Oggi non sono potuto venire, a portare un fiore. Il cimitero è chiuso. Per evitare “assembramenti”, hanno detto.
Tu sai benissimo
che lì assembramenti non ci sono mai stati. Nemmeno nei giorni di
festa. Ci vediamo da quattro anni tutte le domeniche e non abbiamo
visto mai nessuno. Raramente qualcuno da lontano. Ma oggi è così.
Certo, magari si poteva fare diversamente. Magari scaglionare
eventuali accessi. Magari si ci è messa pure qualche piccolezza
d'altro genere. Non lo so. Ma è così: il Comune ha chiuso per non
sentire storie. Se provassi a dire in giro quello che sto dicendo a te, mi direbbero: "Ma sei pazzo, con quello che sta succedendo tu vuoi portare un fiore?"
Devi sapere,
infatti, che ultimamente qui sulla terra si è diffuso un brutto male. Ammazza
in modo barbaro. Per fortuna non tutti, ma non si può sapere. In
troppi ci hanno rimesso la pelle. In modo brutale. Da soli.
Strangolati da atroci sofferenze. Qualcosa di irraccontabile.
La gente si è
messa una paura matta. Si è chiusa in casa e non esce più. Quei
pochi che escono per qualche motivo legittimo, vengono presi quasi a
sassate. Se incontri qualcuno per strada si scanza. E tu ti scanzi.
Senza saperlo o volerlo, infatti, potresti ammazzarlo ed essere
ammazzato a causa di questo virus maledetto.
Siamo diventati un
ammasso di molecole in attesa dell'eutanasia. Un ammasso di molecole
senza senso. Dobbiamo nascondere i sentimenti. Non ci possiamo
toccare, baciare o abbracciare. La pietà è scomparsa prima del
virus, come sempre accade in questi casi. Si vive nel terrore. Per
molti, per troppi, è stata una eutanasia della vita. Per tanti sarà
una eutanasia economica. Per tutti, una eutanasia sociale.
Non sappiamo quando
ne usciremo. In un certo senso sono contento che tu sei là. Ti è
stato risparmiato di vedere questo strazio. Avete vissuto quando il
mondo viveva. Quando, se avevi una malattia ti potevi curare. Oggi,
se dovevi essere operato per qualche acciacco grave, non puoi. Se
dovevi essere curato per malanni difficili, non puoi. Ci saranno
tragedie enormi.
Comunque qui noi
stiamo tutti bene, per fortuna. E speriamo di passarla anche questa
volta. Anzi, sa che ti dico: andrà tutto bene, non ti preoccupare.
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