ROSETO. È in corso in
tutt'Italia la protesta delle scuole private paritarie. Si sentono
abbandonate dal governo. Proprio ora che l'emergenza pone problemi
con le rette, gli spazi, le sanificazioni. Questa mattina, nella
trasmissione “Uno, nessuno 100Milian” di Radio24, è stata
intervistata suor Monia Alfieri, tre lauree, docente di economia
all'università Cattolica di Milano. Ha fornito alcuni dati. Lo Stato
– ha detto – investe mediamente dagli 8 a 10 mila euro per ogni
studente della scuola pubblica, mentre fornisce un contributo di
circa 500 euro ad alunno alle scuole paritarie.
Ho pensato a
Roseto. Noi abbiamo almeno un paio di scuole dell'infanzia paritarie,
credo qualcuna gestita dalle suore ed altre con la collaborazione di
valide realtà locali. Tra l'altro, mi si dice che siano gestite
molto bene. Non conosco i numeri esatti, ma almeno 50-60 bambini, se
non di più, frequentano le scuole paritarie rosetane.
Ora, facciamo un
discorso pragmatico, non ideologico. Se queste realtà chiudono, è
difficile che il Comune possa trovare delle alternative in termini di
spazi, personale e quant'altro. Ma, ammesso, che il pubblico
supplisca, stante le cifre elencate da Suor Monia, allo Stato
sistemare 60 bambini nelle strutture pubbliche costerebbe circa 500
mila euro l'anno, contro meno di 50 mila che è il contributo alle
paritarie. Allo Stato, cioè, conviene avere le paritarie.
Senza considerare i
costi sociali sulle mamme, cioè sulle donne, le quali, non potendo più contare su queste scuole dovrebbero rimanere a casa e
perdere di fatto trent'anni di conquiste sociali. Non stiamo
parlando di famiglie ricche, che possono permettersi la baby-sitter,
ma di donne normali che si troverebbero di fronte alla cruda prospettiva di
perdere il lavoro.
Ecco, mentre da un
lato la politica si nasconde dietro tecnocrazie e task-force,
dall'altro ricaccia decisioni tutte ideologiche e prive di senso
concreto. Ed i cittadini, purtroppo, ne pagano tutte le conseguenze.
Nessun commento:
Posta un commento