venerdì 21 aprile 2023

Un debito che viene da lontano

ROSETO. Il consiglio comunale si è riunito di corsa alla vigilia del week-end del 25 aprile. Per approfittare all'ultimo momento di un aiuto che lo Stato concede sui mutui dei Comuni visti gli aumenti degli interessi che sono scattati negli ultimi mesi. Se non ricordo male, però, questo genere di debito che oggi è diventato più caro per l'aumento dei tassi, nasce circa dieci anni fa. Penso che sul web sia ancora recuperabile il post di questo blog che ne parlava.

Amministrava allora – come ora del resto – ma all'epoca da sindaco, l'ex-socialista divenuto poi di area berlusconiana, Enio Pavone. Tra l'altro Pavone amministra il Comune, in diversi ruoli, fin dal 1997, ovvero quando l'attuale sindaco Nugnes aveva 19 anni e la presidente del consiglio (di cui, essendo una signora, non si cita l'età) non frequentava forse nemmeno l'asilo. Dunque un po' meno di dieci anni fa, si verificò il primo “buco” (tecnicamente si chiama disavanzo) di bilancio. Era infatti cambiata la norma per il cosiddetto “riaccertamento dei residui”, cioè non ti potevi più portare appresso nel bilancio somme vecchie di anni che in realtà non avresti mai incassato. Fatto sta che a fronte di quelle entrate poi cassate le spese c'erano in realtà state e da qui il “buco”.

Il secondo “buco” – in sostanza per gli stessi motivi – si ebbe poi a cavallo tra l'amministrazione Pavone e la successiva, quella del sindaco Di Girolamo. E su questo Di Girolamo si lamentò per almeno cinque anni, fino a quando per chiudere il Comune dovette vendersi un terreno sul mare su cui stanno costruendo adesso un edifico enorme e talmente impattante visivamente che non può passare inosservato.

Comunque, tornando al primo caso, l'amministrazione Pavone stipulò un debito che si spalmava in trent'anni, se non sbaglio fino al 2034. Soltanto che all'inizio non si sentiva, perché i primi anni di rate erano coperti con la vendita della farmacia comunale, che Pavone aveva immediatamente disposto. Ad oggi, invece, pare che siano circa 300 mila euro in più da pagare. Lo Stato, però, ha dato la possibilità di sospendere questi aumenti in attesa di tempi migliori. Se mai verranno, naturalmente.

Di qui l'urgenza di decidere in consiglio. Si tratta infatti di somme abbastanza rilevanti, pur in tempi di grandi risorse europee per altri canali dilaganti. Per altri canali, però. E questo è il punto... appunto!

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