venerdì 7 aprile 2023

Un "Tavolo" per il Saffo. Basterà?

un momento dei lavori del consiglio comunale
ROSETO. Della questione liceo “Saffo”, ovvero del dove piazzare l'eventuale nuovo edificio che dovrebbe sostituire l'attuale malagevole sede, se ne parlerà in un “Tavolo”. Si faranno cioè degli incontri con Provincia, scuole, rappresentanze degli studenti anche, eccetera. Lo ha chiesto, con una mozione consiliare, Teresa Ginoble. Ma il consigliere di maggioranza Christian Aceto, che rappresenta una lista che si chiama “Under”, subito ha detto che ci aveva pensato prima lui. Anzi, che il merito del “Tavolo” è suo e non bisogna “strumentalizzare”.

Vabbé, il problema però non è chi per primo ha pensato al “Tavolo”. Il punto è molto più semplice. Vale a dire: di fatto – senza che nessuno lo ammetterà mai – la destinazione del “Saffo” rimarrà in centro a Roseto solo se non interferirà con le prossime future lottizzazioni edilizie. Lo spazio reale per costruire la scuola è un ex-fornace. Ma lì, se vuoi farlo, devi dare una perequazione urbanistica: devi cioè ammettere metri cubi residenziali. Nei pressi, però, c'è anche l'enorme area verde che va, per capirci, dagli (ex?)ulivi sulla statale fino al mare. Da quelle parti, prima o poi, nasceranno probabili palazzine residenziali. Poi c'è il lungomare, con tutti gli attici che verranno di cui si è detto anche qui, nei post precedenti.

Ora, se le migliori di queste lottizzazioni, specie sul lungomare, non avranno problemi di mercato essendo, visti i prezzi che corrono, riservate a magnati o giù di lì, tutte le altre case si debbono pur vendere. Mettendoci pure quelle che comunque usciranno dal nuovo piano regolatore, sono una marea di appartamenti. Chi se li compra?

Perché guardate, tolto il lungomare appunto appetibile, non è che Roseto sia Montecarlo che attira tutti i ricconi del pianeta. Noi qui solo case offriamo, perché il mare è davvero bellissimo, ma non è che lo abbiamo solo noi. Perciò la questione “Saffo”, al di là dei “Tavoli”, si risolve se si viene a capo della questione “case”. E la politica, tutta, dovrebbe esser più chiara in tal senso. Proprio quella chiarezza che non avrà mai. L'impressione, insomma, è che non basti un “Tavolo”: occorrerebbe un po' di chiarezza, il che è... chiaramente (gioco di parole cercato) un pochettino più tosto.

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