Bene, meglio direte voi. Non tanto, perché di cassoni che servono per intervenire sui pali ne erano previsti solo 90, invece dei 180 poi ritenuti necessari. Per di più, alcuni piloni che erano stati fatti larghi 53 centimetri sono stati poi allargati fino a 68 centimetri e quindi si è dovuto rifare tutto il lavoro. Sono stati scoperti, in aggiunta, dei ferri che non si sapevano e allora li hanno dovuti trattare contro la corrosione. E via dicendo.
Insomma, è vero che l'importo totale rimane sempre 1 milione di euro finanziato a suo tempo, ma le singole voci cambiano. Ma, la cosa più bella è che nessun sindaco vecchio o nuovo, nessun assessore del passato o del presente, abbia pensato ad inserire nel progetto o nelle varianti la prescrizione che il pontile fosse fruibile, seppur in modo provvisorio, tra una fase e l'altra delle lavorazioni. Eppure si sapeva che i lavori si sarebbero svolti in almeno due fasi. Ed allora perché non prevedere (oppure aggiungere in sede di variante) la possibilità di una apertura parziale al pubblico?
Siamo in tempi di alta tecnologia. Abbiamo strumenti tecnici impensabili, ma non sappiamo rendere praticabile nemmeno ai pedoni una struttura che sostiene senza problemi financo pesanti gru di cantiere. Evviva!
Assisto a questi lavori dalla scorsa estate. Lavori a rilento numero di operai irrisorio. Oggi i pali sono differenti l'uno dall'altro e me ne domando la ragione.
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