Pescara apre i Musei e L’Aquila li
chiude
L’AQUILA. Il 26 agosto 1882, Primo
Levi (Ferrara 25.06.1853 – Roma 14.04.1917), incantato da “L’aquila” (uno
dei dipinti di Teofilo Patini) inviava una lettera al marchese Giulio
Dragonetti de Torris (L’Aquila 11.06.1818 – 13.03.1896) in cui affermava
che sarebbe stata una vera fortuna potersi servire delle qualità umane e
didattiche del Maestro. “Esiste, a quanto sento in Aquila - scriveva -
una scuola d’arte e mestieri. Di questa scuola, si dovrebbe affidare a Patini
l’alta direzione, per esser sicuri che essa si avvii a darci quegli artisti
intelligenti e colti di cui abbiamo bisogno per lo sviluppo dell’arte
industriale”. Lo scrittore ferrarese avvertiva l’urgenza di svecchiare e
sprovincializzare la cultura nazionale, rifiutava il servilismo culturale verso
l’esterno; in Lui erano vivi: il moltiplicarsi dell’interesse per gli
sperimentalismi più arditi e la necessità di affermazione dei giovani talenti capaci
di combattere ogni accademismo e ridare forza alla vita intellettuale del
paese.
Il 19 settembre 1882, dal Consiglio Comunale
della città affidava al pittore di Castel di Sangro la direzione della “Scuola
d’Arte e Mestieri” aquilana.
Patini ebbe a ringraziare
Levi per aver promosso l’incarico, nonché per alcuni libri ricevuti in dono; aggiunse
che altri ne avrebbe acquistati a beneficio della ‘Scuola’; perché, diceva
nella lettera, “sapete bene che mi toccherà studiare”.
Cosa abbia rappresentato la “Scuola
d’Arte e Mestieri” (la prima in Abruzzo), istituita a L’Aquila, il suo
sviluppo fino negli anni Sessanta, lo si deve a molti illustri e validi insegnanti.
Al tempo della direzione affidata a Romolo Vetere, vi erano docenti del calibro
di Giuseppe Desiato e Giuseppe Pappa (per ricordarne alcuni). Le ‘conoscenze
artigianali e culturali’ erano il perno dell’istruzione, ma nell’affacciarsi delle
nuove esperienze. Non a caso, Ferdinando Bologna, nella presentazione della
mostra alla “Numero” di Firenze, nel 1961, scriveva sulle opere del
Vetere: “… un risultato originale che, come si propone di tradurre nella
chiarezza tagliente del fil di ferro il segno lucido di un Klee o di un Hartung,
non ignora né le scomposizioni dinamiche dei futuristi italiani né
l’insegnamento del Cubismo”. I tre artisti citati provenivano dall’area
napoletana. Nel ritorno in patria, lasciavano all’Aquila allievi ben formati dalla
loro “Scuola”; vi si potevano contare tra i tanti: Sandro Visca e Walter
Zarroli, Raimondo Tiberio, Pasquale De Carolis. Una volta conclusi gli studi, i
primi due, finirono ‘migranti’, predilessero l’insegnamento nell’Istituto
d’Arte, poi divenuto Liceo Artistico, in Pescara, diretto da Giuseppe
Misticoni. Questo transito è stato ricordato in un bell’excursus storico
firmato da Lalla D’Ignazio (“il centro”, 28 settembre 2021). L’articolo
è apparso in occasione della visita del Capo dello Stato a Pescara. Il terzo (Tiberio)
rinunciò all’insegnamento e aprì un suo “studio-bottega”. Il quarto, invece, ebbe
anche la Direzione della “Scuola” e, alla pensione, si trasferì a San Demetrio ne’
Vestini il comune a 17 km dal capoluogo, aprendo una Bottega, soprattutto per
le sue ceramiche.
La nuova stagione artistico-culturale
pescarese ha affidato l’inaugurazione del “Museo dell’Ottocento” e del “Museo
del Novecento” a Vittorio Sgarbi. Il critico ferrarese è da anni protagonista
sulla scena abruzzese, dividendo il tempo tra “arte” e (soprattutto) “politica”.
Più volte lo si è visto al Palazzo dell’Emiciclo del
Consiglio Regionale d’Abruzzo a L’Aquila, sulla scena delle “Premio delle
Arti” in Sulmona ideato da Gaetano Pallozzi, nelle elezioni comunali in
Sulmona; non ultima a Roseto degli Abruzzo dove ha forse lasciato una ‘traccia’
nella lista (“Identità culturale rosetana”) in appoggio al candidato
Sindaco William Di Marco.
Evviva alla sua
instancabile presenza! In tempo di “covid” valga il ‘tocco’ gomito a gomito.
Mi sovvien… Una stretta di mano nel 2004, nelle elezioni per
la Provincia dell’Aquila. Tra i giornalisti convocati all’Hotel Duca
degli Abruzzi, nel capoluogo, per “abruzzo az 60”, interveniva Emidio Di
Carlo; era anche un rappresentante del mondo culturale aquilano. Vito Taccone si
proponeva candidato Sindaco. Il critico ferrarese chiese e ottenne, sia pure
con qualche perplessità, l’inclusione del giornalista (in quanto rappresentante
del mondo culturale aquilana) nella ‘lista’ che aveva il simbolo del Partito
Repubblicano Italiano. Poi, le cose non
andarono come avevano immaginato il “gatto” marsicano e il critico ferrarese. La
politica locale, all’epoca, era già inquinata dagli speculatori; gli
accaparratori delle poltrone oscuravano il “capoluogo”; la vitalità culturale
ed artistica era ridotta ad artificiosi fatti teatrali.
Mi
sovvien… Fine settembre 2021. Pescara
inaugura due gioielli: il “Museo dell’Ottocento” e il “Museo del Novecento”.
L’Aquila, a tutta risposta, li chiude. La scena viene occupata dai
collezionisti: a Pescara, i coniugi Di Persio hanno lottato e vinto per l’apertura
del loro Museo; a L’Aquila gli eredi della Collezione “Pellicciotti”
(accumulata dal collezionista Italo De Angelis) hanno vinto e quindi chiuso una
bella pagina della “Scuola Napoletana”. Giuridicamente è stata ottenuta la restituzione
delle opere agli eredi essendo mancato il rispetto delle clausole previste al momento
della donazione al Comune dell’Aquila. Pertanto i politici, da Cialente a Biondi,
hanno potuto palleggiarsi le responsabilità per il “recesso” e la fine della
storia.
Ora
L’Aquila ha la ‘succursale’ del “MAXI”. Biondi ha ringraziato il Ministro
Franceschini per l’offerta del Museo d'arte contemporanea; ha attentamente lasciando
fuori la porta il suo predecessore (Cialente), all’’inaugurazione, il 28 maggio
2021, nel Palazzo Ardinghelli. Per giusta cronaca, va detto che se non vi fosse
stato il generoso contributo dalla Fondazione ‘Russa’, il restauro del citato Palazzo
storico sarebbe ancora in attesa del restauro. Altra attesa, invece, per le
tante chiese (alcune rimaste senza ‘ombrelli’) ricche di testimonianze di
valenti pittori, scultori, architetti, artigiani, del passato.
C’è anche una buona notizia. Ultimati
gli interventi nel Forte Aquilano, fra non molto il “Munda” (Museo Nazionale
d’Abruzzo), lascerà nella sua sede storica.
Eccoci ai
“Cantieri dell’immaginario”; ovvero all’estate musicale aquilana appena
passata alla storia. Ha detto il suo M°. Leonardo De Amicis: “L’Aquila sa
guardare avanti, così brilla la cultura”.
Che musica!
Oltre 8mila sono stati
gli spettacoli; 2milioni e 200mila la spesa; grandi nomi della musica leggera
italiana sono giunti in una città che all’anagrafe conta meno di 70mila
abitanti. In un anno è però se ne sono andati oltre 600.
Bisogna tener conto
che con la ‘ricostruzione’ i “Cantieri” aprono e chiudono. Tra
quest’ultimi anche un’oasi storica aquilana (attiva) d’arte e di cultura: la “Bottega
di Raimondo Tiberio”. Non un bazar ‘alimentare’, ma uno “studio-laboratorio”,
come quelli che avevano i grandi artisti, dal medioevo alla metà del Novecento,
fino ai tempi felici dell’arte e della cultura da “Aquila” a “L’Aquila”.
Nel tempo, la “Bottega” ha anche assunto la funzione di un “Cenacolo
senza frontiere culturali” in cui rifiutare e opporsi all’accademismo,
conservando la vitalità intellettuale impressa dai precursori della “Scuola
d’Arte e Mestieri”.
Oggi Tiberio se ne va
nell’isola di Civitaretenga-AQ dov’era nato. L’artista, si porta le sculture e i
dipinti che facevano bella mostra nel suo “laboratorio creativo”. Le opere sono
forse più numerose del numero degli abitanti del suo paese, famoso per la
produzione dello ‘zafferano’. Prima della partenza non trascura ricordi agli
amici che hanno frequentato e reso viva la sua “Bottega”. I “carteggi” vanno
all’Archivio di Stato dell’Aquila: centinaia di schizzi e di disegni
preparatori o finali per le arti maggiori.
Il “Fabbro” ha dunque liquidato tutti gli arnesi utilizzati nel suo
mestiere quotidiano: banco, lima, pinze varie, fucina, incudine, martello, fili
di ferro, ecc…
Nel suo essere Tiberio
è stato un ‘campione’, uno dei “Maestri del ferro battuto”. Picchiando forte il
freddo metallo, vi ha estrapolato la possibile bellezza formale celata. Nell
sua “Bottega” ha offerto insegnamenti (gratuiti) a moti allievi, senza rinunciare
all’indole creativa che, con le sue opere, è presente in molte città: dal
portale della Cattedrale di S. Massimo a L’Aquila alle “Porte” del Palazzo di
Baghdad commissionate dal Saddam Hussein; per citarne alcuni.
Nonostante il ricco
passato, il ‘Cincinnato Aquilano’ ora ha scelto l’esilio; un appartarsi
umano, poiché la sua “Arte” non resterà viva e non sarà sepolta con le macerie
del sisma 2009 e dalla politica corrente imperante. Intanto sul Palazzo piovono
nuove polemiche. L’ultima in occasione dell’inaugurazione del “Parco della
Memorie”; sugli ‘inviti’ diramati e dimenticati a qualche familiare delle
vittime del sisma 2009. Nell’occasione sono giunti in città: il premier
Draghi e la ministra Carfagna. Sicché, oggi, il monumento può restarsene, indisturbato,
nel ‘ridisegnato’ Piazzale Paoli.
Ma per favore!
Quando Remo Brindisi eseguì,
il dipinto sui “9 martiri” in Via Sassa, per la “Mensa del Popolo”
(Nulla a che vedere con l’attuale “Mensa del Celestino”), non ci furono
polemiche. Il pennello dell’artista dipinse il vero che ha rappresentato un
monito contro la violenza, l’esortazione alla “Pace” per le future generazioni.
Il dipinto è attualmente collocato ed esposto nel Palazzo di Giustizia
dell’Aquila.
Mi sovvien… sul ‘Messaggio della Pace’. Dal 2009
al 2021, la “Pace” (nella “Ricostruzione”) ha mostrato altri
risvolti. Lo ha già mostrato il “Nobel” Dario Fo, nel suo dipinto, verso l’inizio
della “Ricostruzione” scrivendovi: “L’Aquila 6 aprile 2009… “qualcuno
sghignazza e brinda”.
Mi sovvien… Molte “scuole” attendono ancora la “Ricostruzione”.
Le restanti “macerie” del sisma vengono tenute lontane nelle visite ufficiali degli
illustri viaggiatori dello Stato.
Mi sovvien… Il Presidente Mattarella, a Pescara,
visitando l’”Imago Museum”, ha potuto commentare: “Bene puntare sulla
cultura”. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, a
L’Aquila, ha precisato: “Puntare sulla ricostruzione è un dovere”.
Mi sovvien… Era un “dovere” evitare quanto
chiuso a L’Aquila?
Poiché i “Cantieri reali”
aprono e chiudono, molti gli “avvisi” nella città e nella periferia;
sui cartelli risaltano le scritte: “AFFITTASI”, “VENDESI” “dismessa attività”.
Emidio Di Carlo
L’Aquila, 12 ottobre 2021
Nessun commento:
Posta un commento