sabato 15 aprile 2023

Gli arzilli vecchietti: l'ultima (o la penultima) generazione fortunata

Appartengo ad una generazione fortunata. Quella dei circa sessantenni. Nel mio caso, poi, ancor di più. Perché non ho figli (per fortuna) da sistemare e non ho più (purtroppo) genitori anziani da accudire. Ma forse più fortunata della mia c'è la generazione precedente, quella degli arzilli vecchietti 80-90enni.

Oddio arzilli! mica sempre. Quanti ne conosco che escono di casa la mattina ed invece di andare a prendere il caffé entrano nell'ambultorio di qualche medico. Da lì a “fare le analisi” è un attimo. Quando non hanno bisogno di visite specialistiche e, non di rado, di ricoveri o cure ospedaliere. Insomma, più che vita un'odissea tra ambulatori-laboratori-farmacie-reparti-di-degenza, quell'età.

Gli under-80 di oggi, comunque, sono i genitori della generazione del baby-boom degli anni '60. Hanno cioè figli 50-60enni. Che in tanti casi si prendono cura di loro, oltre che dei propri di figli, cioè i nipoti degli under di cui sopra. Li accompagnano. Li aiutano nelle pratiche burocratiche. Li assistono nelle faccende domestiche. Tutto il peso del lavoro e della famiglia ricade in questi casi soprattutto sulle donne di media-età, visto che i maschi il più delle volte chiacchierano solamente. Naturalmente quando le famiglie sono mediamente benestanti e vanno d'accordo, beninteso.

Ebbene, oltre ad essere una fonte cospicua di reddito per l'industria farmaceutica, questa situazione è purtroppo destinata a cambiare. Quando la generazione dei boomers, cioè dei sessantenni odierni, arriverà alla “vecchiaia” essa stessa, non potrà contare sull'assistenza che loro hanno prestato ai genitori molto anziani. Perché le famglie sono più piccole ed i figli sono spesso all'estero per lavoro. E perché gli stipendi dei figli, anche vi fossero, sono nella gran parte dei casi talmente miseri da non garantire nulla, figurarsi un'assistenza.

Potrebbe essere, quella degli 80enni, l'ultima generazione fortunata. Hanno vissuto il boom-economico, la sicurezza del posto fisso, il lavoro che rendeva bene. In qualche caso sono riusciti a trasmettere ai figli una posizione ed una eredità. Ma, passata questa fase, sull'avvenir non v'è certezza come cantava il poeta. L'avvenire è infatti degli orsi piuttosto che dei cinghiali. E non è detto che il passaggio al mondo animale, in tutti i sensi, garantisca migliori risultati. Chi vivrà vedrà, allora.

E buon week-end

2 commenti:

  1. Sono Paolo Nocelli. Appartengo alla generazione "fortunata" degli ottuagenari che ha vissuto il boom economico e lo stato sociale. Sono più benestante dei miei genitori, ma mia figlia non ha tutti i benefici che ha goduto la nostra generazione. Mi sento molto fortunato.

    RispondiElimina
  2. Riflessioni da condividere

    RispondiElimina

Ma se bisogna fare di più, finora si è fatto meno? Nuovo corso social di Angelo (Marcone) oppure “feu de paille” (fuoco di paglia)?

ROSETO. In ogni caso, ecco a voi la settimana. Secondo Controaliseo , naturalment! Tagliar nastri che passione! È dunque del lunedì 14 l&...