giovedì 2 febbraio 2023

In attesa del 2024 teniamoci il semaforo

ROSETO. Teresa Ginoble proporrà al consiglio comunale di approvare una mozione, cioè una proposta, per devolvere le somme incassate dal famoso semaforo-scatta-multe al bivio di S.Petronilla alla sistemazione degli altri semafori sparsi per la città, a volte cadenti.

È facile prevedere che il consiglio comunale, a maggioranza, dirà di no. Non perché non sia una proposta di buon senso, ma perché lo dice Teresa Ginoble. E qualsiasi cosa dica Teresa Ginoble od anche Francesco di Giuseppe, il consiglio comunale, a maggioranza, politicamente dirà sempre NO. Perché? Perché il sindaco ed i suoi consiglieri pensano che dire NO a Teresa Ginoble, come anche a Francesco di Giuseppe, sia un atto che dimostri la loro forza politica, il loro essere intransigenti, la loro voglia di muro contro muro, la diuturna prova muscolare con cui interpretano la dialettica consiliare. Un comportamento, questo, che all'evidenza ritengono porti loro consenso, voti ed ammirazione tra i fans più stretti.

Giusto o sbagliato che sia, la pensano così. E tutto sommato così facendo riconoscono pure che ci siano due o tre consiglieri all'opposizione. Solo due o tre, perché, ad esempio, sulle proposte che vengono dalla sinistra del Pd, pur lasciandole poi di fatto nei cassetti – come il caso della tassa sui rifiuti da restituire – si mostrano più aperti. Anche da quelle che vengono dalla Lega – che tra l'altro finora formula solo proposte verbali senza nemmeno ricorrere alla mozione – sembra ci sia apertura, ma a Teresa Ginoble e Francesco di Giuseppe no: saracinesa abbassata. E va bene così, naturalmente.

Comunque pare – sottolineo pare – che dal primo febbraio ci sia un attimo di respiro al bivio di S.Petronilla. Magari non si sarà più costretti a fare il giro da Campo a Mare per andare a Pineto (c'è chi lo ha fatto), oppure ad inchiodare lasciando metà gomme per terra appena scatta il giallo per paura di passare e beccarsi una multa ahi visto mai non fai in tempo. E poi sentirsi anche in colpa se l'auto, pur spremendo a fondo il pedale del freno, magari si ferma qualche centimetro oltre la striscia bianca ed un implacabile “var” fischia il fuori-gioco senza nemmeno concedere l'attenuante del fallo-involontario.

Del resto viviamo tempi in cui dai pulpiti-municipali in generale piovono scomuniche verso ignari passanti-sub-semaforici. Oltre le scomuniche politiche che colpiscono Teresa Ginoble in particolare, ma quelle, come detto, sono un'altra storia. Una storia di politica, appunto. Anzi, una storia di politica di fatto bloccata, dove tutti attendono le fatidiche regionali del 2024 attribuendo ad esse ognuno il valore di spartiacque, ovviamente ciascuno pensa a proprio vantaggio. Chi vivrà vedrà, semaforo permettendo.

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