lunedì 30 gennaio 2023

Quando il popolo è escluso la politica è da brindisi

TERAMO. Da quando i presidenti delle Provincie se li eleggono tra loro (tra loro della politica) senza disturbare il popolo votante, è un festival degli intrighi (per carità politici, quindi buoni), degli accordi sotto il pelo dell'acqua, delle cordate combinate di palazzo. Naturalmente Teramo non poteva far eccezione e non l'ha fatta ieri quando è toccato avvicendare Diego di Bonaventura, il cui mandato è terminato giusto in data.

Almeno questo è quanto si legge nei commenti, perché qui si è “garantisti” tout-court sulla politica e naturalmente non si crede a nulla se non al fatto che la politica instessa sia solo e solamente virtù civica, servizio fino al sacrificio personale e massima coerenza delle posizioni storicamente assunte.

Allora non sarà sicuramente vero – come si legge – che gli alleatissimi di Italia Viva e di Azione gli uni abbiano appoggiato, almeno in parte, uno (che tra l'altro ha vinto) mentre gli altri abbiano sostenuto, almeno in parte, un altro (che peraltro ha perso). E che in onore di questo secondo (poi uscito appunto... secondo) siano corsi persino dei brindisi augurali giorni prima nel Lido delle Rose.

Comunque è stato tutto un fiorire di quello che sta con quello, quell'altro con quell'altro anche trasversalmente all'interno degli stessi partiti o schieramenti. Ma pazienza, in fondo la Provincia deve occuparsi solamente di strade e scuole, cosa vuoi che sia? Di certo una quisquilia di fronte ai posizionamenti ed alle strategie per i prossimi appuntamenti elettorali di primavera e, traguardando il binocolo, del an venturo vieppiù? 

Suvvia, è questo il bello della politica, nonché della vita: la tattica e il gioco di potere. E pazienza per chi non partecipa!

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