Lo avrei voluto sapere, ad esempio, dal mio amico William Di Marco: Forza Italia, Fratelli d'Italia o Lega sarebbe stata la sua preferenza in caso di elezioni nazionali? Oppure, dalla dottoressa Rosaria Ciancaione: il partito di Fratoianni, quello di Speranza o Cinque Stelle avrebbe lei scelto? O mgari dal dottor Mario Nugnes: avrebbe preferito il partito di Calenda? Al sindaco uscente, Sabatino Di Girolamo, o all'ex-deputato, Tommaso Ginoble, non lo avrei chiesto, perché presumo mi avrebbero risposto l'uno il PD e l'altro Italia Viva.
Perché vedete, il fatto di queste elezioni nostrane è un civismo che confonde. E che i protagonisti si guardano bene dal chiarire fino in fondo. Di qui le domande. La sensazione è come se avessero timore che i rispettivi elettorati locali non gradissero le loro eventuali appartenenze politiche nazionali o regionali. E d'altra parte i partiti, temendo di essere a loro volta impopolari, hanno buon gioco a celarsi dietro figure “civiche”. C'è della furbizia, politica appunto, in questo gioco.
Tutto bene, se non fosse che detto maquillage politico può sciogliersi come neve al sole un attimo dopo il voto. Quando ognuno dei “civici” (la vicina Giulianova insegna) rientrerà, o si ricollocherà, nelle proprie appartenze, magari a seconda del risultato "civico". E così, durante la prossima campagna elettorale nazionale, forse non lontana, andrà a cercar voti per questo o quel partito e non per questo o quello schieramento civico. Ecco perché sarebbe stato utile ai votanti sapere fin da subito dove batterà il loro cuore di qui a qualche mese. Troppo facile, altrimenti.
Ma tant'è. Dite sarebbe stato pretender troppo? Penso anch'io. Meglio allora godersi questo mare da favola. Buona domenica.
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