venerdì 3 aprile 2020

La commessa

Ma avete osservato le commesse dei pochi negozi rimasti aperti? Delle panetterie, dei piccoli supermercati, delle rivendite di beni di prima necessità? Non tutte, ma ce ne sono alcune di una dolcezza e di una serenità infinita. Gli si legge in faccia la paura. Eppure, dietro quel bavaglio, quel mettere e togliere i guanti, quel lavarsi le mani di continuo, traspare una “umanità” che persiste.

Sono i pochi segni di un mondo che non si ferma. E che dà speranza. La speranza effettiva, forse, la darà la scienza, l'eventuale cura, la ricerca sui farmaci. Ma la scienza è spesso burbera, supponente, vanagloriosa. Quel tocco di umanità che propana invece in queste ragazze che si proteggono come possono; che confidano nella forza dell'età; cui magari fa anche piacere incontrare qualche anima viva, scambiare una chiacchira, vedere altri “umani” pur senza toccarli; ecco, questo la scienza non potrà mai darlo.

D'accordo, ho una mentalità poco scientifica. “Tu chiamale se vuoi, emozioni...”, diceva una canzone che non ricordo.

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