Naturalmente si tratterebbe di un ottimo social-party, diciamo così. Ma, al di là della loro incrollabile fede nei rispettivi beniamini elettorali, se vi dovessi dire che la campagna elettorale ha chiarito alcuni miei dubbi direi una bugia. Ad esempio, non ho minimamente capito come i pretendenti al “trono municipale” (ormai sono ridotti a due soltanto) pensino di poter sbloccare i lavori infiniti alla Villa comunale. Non ho compreso se e quando intendono riasfaltare la nazionale, ridotta ormai ad un colabrodo. Non so se intendono finire al più presto i lavori al pontile oppure non gli interessa proprio. Non ricordo nemmeno se hanno detto come, in concreto, terranno puliti i tubi di scarico delle acque piovane, i quali anche se nuovi, se non ripuliti almeno ogni anno si riempiono di terra e non servono più a niente.
Insomma, tutti a pensare ai sacri principi, alla giustizia nel mondo, ai grandi temi del “Tu sei di destra”, “Tu di Sinistra”, eccetera e nessuno che – secondo me – abbia capito davvero come si amministra un comune. Per non dire delle malcelate soddisfazioni per la sconfitta di chi fino a ieri è stato un tuo idolo, per il quale hai chiesto voti ed elencato pregi. È il caso, questo, di una parte della sinistra verso l'ex-deputato Tommaso Ginoble, non approdato al ballottaggio per una manciata di voti. Ma buon dio, si direbbe, lui avrà pure sbagliato tutto (e per me ha sbagliato anche a candidarsi), ma voi che lo avete acclamato più volte deputato e consigliere regionale ed ora lo sbeffeggiate (politicamente), non è che state accusando voi stessi delle medesime critiche che rivolgete al vostro “ex”-Tommaso?
Ma tant'è, così va il mondo: sugli altari finché sei forte, nella polvere quando cadi. È sempre stato e sempre sarà. È la vita, prim'ancora della politica. Anche se nessuno lo ammette.
P.s.:
ah, dimenticavo: ma ora l'opposizione chi la fa? Non sarebbe il caso
che i candidati sindaci sconfitti, tutti, si dimettessero da
consiglieri comunali? Ecco un altra cosa che non faranno mai.
Sbagliando ancora. Ma a questo siamo abituati, ahimé!
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