Di per se, è una buona notizia. E queste righe la condividono. Tant'è che è pubblicata integrale anche nella pagina Fb collegata “Roseto eclettica”.
Ma la notizia, però, contiene anche un sottotesto politico che è evidente ad un occhio abituato, ma incomprensibile al comune lettore, se non spiegato. Ecco allora che, per completezza di cronaca, a parere di chi scrive vanno suggeriti alcuni elementi di riflessione.
Primo elemento. Lo strumento usato per arrivare all'obiettivo è la cosiddetta “risoluzione” consiliare. Di cosa si tratta? Semplice, di un documento, peraltro non vincolante, con il quale il Consiglio invita il Sindaco e la Giunta a provvedere. Quando lo si usa? In genere in due casi: quando il consiglio vuole sollecitare il sindaco a fare qualcosa che quest'ultimo non vuol fare, oppure quando vuol dargli maggiore carica a farla. Infatti, il sindaco, il regolamento in questione può cambiarlo quando vuole e poi portarlo in consiglio per la ratifica. Quindi in linea pratica la risoluzione non serve. Occorre, invece, in linea politica, come detto.
Visti
i rapporti idilliaci tra la maggioranza del consiglio ed il sindaco,
si sarebbe perciò orientati alla seconda ipotesi. Quale che sia, però, la
risoluzione, di fatto, attribuisce un protagonismo politico autonomo
al Consiglio ed in particolare, vista anche la dichiarazione stampa, alla
sua presidente, Gabriella Recchiuti.
Intendiamoci, è cosa buona che la presidente assuma questo autonomo protagonismo. Anzi, è essenziale nella fisiologia della dialettica politica. Nel caso nostro, inoltre, sarebbe un toccasana per compensare politicamente le continue uscite del consigliere Enio Pavone, i cui de-romantizzanti interventi appaiono piuttosto assumere le sembianze di quelli di un sindaco ombra che di un semplice consigliere comunale.
Ma
c'è un altra lettura, politicamente più maliziosa, che può essere
giornalisticamente avanzata. Cioè la seguente: si è voluta portare la risoluzione in Aula
per dare addosso, sempre politicamente, a Teresa Ginoble, che del
consiglio è stata presidente la scorsa volta. È come gli avessero
voluto dire: lo vedi, chi sa risparmiare sui costi, altro che te? Difatti
“Elena”, come tutti la chiamano a Roseto, ha abbandonato i lavori
in segno di protesta. E qui – a mio avviso, tanto per attirarmi
oltre gli strali della maggioranza anche quelli dell'opposizione
– “Elena” ha sbagliato. Come sbagliava quando usava questa
tecnica dell'uscita dall'Aula durante l'amministrazione Pavone, allorché era presa di mira costantemente e pessimamente da Antonio Norante, che allora si comportava in Aula più o meno come Pavone fa oggi.
Se una cosa va nella direzione dei risparmi, infatti, chiunque la presenti va votata. Se ne possono spiegare le contraddizioni, le ragioni politiche, ma la si vota. Anche perché proprio una questione come quella delle riprese tv, apparentemente minore, dimostra quando è abile l'azione, in senso strettamente politico, di Nugnes ed i suoi. L'opposizione dovrebbe prendere atto che Nugnes la politica la sa fare. Se ora se ci mette, a saperla fare, anche la presidente del consiglio, Gabriella Recchiuti, per l'opposizione son dolori.
Ma c'è un altra cosa. Secondo il naso di colui che chiamano “Il Qualcuno”, che poi sarei io, a lungo andare anche il rapporto politico tra l'azione giovane, incisiva, politicamente spregiudicata di Nugnes e quella, sempre in termini politici, datata ed eccessivamente irosa di Enio Pavone, dovrà trovare un diverso momento di confronto. In altre parole, Pavone dovrà "Nugnesizzarsi" un pò di più. Ma questo, se volete, è un altro discorso.
Firmato: “Il Qualcuno”
Nessun commento:
Posta un commento