa mattina è esattamente questo. Ed è tutto in divenire. Soprattutto in base all'esito delle regionali.

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